Assassin's Creed Mirage | Provato il ritorno di Ubisoft alle origini del Credo

Dopo aver provato per quattro ore Assassin's Creed Mirage, tiriamo le prime somme in merito a questo ritorno alle origini targato Ubisoft.

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a cura di Andrea Maiellano

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Come parte delle celebrazioni per il quindicesimo anniversario del franchise di Assassin’s Creed, Ubisoft presentò quattro nuovi giochi atti a definire il futuro della sua serie più celebre.

Un nuovo corso che, in seguito all’esperienza maturata sia con la trilogia cominciata con Origins, sia con tutti i capitoli usciti precedentemente, porterà la saga verso un ulteriore mutamento ancora tutto da scoprire ma che, dalle prime indiscrezioni, pare sarà orientato maggiormente verso il genere stealth. 

Un cambiamento che, però, comincia con un tuffo nel passato, o meglio con quello che si potrebbe definire un titolo di transizione. Assassin’s Creed Mirage, difatti, riprende il personaggio di Basim, già visto in Valhalla, e ne narra il suo passato, proponendo un titolo che promette di celebrare le origini della serie, reintegrando parte di quelle meccaniche di gioco che, con i primi due capitoli della saga, fecero innamorare milioni di giocatori.

Le dichiarazioni di Ubisoft, in merito ad Assassin’s Creed Mirage, fecero sorgere anche alcuni dubbi, in quanto l’azienda mise in chiaro fin da subito che la storia di Basim avrebbe preso vita all’interno di un gioco più compatto, sia in termini contenutistici che di, mere, dimensioni della mappa, e che avrebbe rappresentato una sorta di “punto d’incontro” fra le origini della saga e quanto svolto con gli ultimi capitoli della serie.

Se a questo si aggiunge un prezzo di vendita inferiore, rispetto alle attuali produzioni tripla A, e il rilascio di Mirage anche sulle console di vecchia generazione, risulta più evidente come mai si temeva di ritrovarsi di fronte a una produzione simile ad Assassin’s Creed Rogue, ovvero un titolo transitorio, seppur curato e divertente.

Ora, dopo aver potuto provare per quattro ore, una build non definitiva di Assassin’s Creed Mirage, possiamo cominciare a condividere le nostre prime impressioni sul gioco, oltre che capire se Ubisoft riuscirà a fare centro o se Mirage si limiterà a essere un buon Assassin’s Creed e nulla più.

La nostra prova di Assassin’s Creed Mirage si è dipanata in tre momenti diversi del gioco: le fasi iniziali della storia di Basim, il suo addestramento per diventare un Assassino e una, non meglio specificata, fase avanzata dell’avventura, dove siamo stati chiamati a mettere fine alla vita di Ning, una importante donna d’affari orientale, con l’ossessione per il collezionismo di oggetti esotici e preziosi.

Come da prassi per la serie, e soprattutto per quel poco che abbiamo potuto comprendere dato il continuo spostarci in porzioni diverse della storia, la trama risulta ben scritta. Basim è un personaggio dalla caratterizzazione molto fiabesca, il quale compie ruberie, e attività illecite su commissione, non solo per sopravvivere alla povertà ma con l’intento di rendere migliore la vita del suo popolo. 

Un bel giorno, deciso a fare il cosiddetto “salto”, prende l’iniziativa di rubare un prezioso forziere che interessa alla confraternita degli Assassini, in maniera tale da far notare a questi ultimi il suo valore e poter richiedere di entrare nelle loro fila.

Purtroppo non sappiamo come questa situazione si svilupperà, poiché, prima di poterlo scoprire, ci siamo ritrovati a impersonare Basim proprio durante il suo lungo addestramento per diventare Assassino, prima di ritrovarci catapultati a Baghdad a cercare informazioni per mettere fine alle operazioni di una non meglio specificata organizzazione, chiamata L’Ordine.

Da quanto abbiamo potuto provare, però, la formula che ha reso ogni capitolo accattivante è sempre ben presente. Al netto di alcuni aspetti meno riusciti in termini di gameplay, la storia riesce, come in ogni episodio della saga, a catturare l’attenzione del giocatore e a spronarlo a proseguire per scoprire come si conclude.

Non possiamo, ovviamente, sbilanciarci in merito alla qualità generale, per quello ci sarà tempo di parlarne durante la nostra recensione, ma al momento, per quanto risulti seduta comodamente su quindici anni di stilemi narrativi, la trama di Assassin’s Creed Mirage sembra ben scritta e in linea con gli altri capitoli della serie.

Discorso diverso, però, va fatto per quanto riguarda il gameplay, il quale, al termine della nostra prova, ci ha lasciato con parecchi dubbi in merito ad Assassin's Creed Mirage. In linea di massima ci è risultato evidente che Ubisoft ha voluto mischiare vecchio e nuovo, in un progetto che fa forte leva sul fattore nostalgia dei fan più vecchi della serie ma in termini di mera realizzazione, il viaggio di Basim non ci ha convinto del tutto. 

Ovviamente dovete considerare queste affermazioni come delle impressioni derivate da un'anteprima effettuata in streaming, su un codice vecchio del gioco, motivo per il quale vi consigliamo di aspettare la nostra prova della versione definitiva prima di trarre delle conclusioni.

In termini di struttura ludica, Assassin's Creed Mirage, si comporta come tutti i suoi predecessori, ovvero proponendo la più classica delle strutture da open world (con una mappa di dimensioni indubbiamente più compatte che in passato) dove, al netto di spostarsi dal punto A al punto B per raggiungere i vari punti di interesse collegati alle missioni principali della storia, si potranno intraprendere le più classiche attività opzionali.

A tutti gli effetti, durante la nostra prova, ci è sembrato un Assassin's Creed semplicemente più compatto, il ché potrebbe rivelarsi molto positivo nel momento in cui potremo comprendere se, le dimensioni più contenute, abbiano permesso agli sviluppatori di offrire attività opzionali più diversificate rispetto al passato. Al momento, però, possiamo solo dire che Assassin's Creed Mirage potrebbe rivelarsi una benedizione per quei giocatori che cercano un open world non troppo dispersivo e ridondante.

L'aspetto che, però, ci ha generato più perplessità è il combat system, il quale ci è sembrato voler, artificialmente, spingere il giocatore a un approccio stealth a tutti i costi. I combattimenti all'arma bianca sono molto più farraginosi rispetto ai precedenti capitoli e ci hanno riportato alla mente quelli visti nei primissimi giochi della serie, dove i movimenti erano volutamente lenti e ogni colpo subito rintronava il personaggio rendendolo un bersaglio facile.

In Assassin's Creed Mirage succede più o meno lo stesso. Ritrovarsi a fronteggiare più di due nemici rischia di generare una morte pressoché immediata o di obbligare il giocatore a una fuga tattica. Il moveset rimane quello delle ultime produzioni della serie, con attacchi leggeri, pesanti e parry per contrattaccare, con la sostanziale differenza che, almeno per i nemici affrontati durante la nostra prova, parryare un colpo ci ha sempre permesso di eliminare un nemico con il conseguente contrattacco.

Per quanto questo focus verso lo stealth risulta comprensibile per ritornare alle origini della serie, infatti la lama celata, finalmente, torna a eliminare, con un solo colpo, qualsiasi nemico inconsapevole della nostra presenza, a stridere con questa volontà abbiamo trovato un IA degli avversari eccessivamente arretrata e capace, in pochi minuti, di far scemare tutta la tensione data dal cercare di muoversi silenziosamente per cogliere di sorpresa i vari avversari.

Come da prassi ci si può infilare in un cespuglio e cominciare a eliminare nemici su nemici, semplicemente fischiando e aspettando; allo stesso modo, appollaiarsi su una superficie rialzata, permette di eliminare in un solo colpo qualsiasi avversario lanciandogli un coltello dritto in testa; in caso si venisse scoperti, basterà lanciare un fumogeno al suolo per cominciare a fare una mattanza con la lama celata... insomma laddove l'aggressività dei nemici è apprezzabile, così come il loro attaccare in gruppo per imporre al giocatore un approccio più silenzioso, l'attuale intelligenza artificiale degli avversari rischia di vanificare gli sforzi fatti da Ubisoft in tal direzione.

Per quanto concerne, invece, la progressione di Basim, nella nostra prova non abbiamo potuto modificare eccesivamente l'albero delle abilità presente in Assassin's Creed Mirage ma abbiamo potuto darci una fugace occhiata per notare che, come da tradizione, quest'ultimo sarà diviso in diverse sottosezioni, tutte pensate per aumentare il numero di abilità, attive e passive, che Basim avrà a sua disposizione.

Inoltre, per quanto anche in questo caso non abbiamo potuto approfondire a dovere, è presente un livello che definisce il grado di Basim all'interno della confraternita degli assassini e che, almeno per quello che abbiamo potuto notare, definisce in quali aree della mappa il protagonista potrà trovare una sfida idonea per le sue capacità.

Per quanto riguarda, infine, il comparto tecnico non vogliamo sbilanciarci troppo fino a che non metteremo le mani sulla versione definitiva del gioco, d'altronde, avendo provato Assassin's Creed Mirage in streaming, non possiamo essere certi che le sbavature nel sistema di controllo di Basim, il leggero input lag riscontrato in alcune situazioni concitate e i vari glitch grafici rinvenuti durante le nostre quattro ore di prova, saranno presenti anche nella versione finale del gioco.

L'unico appunto che, però, possiamo avanzare è un motore grafico che oramai ha fatto il suo corso. Le ambientazioni sono sempre incredibilmente dettagliate e belle da esplorare ma le animazioni dei personaggi, così come le espressioni facciali, iniziano a sentire l'inesorabile peso degli anni.

Rimane indubbio che, considerando che Assassin's Creed Mirage uscirà anche sulle console della precedente generazione, non ci si poteva aspettare ancora quel salto di qualità che, senza troppa sorpresa, vedremo nei futuri giochi della serie.

In conclusione, Assassin's Creed Mirage pare essere un open world molto tradizionale, capace di fare la gioia dei fan della serie, grazie al suo parziale ritorno alle origini della saga. Per convincere del tutto, però, avrà bisogno di tirare fuori i proverbiali assi dalla manica, in maniera tale da riuscire a sorprendere anche i giocatori meno attaccati alle gesta degli assassini e non risultare, semplicemente, un altro buon capitolo della saga.