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Company of Heroes 3 | Recensione - Un RTS bellissimo

Company of Heroes 3 è finalmente arrivato ed è bello come ce lo aspettavamo: scopritelo insieme nella nostra recensione.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Quello degli strategici è un genere quasi sacro per i videogiocatori, un qualcosa che annovera tra le proprie file alcune delle saghe più leggendarie dell’intera industria. Age of Empires, Total War e molte altre ancora: le radici alla base degli strategici sono infatti decisamente solide e si snidano per diverse decine di anni di storia. A esse si è aggiunta tre lustri fa quella di Company of Heroes, con la saga di Relic che ha saputo come poche altre rivoluzionare il genere degli strategici in tempo reale.

Una serie che ha raccolto nel tempo sempre più proseliti e che è pronta a sbarcare il prossimo 23 febbraio con un terzo, attesissimo capitolo. Nelle scorse settimane ho avuto modo di provarlo per diverse decine di ore e sono finalmente pronto a parlarvi di Company of Heroes 3. Avrà saputo tale episodio mantenere alto l’onore della saga?

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Due fronti su cui combattere

Company of Heroes 3 racconta con due diverse campagne, tra di loro tanto differenti quanto complementari, due scenari di quello che fu il secondo grande conflitto mondiale. Nella prima di queste grandi modalità a giocatore singolo, nonché nella più pregna di nuovi inediti contenuti, rivivremo la riconquista dell’Italia da parte degli Alleati, mentre nella seconda più tradizionale campagna prenderemo il comando dei temibili Afrika Korps sul fronte del Nordafrica.

La campagna che ci vede impegnati nella respinta dell’assalto Alleato in Nord Africa segue i classici stilemi del genere, dato che si sviluppa con il classico canovaccio fatto da missioni e cinematic. Un approccio oltremodo tradizionale, ma non per questo meno riuscito. Le avventure in compagnia degli Afrika Korps mi hanno infatti decisamente convinto, riuscendo a proporre sfide sempre accattivanti e missioni tra di loro mai uguali. A concorrere a rendere il tutto più di valore è poi una saggia commistione tra fatti storici e una narrativa che va a raccontare e sviscerare il terrore della guerra dagli occhi non solo dei soldati ma pure della popolazione.

Vero punto di forza della modalità è però soprattutto l’ambientazione, che propone degli inediti campi di battaglia desertici e si focalizza sulle battaglie tra tank, facendoci vivere tra gli altri anche i celebri conflitti di Ajdabiya, Gazala e Tobruk. Proprio questo focus sui carri armati mi ha ammaliato, facendomi scoprire più nel dettaglio alcune peculiarità di Company of Heroes 3 e permettendomi di affrontare le sfide in un modo differente da quanto mi ha sempre insegnato la saga. Gli ampi spazi desertici si sono infatti rivelati lo scenario perfetto per cimentarsi in aggiramenti e fiancheggiamenti su larga scala, con gli scontri tra tank che hanno saputo ammaliarmi con il loro spettacolo distruttivo. Una chiave di lettura fresca e dirompente, che certifica ancora una volta, nel caso ce ne fosse bisogno, l’assoluta bontà del gameplay dell’opera, di cui vi parlerò più nel dettaglio a breve.

Italian Dynamic Campaign

La vera novità di Company of Heroes 3 risiede però nell’altra campagna, che prende il nome di Italian Dynamic Campaign. Come fa presupporre il nome stesso, si tratta di una modalità che differisce pesantemente rispetto a quanto visto in titoli simili, e anche nella campagna ambientata nel Nord Africa di cui sopra, proprio per la sua natura non lineare e, appunto, dinamica. Oltre alle classiche e tradizionali missioni con un capo e una coda vi è infatti nientepopodimeno che una mappa alla 4X dell’Italia, in cui muovere proprio come in un Total War qualsiasi le proprie unità.

Tra una campagna campale e l’altra, infatti, ho dovuto muovere le mie pedine sul Bel Paese, strappandolo lembo dopo lembo alle forze dell’Asse. Un qualcosa di decisamente rivoluzionario per quanto riguarda Company of Heroes e che funziona anche tutto sommato bene. È possibile reclutare unità diverse impiegandole su vari fronti, sfruttare i velivoli per scrutare oltre le linee nemiche e bombardare le roccaforti avversarie dal mare. Una guerra totale che trova degna espressione nella mappa dinamica, anche se non mi ha soddisfatto in pieno. Sebbene funzionale sotto ogni punto di vista, non mi ha infatti mai reso quella sensazione di pulizia ed eccellenza data dalla modalità in tempo reale di Company of Heroes 3. Delle meccaniche talvolta limitate, vedi la ridotta possibilità di movimento delle imbarcazioni, o affrontate un po’ troppo sommariamente, come la conquista di città e avamposti non legate a quest da RTS, tarpano infatti in parte le ali a tale modalità.

Non fraintendetemi però: se vi aspettavate da tale mappa e modalità un qualcosa di capace di scontrarsi ad armi pari coi mostri sacri del genere non sarete ovviamente soddisfatti, ma considerando di come si tratti di un qualcosa accessorio a una maestosa componente RTS, è chiara e lampante la bontà del lavoro fatto da Relic sotto tale punto di vista. Da non sottovalutare è ad esempio la possibilità di prendere varie decisioni tattiche che, oltre a segnare il nostro avanzamento, vanno anche a modificare i nostri rapporti con le forze americane, britanniche e partigiane, variando di conseguenza la narrativa e la possibilità di accedere a determinati potenziamenti e bonus. Completa il tutto un’immancabile skill tree per le varie unità, che in base alla loro esperienza sui campi di battaglia progrediscono sempre più. Una modalità, insomma, a tutto tondo, che nonostante una pulizia complessiva non sempre priva di errori, mi ha convinto e rappresenta senza troppi dubbi la principale novità di Company of Heroes 3.

Schermaglia e multi-giocatore

Non mancano ovviamente neanche il multiplayer e la celeberrima modalità schermaglia, in cui sfidare a colpi di cannone e intuizioni tattiche amici, sconosciuti online e, perché no, anche l’IA. Al lancio in Company of Heroes 3 sono presenti 14 differenti mappe, suddivise da 1vs1 fino a 4vs4, e quattro fazioni differenti, ossia US Forces, Wehrmacht, Afrika Korps e British Force, ognuna delle quali dotata di stili, unità e filosofie differenti.

Wehrmacht sono per esempio una fazione dotata di unità d’elite dedite alla difesa della posizione e perfette quindi per bloccare l’accesso avversario a determinati punti. La controparte africana delle truppe tedesche, ossia l’Afrika Korps, è invece contraddistinta da abilità e forze ben più dinamiche, ottime per dedicarsi a tattiche aggressive e finalizzate a strappare terreno all’avversario. Spostandoci su quelle che sono le fazioni alleate, troviamo invece dei schieramenti più equilibrati e adatti per le più svariate tattiche e battaglie. Insomma, un ventaglio di scelta vario e in grado di adattarsi tanto allo stile del giocatore che alle caratteristiche della mappa, incentivando a ruotare la propria decisione in base alle più svariate situazioni.

A concorrere al tutto è poi il supporto completo fin dal lancio alle mod, che promettono, come da tradizione, di espandere esponenzialmente l’offerta ludica di Company of Heroes 3. Le 14 mappe inizialmente incluse, così come fazioni e quant’altro, oltre che aumentare di numero per gli aggiornamenti e update di Relic lo faranno anche grazie all’aiuto della community, da sempre uno dei punti di forza della saga.

Insomma, sia che amiate imbarcarvi in campagne a giocatore singolo, sia che preferiate invece dominare i campi di battaglia online, in Company of Heroes 3 troverete decisamente pane per i vostri denti.

Un gameplay sontuoso

Il vero, dirompente protagonista di Company of Heroes 3 è però il gameplay. Relic ha difatti fatto nuovamente centro, ghermendomi in un sistema di gioco tanto godurioso e soddisfacente quanto radente la perfezione sotto diversi punti di vista. Ho adorato ogni singolo istante passato sul campo di battaglia, perdendomi tra esplosioni e cigolii dei carri armati, esultando per ogni manovra a tenaglia riuscita e sobbalzando dinnanzi a una breccia nelle mie difese. Una guerra totale, travolgente e avvolgente, capace di far fare un passo in più alla saga sotto tale punto di vista. E, vista l’indiscutibile qualità dei due precedenti episodi, non era assolutamente scontato, anzi.

Lo scheletro alla base del tutto è praticamente lo stesso di sempre. Le varie mappe di gioco sono infatti divise in varie zone, ognuna delle quali contraddistinta da un punto da conquistare, e poi ovviamente anche difendere, e associata a un diverso tipo di risorsa. Lo scopo è quello di annientare le forze nemiche o, in base alla modalità scelta, il raggiungimento di un dato numero di punti. Il tutto, insomma, assolutamente tradizionale e rodato, sia per quanto riguarda la saga stessa che l’intero panorama degli strategici in tempo reale. Il lavoro di Relic sul gameplay non si è però incentrato tanto sulle caratteristiche base e i pilastri del titolo, che restano appunto i medesimi di sempre, ma su tutta una serie di novità e miglioramenti che sono riusciti ad alzare esponenzialmente la qualità complessiva di Company of Heroes 3.

Non posso che iniziare a parlare dei miglioramenti e delle nuove feature del gioco se non con quella che è la pausa tattica. Nelle modalità a giocatore singolo è infatti ora possibile freezare l’azione per poter studiare con calma l’intero campo di battaglia. Non è infatti assolutamente raro trovarsi a dover combattere su diversi fronti allo stesso momento e, come mi ha raccontato Relic stessa qualche mese fa, Company of Heroes 3 è un gioco che punta molto di più sull’acume tattico dei giocatori che sulla loro velocità di azione. Proprio per tale motivo stoppare il flow del gioco per riorganizzarsi e dare precisi ordini a ognuna delle proprie truppe è un qualcosa che dona un quid in più al tutto, tramutando le feroci battaglie del gioco per qualche istante in delle precise partite a scacchi.

Tale pausa tattica, inoltre, torna utilissima anche ai giocatori di vecchia data o agli strateghi più navigati. In Company of Heroes 3 il numero di truppe e abilità differenti è infatti quasi soverchiante e, almeno nelle prime ore di gioco, tale modalità permette di studiarne pregi e caratteristiche con maggiore attenzione, concedendoci quindi di prendere prima confidenza con quello che è il gioco. Un’aggiunta, non presente nelle modalità a più giocatori per ovvi motivi, assolutamente riuscita, in quanto dotata di netti motivi d’essere e per nulla invadente, visto che è totalmente accessoria e sorvolabile per chi non desidera utilizzarla.

Altri graditi miglioramenti sono rappresentati da diverse meccaniche, che rendono Company of Heroes 3 ancor più ricco sul piano tattico. La presenza della protezione laterale dei tank, ad aggiunta di quella classica frontale e sul retro, dona ad esempio diversi nuovi spunti tattici durante affiancamenti e assalti, dando il là a tutta una serie di nuove possibilità strategiche. La maggiore importanza data alla verticalità, con ad esempio un cecchino posizionato in un edificio in cima a una collina che può diventare un osso particolarmente duro, rende poi la vena tattica ancora maggiore, regalando ancor più significato alle posizioni sopraelevate. Alcune unità, poi, possono fare breccia negli edifici presieduti da truppe nemiche e cacciarle, rendendo così più veloce la presa di alcune posizioni.

Insomma, di carne al fuoco in Company of Heroes 3 ce n’è decisamente tanta e non posso negare di essermi goduto quasi ogni singolo istante in compagnia della nuova opera maestra di Relic. Maestoso, possente e, come vi racconterò a breve, anche tanto bello da vedere.

Company of Heroes 3: bello da vedere e da giocare

Company of Heroes 3 è una vera e propria goduria sul campo di battaglia, ma non solo sul piano del gameplay come vi abbiamo raccontato fino ad ora, ma pure sul piano meramente visivo. Oltre alla maniacale ricreazione di carri armati, artiglieria, truppe e quant’altro, Relic è infatti magistralmente riuscita  a imbastire degli scontri tanto assuefacenti da giocare quanto da vedere.

Ogni colpo sparato ha infatti una propria vita. Il cannone che ha fatto fuoco arretra per il contraccolpo, l’aria si riempie di scintille e fumo, la struttura colpita dilaniata, le truppe che la presiedevano lasciate morenti sul campo di battaglia. La fisicità di ogni scontro è inaudita, quasi sconvolgente per quanto ben realizzata, e vedere scene come un Crusader II travolgere i muretti di recinzione di un edificio, sobbalzando per le impervietà del terreno, e sparare un colpo nel frattempo, mandando in mille pezzi un veicolo avversario è un qualcosa di a dir poco unico. Il bello è poi il fatto che di scene simili Company of Heroes 3 ne è oltremodo pregno.

Il tutto anche tutto sommato ben ottimizzato, dato che con la configurazione a inizio articolo in Quad HD con dettagli alti non ho mai riscontrato cali di framerate di sorta, se non durante i primi istanti di registrazione di qualche clip.

È quindi tutto oro quel che luccica? Non proprio, anche se ci siamo tutto sommato vicino. Nel corso delle ore di gioco mi sono infatti imbattuto in più di un bug grafico, e anche in un paio di crash. Nulla su cui porre più di tanto l’attenzione, ma giusto le classiche défaillance, da segnalare ma che non inficiano più di tanto sulla indiscutibile qualità complessiva di un’opera come Company of Heroes 3.

Voto Recensione di Company of Heroes 3


9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Assuefacente da giocare e bellissimo da vedere

  • Colmo di contenuti

  • Traspira amore per il genere e la community da ogni poro

Contro

  • Qualche bug grafico

  • La mappa dinamica non è esente da difetti e imprecisioni

Commento

Company of Heroes 3 è un trionfo, il degno seguito di una delle saghe più apprezzate di strategici in tempo reale, nonché un grande regalo alla community. Un gameplay dirompente, arricchito per l’occasione da tante apprezzate novità e miglioramenti di sorta, si fonde insieme a uno spettacolo sul piano visivo, restituendoci scontri bellici come non se ne erano mai visti finora. Relic ha insomma fatto decisamente centro e alzato nuovamente l’asticella qualitativa. Che dire, se non chapeau?

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