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a cura di Michelangelo De Cesare

Quando ti viene riconosciuto lo status di genio, innovatore e visionario e, dopo tanti anni, riesci ancora a sorprendere, incuriosire e sconvolgere significa che hai trovato un tanto personale quanto vincente per comunicare. Se il tuo nome è Hideo Kojima da te è lecito aspettarsi di tutto, davvero. E Death Stranding ne è la riprova.

In occasione dello Showcase E3 di Sony abbiamo assistito alle prime immagini di gameplay di questo titolo, inermi nella nostra ignoranza, nel nostro cercare di decifrare secondo schemi convenzionali il disegno di un artista che nel dipingere la sua tela la rende parte attiva di quel mondo che vi si estende alle spalle, oltre i limiti di un oggetto e, allo stesso tempo, dentro il significato di soggetto.

Death Stranding Art

Nuovi personaggi e nuovi interpreti d'eccezione, nuove situazioni da contestualizzare e nuovi dubbi da placare. Una sola certezza: Hideo Kojima è il maestro di una nuova forma di comunicazione che sempre più sta avvolgendo il mondo dell'intrattenimento, e il medium videoludico è il suo laboratorio.

Parole, immagini, suoni. Già con Metal Gear Solid, nel lontano 1998, il buon Hideo sperimentava metodi alternativi con cui connettere i giocatori all'esperienza che stavano vivendo. Lo scontro con Psyco Mantis è, e sempre sarà, un momento straordinario nella storia dell'intrattenimento videoludico. Così come la campagna di marketing di The Phantom Pain, eccezionale se compresa come parte integrante del tessuto narrativo dietro l'epilogo del gioco stesso.

Se ci fosse stato bisogno di sottolineare la cosa, il trailer dell'E3 2018 visto questa notte non fa altro che confermare quanto sia fondamentale studiare il lavoro di Kojima nella sua completezza sempre, anche quando si analizza un singolo trailer. Lo abbiamo fatto o, perlomeno, ci abbiamo provato: non basterebbe un piccolo tratto per mettere insieme tutti gli elementi visti e trarre delle conclusioni tangibili, vogliamo però darvi la nostra interpretazione su alcuni degli spunti più intriganti che abbiamo visto.

"Once there was an explosion..."

Nel corso degli oltre otto minuti di video ci sono quattro aspetti particolarmente interessanti su cui vogliamo soffermarci: i nuovi personaggi mostrati, la condizione del mondo di gioco, il ruolo di Sam e, soprattutto, l'interazione con l'infante nella capsula, divenuto ormai una vera e propria mascotte per la produzione di Kojima Productions.

Quattro spunti che si legano insieme grazie alle sequenze di gameplay inframezzate nel video, come un denominatore comune che raccoglie insieme tante X che possono risolvere l'equazione solo se considerate nella loro totalità.

Così sembra assumere un senso il veder il nostro personaggio attraversare spettacolari ambienti naturali letteralmente carico di armi e bagagli d'ogni genere, facendosi strada in territori priv(at)i d(e)i segni del passaggio dell'uomo: Léa Seydoux, la gelida e affascinante Bond girl vista in al fianco di Daniel Craig in Spectre, debutta nel trailer definendo Sam come un "portatore", colui che consegna.

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Un fattorino, forse, incaricato di trasportare scorte, materiali o magari dati e ricerche da un punto all'altro della rete di Bridges. Negli ultimi scampoli del video, vediamo introdotto anche il personaggio interpretato da Lindsay Wagner. Si tratta di un'altra punta da novanta per questo cast stellare che sembra condividere un legame particolarmente importante con il protagonista ma la cui funzione resta tutta da decifrare.

"...and then, came next explosion"

Nel trailer vediamo Sam muoversi in quello che sembra un open world sconfinato, graficamente splendido per dettaglio e complessità. Un'opera notevole, che mostra con vigore i muscoli del Decima Engine sviluppato da Guerrilla Games e tratteggia un mondo mutevole e in balia di creature senza volto né forma. Dalla consapevolezza di queste minacce vediamo evolversi il gameplay mostrato, ponendo l'attenzione sulla necessità di evitare scontri persi in partenza e di privilegiare un approccio stealth. In questo il tratto distintivo di quanto visto fin ora è dato dalla natura dei nemici, esseri privi di un corpo fisico che presumiamo basati su di un principio di densità speculare fra sostanze in stato liquido e gassoso.

Teorie, mere congetture che basiamo sul sistema di rilevamento di queste creature tramite cui una particolare luce riesce a individuarne lo spettro nell'aria. Nascondersi, quindi, da qualcosa di letale e al medesimo tempo invisibile, in grado di divorare la nostra materia creando una singolarità devastante e il conseguente gigantesco cratere. Tornando con la mente al trailer dei The Game Awards dello scorso dicembre, riusciamo a vedere con maggiore distinzione anche una possibile funzione del neonato che il protagonista trasporta: nel nuovo video, sentiamo a un certo punto una voce via radio intimare a Sam di cercare in tutti i modi di superare la zona ostile senza essere "mangiato" per evitare il crearsi di una singolarità che avrebbe devastato l'area circostante.

Death Stranding 750x430

Lo stesso interlocutore, tuttavia, evidenzia il fatto che Sam sarebbe sicuramente stato in grado di "tornare". E se il bambino nella capsula fosse una sorta di checkpoint vivente? Se grazie ad esso Sam potesse tornare dalla devastazione causata dalla singolarità? Quest'ipotesi spiegherebbe, almeno in parte, il forte legame che il personaggio percepisce con l'acqua nel trailer dei TGA prima di "tornare", come un richiamo alla nascita della vita che avviene proprio in acqua o al liquido amniotico in cui si sviluppa il nascituro e in cui sembra essere avvolto il picco bebè che Sam porta con sé.

Conclusioni

Con questo nuovo trailer sono sorti nuovi e intriganti dubbi; ciò nonostante abbiamo avuto anche degli input consistenti su cui riflettere e scervellarci, dal ruolo dei nuovi personaggi femminili fino alla missione del protagonista o al vero significato del piccolo infante. Senza dimenticare il tema sempre più presente della microbiologia, con riferimenti ai principi di microbiosi alla fine del video, o al concetto di specularità non sovrapponibile riferito al termine Chiralium (Chirale - dal greco "cheir", mano) usato per identificare le creature.

Insomma, Hideo Kojima riesce sempre di più a catturare la nostra attenzione e a stimolare la nostra fantasia per immaginare cosa potrà essere Death Stranding. E non vediamo l'ora di scoprirlo.


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