DOOM The Dark Ages domina su Xbox: solo il 16% dei giocatori su PS5

DOOM: The Dark Ages attira oltre 2 milioni di giocatori Xbox al lancio, mentre su PlayStation solo 500.000. L'arma a doppio taglio del Game Pass?

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a cura di Giulia Serena

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L'universo videoludico di DOOM continua a espandersi con risultati contrastanti per il suo ultimo capitolo. The Dark Ages, l'ultima incarnazione della storica saga sparatutto, ha raggiunto il traguardo di tre milioni di giocatori in appena cinque giorni dal lancio; un risultato che nasconde però dinamiche complesse in un mercato sempre più frammentato tra piattaforme e modelli di distribuzione.

Secondo i dati forniti dalla società di analisi Ampere Analysis, la distribuzione di questi tre milioni di utenti rivela uno squilibrio significativo tra le piattaforme. Oltre due terzi dell'utenza totale, precisamente più di due milioni di giocatori, provengono dall'ecosistema Xbox, che include sia i possessori di console Series X/S sia gli abbonati a Game Pass PC. In netto contrasto, PlayStation 5 ha attirato appena 500.000 giocatori, mentre le performance su PC (potete trovarlo in sconto su Instant Gaming) vengono descritte dagli analisti come "piuttosto modeste".

Questo sbilanciamento solleva interrogativi sulla reale portata commerciale del titolo, specialmente considerando l'influenza del servizio in abbonamento Game Pass di Microsoft, che ha permesso a milioni di utenti di accedere al gioco senza acquistarlo separatamente. La questione emerge in un periodo in cui il concetto stesso di "successo" nel mercato videoludico sta subendo una profonda trasformazione.

L'era delle metriche ambigue

La disponibilità immediata su Game Pass rappresenta un'arma a doppio taglio per produzioni di alto profilo come DOOM. Da un lato garantisce un'ampia base di giocatori sin dal day one, dall'altro può mascherare il reale potenziale commerciale del prodotto. Microsoft difficilmente considererà deludente il fatto che uno dei suoi titoli di punta abbia attratto oltre due milioni di utenti sulla propria piattaforma, indipendentemente dalla proporzione tra acquisti diretti e accessi tramite abbonamento.

La situazione di DOOM: The Dark Ages non rappresenta un caso isolato. Atomfall, un altro titolo recentemente lanciato su Game Pass, ha registrato 1,5 milioni di giocatori nel weekend di apertura, raggiungendo i 2 milioni entro il primo mese, con la maggioranza dell'utenza concentrata nell'ecosistema Xbox.

Questa discrepanza tra popolarità e ricavi effettivi è stata recentemente sottolineata dal direttore creativo di Raccoon Logic, lo studio dietro "Revenge of the Savage Planet". Ha evidenziato come un alto numero di giocatori al lancio non si traduca automaticamente in vendite significative quando un titolo è inserito in un servizio in abbonamento più ampio, sollevando interrogativi sul valore reale dei dati di engagement rispetto alle metriche di vendita tradizionali.

Si attendono ancora i rapporti iniziali sulle vendite effettive di DOOM: The Dark Ages da parte di società specializzate come Circana e Newzoo. Questi dati potrebbero offrire una visione più chiara della reale performance commerciale del titolo, specialmente sulle piattaforme non-Xbox dove il gioco deve essere necessariamente acquistato.

Il vero banco di prova per il successo di DOOM: The Dark Ages sembra quindi duplice: da un lato la sua capacità di attrarre nuovi abbonati verso l'ecosistema Xbox Game Pass, dall'altro il volume di vendite che riuscirà a generare sulle piattaforme concorrenti. In un'era in cui i modelli di business tradizionali convivono con formule in abbonamento, il concetto stesso di successo per un videogioco tripla A richiede una ridefinizione che va oltre i semplici numeri di utenza.

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