Xiaomi e la proprietà intellettuale, i numeri sono impressionanti

Xiaomi ha rilasciato un white paper dove fa il punto sulle proprietà intellettuali e sui progressi fatti dall'azienda nel settore IP.

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a cura di Silvio Colombini

Xiaomi ha pubblicato il suo primo white paper sulla proprietà intellettuale, nella quale illustra i risultati ottenuti in materia e le sue capacità di innovazione tecnologica.

Attualmente presente in 12 campi tecnologici di ricerca e sviluppo, tra cui tecnologia di comunicazione mobile 5G, big data, cloud computing e intelligenza artificiale, Xiaomi non ha mai fatto segreto del fatto che l'innovazione tecnologica traini fortemente la globalizzazione dell’azienda e, in questo processo, i diritti di proprietà intellettuale (IP) forniscono supporto e protezione in modo efficiente per ulteriori sviluppi di prodotto.

In tutti i settori in cui opera, Xiaomi ha raggiunto risultati importanti nella proprietà intellettuale: alla fine di settembre 2021, il Gruppo si collocava al 13° posto a livello mondiale per quanto riguarda le famiglie di brevetti 5G autodichiarati, mentre un anno dopo, a fine settembre 2022, l’azienda ha registrato più di 29.000 brevetti a livello globale, coprendo più di 60 Paesi e regioni.

Wang Xiang, Socio e Presidente di Xiaomi, ha presentato per la prima volta la posizione dell’azienda in materia di proprietà intellettuale, dichiarando come Xiaomi si impegni a fornire agli utenti le migliori innovazioni tecnologiche, rispettando i diritti di intellectual property e offrendo soluzioni diversificate per risolvere le controversie sul tema. L'azienda sta cercando di ottenere partnership globali a lungo termine e sostenibili in materia di proprietà intellettuale e, in ultima analisi, di promuovere l'inclusione tecnologica a beneficio di una comunità più ampia, anche per rispondere alle esigenze dei suoi consumatori.

Il white paper analizza l'eterogeneo e complesso ambito della proprietà intellettuale in cui si muovono le imprese cinesi con ambizioni globali. In questo contesto, rispondendo attivamente alle cause legali, cooperando costantemente e sforzandosi di perseguire una strategia multilaterale win-win, Xiaomi è riuscita a espandere la propria presenza globale e ad ampliare l’applicazione delle sue intellectual property, al fine di guidare lo sviluppo commerciale e tecnologico del suo portafoglio prodotti.

Fondata nell’aprile 2010, Xiaomi ha ampliato la propria presenza in oltre 100 mercati in tutto il mondo: i risultati ottenuti dalla ricerca e sviluppo aziendale sono visibili in aree come sistemi operativi per smartphone, imaging, ricarica, sistema operativo per smart TV, AI e molto altro. Per inquadrare il livello di produttività dell’azienda in questo campo ecco alcuni numeri, in grado di rendere immediatamente riconoscibili i traguardi raggiunti da Xiaomi.

Per quanto riguarda il sistema operativo MIUI, sono 7.700 brevetti in tutto il mondo a supportarne l’innovazione, mentre sono 700 i brevetti attivi nella tecnologia di ricarica degli smartphone. 1.000, invece, i brevetti globali per la tecnologia di imaging degli smartphone, mentre, per quanto concerne la tecnologia 5G, alla fine di settembre 2022, Xiaomi ha guidato e partecipato alla creazione di oltre 260 standard nazionali, industriali e di gruppo grazie alle sue capacità tecniche riconosciute dal settore, classificandosi infine al 13° posto nell’ambito dei brevetti 5G autodichiarati.

Il sistema di proprietà intellettuale di Xiaomi ha portato allo sviluppo di un'ampia gamma di scenari di utilizzo nel suo ecosistema di vita intelligente, arrivando a detenere più di 1.200 brevetti relativi all'AI a livello globale. La tecnologia di riduzione del rumore delle chiamate AI di Xiaomi è stata applicata in più di 60 prodotti, favorendo la crescita del business dell'azienda. Xiaomi, inoltre, persegue una mission di "Technology for Good" e ha gradualmente introdotto funzioni inclusive e di accessibilità nel suo sistema operativo MIUI, tra cui la tecnologia aptica, il riconoscimento del suono ambientale e la tecnologia text-to-speech, progettati rispettivamente per gli utenti con disabilità visive, uditive e vocali, consentendo a un maggior numero di utenti diversamente abili di godere della comodità della tecnologia.

Nel 2013, il sistema di proprietà intellettuale di Xiaomi, ai suoi esordi nella Cina continentale, si concentrava sulla protezione della tecnologia sviluppata in proprio e sul brevetto dell'hardware e del sistema operativo MIUI. Da allora l’azienda è entrata in mercati esteri come l'Europa e, con il rapido sviluppo del business degli smartphone, ha attirato l'attenzione dei titolari di brevetti in tutto il mondo.

Inoltre, tra il 2014 e il 2019, mentre accelerava il suo sviluppo nei mercati esteri, Xiaomi ha preso come punto di partenza i mercati dell'India e del sud-est asiatico e si è spinta gradualmente verso i mercati europei e dell'America Latina. I diritti di proprietà intellettuale di Xiaomi sono cresciuti rapidamente durante il periodo, con oltre 2.000 patent application globali. Dal 2015 in poi, la media annuale delle domande di brevetto globale si è attestata a circa 6.000.

Attraverso diversi mezzi, come l'acquisizione, la concessione di licenze incrociate e il trasferimento di brevetti, Xiaomi ha accumulato importanti risultati in termini di brevetti. Nel 2016, Xiaomi e Microsoft hanno ampliato la loro partnership globale. Dal 2020 Xiaomi ha compiuto progressi straordinari nella globalizzazione della proprietà intellettuale e ha accumulato risultati sostanziali nel campo della proprietà intellettuale. Questo ha portato l’azienda a detenere, a settembre 2022, un totale vicino ai 29.000 brevetti in tutto il mondo.

Inutile negare che i numeri presentati dall'azienda sono, a dir poco, impressionanti: ben poche aziende possono vantare risultati di tale portata. E, se dovessimo interrogarci al riguardo, potremmo trovare in queta costante gara all'innovazione il segreto dell'ascesa di Xiaomi, già rilevata poco tempo fa da un report Canalys.