Bayonetta 3: Hellena Taylor invita a donare contro l'aborto

Le polemiche tra Hellena Taylor e PlatinumGames sul doppiaggio di Bayonetta 3 proseguono e l'attrice invita a sostenere enti antiabortisti.

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a cura di Antonio Rodofile

Dopo la bufera che si è scatenata contro PlatinumGames relativa alla questione del doppiaggio di Bayonetta 3 (che potete prenotare su Amazon), sembra che la posizione di Hellena Taylor si stia decisamente complicando. Se, in principio, tutti, che si trattasse di colleghi o fan, hanno sostenuto l’attrice, alcune affermazioni recenti hanno portato in molti a porsi alcune domande sulla situazione. Con l'uscita del titolo che si avvicina e i preordini aperti, la vicenda non sembra ancora pronta a placarsi.

Pochi giorni fa, infatti, è emerso che la proposta ricevuta da Hellena Taylor per doppiare la protagonista in Bayonetta 3 non fosse di 4.000 dollari, bensì di 15.000. Potrebbe trattarsi di una proposta ancora bassa rispetto a ruoli simili ma, stando alle parole riportate dai vertici di PlatinumGames, le trattative si sarebbero arenate nel momento in cui l’attrice avrebbe richiesto un compenso a sei cifre per il suo lavoro. A questo punto, gli sviluppatori sono corsi al riparo ingaggiando una nuova doppiatrice, Jennifer Hale, per ricoprire il ruolo.

Hellena Taylor, tuttavia, non ha intenzione di arrendersi e continua a incitare i fan al boicottaggio di Bayonetta 3. Già nei primi video diffusi dall’attrice, infatti, l’invito era quello di utilizzare la somma destinata all’acquisto del gioco e destinarla ad un ente benefico a scelta. Di recente, però, Taylor ha reso disponibile una lista di enti a cui vorrebbe fossero donati questi soldi. L’elenco ha da subito lasciato perplessi molti fan e contiene diverse associazioni antiabortiste.

Tra le tante, infatti, possiamo trovare Billboards for Life o Aid to the Church in Need (ACN). Entrambe queste associazioni, sul territorio americano, promuovono filosofie fortemente contrarie alla pratica dell’aborto. Tramite l’affissione di cartelloni (nel caso della prima) o servizi di supporto, entrambi gli enti bollano l’aborto come un problema da risolvere. Le argomentazioni più utilizzate sono al fatto che la pratica è assimilabile ad un omicidio ma i dati forniti sono piuttosto imprecisi e riportano, ad esempio, che un feto ha già il battito cardiaco dopo 18 giorni dal concepimento e che la pillola del giorno dopo sia anch’essa una forma di aborto. Si tratta di posizioni piuttosto radicali che, certamente, non metteranno in buona luce l’attrice.