Armi, grafica e sonoro

Recensione di The Order 1886, lo sparatutto in terza persona sviluppato da Ready at Dawn in esclusiva per PlayStation 4.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Armi: fra il vecchio e il nuovo

Gran parte della bellezza di uno sparatutto in prima o in terza persona deriva dalla bellezza delle armi. The Order offre diverse armi innovative, con versioni steampunk del fucile da cecchino, della mitragliatrice automatica e del fucile semiautomatico. C'è perfino una balestra, in grado di assicurare uccisioni silenziose.

Tuttavia il vero divertimento comincia quando si passa alle armi di fantasia. C'è il fucile a pompa con tre canne e una pistola doppia che spara contemporaneamente proiettili e potenti getti di aria per stordire i nemici.

Tipica del repertorio steampunk è una sorta di fucile a induzione in grado di sprigionare una potente scossa elettrica, ma la mia arma preferita è la M86/FL Thermite Rifle: una pistola che spara una nuvola di schegge di metallo seguita da una fiammata ad alta temperatura. Una combinazione che fa letteralmente piovere morte su tutto ciò che mi sbarra la strada. Non è molto precisa, ma è molto efficiente per abbattere gruppi di nemici.

Queste armi sono tutte molto belle, ma purtroppo si passa troppo poco tempo a gingillarsi con questi strumenti di morte. Ho passato la maggior parte del gioco a centrare la testa dei nemici con il revolver o il fucile semi automatico. Visto che il gioco è molto corto, avrei preferito andare in giro per Londra spargendo fuoco e fulmini come una sorta di divinità neo-vittoriana. Probabilmente non è il comportamento giusto per un vero gentiluomo.

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Grafica: non crederete ai vostri occhi

The Order è semplicemente il gioco con la grafica più bella attualmente disponibile su PlayStation 4. Giocando mi è sembrato di rivivere la mia infanzia, quando nel 1983 mi meravigliavo davanti agli splendidi artwork di Dragon's Lair. The Order può contare su transizioni impercettibili fra il gameplay e le sequenze animate, anche se a volte questo dettaglio può giocare a sfavore.

Ci sono state diverse occasioni in cui stavo osservando una sequenza animata, per poi ritrovarmi davanti ai comandi da premere come in una sorta di mini-gioco. Il gioco ti culla in un falso senso di sicurezza per poi chiederti di reagire con rapidità, ma raramente ho avuto la velocità giusta per premere il comando corretto. Il risultato finale è stata la mia improvvisa, e solitamente anche repellente, dipartita. L'esperienza è frustrante e irritante, per essere gentili, e rompe istantaneamente l'atmosfera che gli sviluppatori di Ready At Dawn hanno cercato di creare lavorando duramente.

Viaggiare fra le strade e i vicoli di Londra mi ha permesso d'incappare in numerosi oggetti da analizzare. I giornali che si possono trovare nei vari edifici si possono leggere per scoprire ulteriori dettagli sulla trama. Nonostante lo scenario sia molto dettagliato, mi sarebbe piaciuto che il gioco avesse potuto contare su un mondo più "vivo". Seguendo lo stile usato da altri giochi che pescano nel repertorio steampunk (come Dishonored o Thief), The Order è slavato in uggiosi toni marroni e grigi.

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I lampi di colore sono fugaci: la sezione più entusiasmante sotto questo punto di vista è stata durante un'incursione da un dirigibile, con tanto di calata con le corde. Prima di cominciare al mia discesa non ho resistito nell'indugiare con lo sguardo nelle bianche nuvole contrapposte al cielo azzurro e cristallino.

Durante la partita tuttavia ho avuto a che fare anche con qualche imperfezione grafica. I volto di Lafayette per un momento è scomparso, in modo simile ai bug riscontrati al debutto di Assassin's Creed Unity. In questo caso il difetto si è corretto quasi istantaneamente, ma per un attimo mi è sembrato di rivivere un fortissimo deja-vu.

Questo bug mi è capitato soltanto una volta, ma c'è un altro dettaglio che mi ha infastidito per tutta la durata della partita: gli specchi di The Order non riflettono. Non importa quanto si provi a muoversi o a mettersi nell'angolazione giusta: i baffoni di Galahad potrete ammirarli soltanto sul suo volto.

Inizialmente ho perfino pensato che questo dettaglio era causato dalla natura del nostro eroe, una sorta di vampiro diurno steampunk (come Blade, ma con più baffi). Tuttavia, man mano che proseguivo nell'avventura, ho scoperto che si trattava soltanto di mancanza di zelo da parte degli sviluppatori.

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Suono: l'atmosfera si sente

L'audio di The Order: 1886 è pesante e palpabile, come un drappo di velluto. Spesso la musica è tesa e a modo suo opprimente, grazie a un'impressionante sezione di archi che contribuiscono a creare la giusta atmosfera.

Come nei film, la musica si nota soltanto nei momenti più drammatici, come i combattimenti o durante le sequenze animate. Un dettaglio che ho apprezzato, visto che mi ha permesso di godermi alcuni degli eccellenti effetti sonori, incluso il cupo ronzio del fucile a induzione elettrica. Convincenti anche le esplosioni, corpose e definite al punto da permettere di godersi perfino del tintinnio dei proiettili che cadono.

Rigiocabilità: avanti un altro

Ho impiegato 6,5 ore per completare The Order: 1886. In quanto persona adulta e con diverse responsabilità ho apprezzato la breve durata del gioco. Al posto di espandere artificialmente il titolo con missioni secondarie assurde, Ready at Dawn ha prodotto un gioco intenso e snello. Tuttavia posso capire i giocatori che vogliono avere a che fare con un'esperienza più lunga.

Visto che The Order non offre una modalità online, o nuove partite con personaggi alternativi. Il gioco non ha offre molto per chi vuole cimentarsi nuovamente nell'avventura. Normalmente una persona che vuole completare ossessivamente al 100% i giochi (come me) sarebbe incentivata a dare al titolo una seconda chance per trovare tutti gli oggetti nascosti. Tuttavia non è stato il mio caso.

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Conclusioni

Se The Order: 1886 fosse stato un film non avrei potuto fare a meno di elogiare le sue sequenze fantastiche e la sua recitazione impegnata. Dopodiché l'avrei fatto a pezzi per i suoi noiosi cliché e per il fatto di essere tenuto in piedi da una trama floscia.

Come videogioco, il gioco guadagna qualche punto per le armi innovative e gli scontri corpo a corpo sanguinolenti. Tuttavia il gioco usa le armi belle poco frequentemente, e le ripetitive sparatorie in stile "tiro al piattello" tolgono il divertimento nel decimare un intero battaglione.

Se state cercando un'interpretazione interessante degli sparatutto in terza persona, The Order: 1886 può rivelarsi una gioia. Ma considerando la mancanza di stimoli per rigiocare l'avventura, vi consiglierei di noleggiarlo, in modo che possiate spendere i vostri sudati 60 euro per un gioco più meritevole.