Riley: da star a semplice comparsa

Recensione di Call of Duty: Ghosts, il nuovo sparatutto di Infinity Ward e Activision.

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a cura di Tom's Hardware

Riley: da star a semplice comparsa

Come avrete capito la storia di Call of Duty: Ghosts è giusto un pretesto per imbracciare il fucile e cominciare a far fuori nemici, ma anche in questo caso le cose non migliorano di molto. Se negli ultimi dieci anni avete provato uno sparatutto militare avrete già tutte le conoscenze necessarie per giocare a Ghosts.

Nella campagna single player il giocatore e i suoi alleati controllati dall'intelligenza artificiale dovranno attraversare un percorso lineare per superare un livello, fermandosi occasionalmente per sparare ad alcuni nemici. Se vi colpiscono basta accucciarsi dietro un riparo per rigenerare l'energia. Ripetete il tutto fino alla fine del gioco.

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Potete portare due armi per volta, a seconda delle vostre preferenze, anche se la combinazione più utile generalmente è un buon fucile con un'arma di supporto. Ghosts offre un discreto arsenale con cui divertirsi, fra pistole, mitragliatrici, fucili da cecchino e lanciarazzi, ma le differenze fra la maggior parte delle armi non sono così drastiche come possono sembrare.

Una mitragliatrice ha infatti poche differenze rispetto alle altre e una volta trovata la vostra combinazione preferita avrete pochi motivi per scegliere di portarvi in giro armi diverse, se non giusto per sperimentare. Questo fattore rende quasi superfluo avere a disposizione una vasta scelta di armi.

A migliorare la situazione a livello di gameplay ci pensa una caratteristica introdotta con Ghosts è sbandierata ai quattro venti in questi mesi che hanno preceduto il debutto sul mercato dello sparatutto di Infinity Ward.

Naturalmente stiamo parlando di Riley, il pastore tedesco che accompagna Logan nella sua missione che ha fatto impazzire tutti gli appassionati su internet, diventando un vero e proprio tormentone. In alcune sezioni è infatti possibile prendere il controllo del fido quadrupede e in questi sporadici e brillanti momenti stealth il gioco è decisamente divertente.

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Potrete sorvegliare i nemici con una telecamera montata sul collare, strisciare nell'erba alta senza farvi vedere e atterrare i nemici sorprendendoli alle spalle. Anche quando vestirete i panni di Logan potrete ordinare a Riley di attaccare i nemici di nascosto.

Le sezioni con il pastore tedesco, che è a tutti gli effetti la mascotte del gioco, sono brevi e ben riuscite e vi lasceranno l'acquolina in bocca. Un vero peccato che Infinity Ward abbia deciso d'inserire nel gioco così poche sequenze con Riley, nonostante la campagna di marketing abbia insistito molto sul fedele compagno a quattro zampe in questi mesi.

Come avrete intuito la campagna single player di Call of Duty: Ghosts non è nulla di speciale. La storia non è appassionante, il gameplay è ripetitivo e le poche sequenze in cui si può controllare Riley non bastano a migliorare la situazione.

Al contrario, questi momenti ben riusciti ci fanno arrabbiare ancora di più, visto che Infinity Ward si è lasciata sfuggire l'occasione di approfondire e variare molto di più il gameplay con nuove meccaniche. Più Riley e meno sparatorie nello spazio o sott'acqua (ce n'è davvero bisogno) avrebbero decisamente migliorato la situazione.