Drawn to Life: Two Realms | Recensione

Drawn to Life torna con un nuovo episodio che riprende le vicende lasciate in sospeso ben più di 10 anni. Cosa è cambiato in questo tempo?

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

Drawn to Life è una serie di giochi puzzle-platform che ha raggiunto il successo su Nintendo DS più di dieci anni fa. Le caratteristiche uniche della console della casa di Kyoto, doppio schermo e stilo, hanno stimolato gli sviluppatori a trovare nuove forme di controllo e meccaniche che fossero cucite intorno a quel piccolo ma potentissimo strumento che sollecitava la creatività. Nella forza primigenia della fantasia è racchiusa l’essenza di Drawn to Life: prendi una matita, scegli il colore e disegna, dando forma ai pixel che ti aiuteranno nel corso dell’avventura. Il personaggio che disegnerai sarà l’eroe scelto per aiutare gli abitanti di ben due mondi e anche senza poter contare su tela e pennello offerti dal DS, Drawn to Life: Two Realms vuole essere a tutti gli effetti un seguito diretto del gioco del 2009, incarnandone lo spirito ma apportando qualche sostanziale modifica alla struttura ludica per adattarsi al meglio su PC, Nintendo Switch e dispositivi mobili.

Non preoccupatevi se non avete giocato gli episodi precedenti, lo sviluppatore Digital Continue ha fatto in modo che possiate comunque seguire la storia anche senza conoscenza pregressa dei Raposa e delle vicende che hanno coinvolto i personaggi principali che incontrerete nel corso del gioco. Un nuovo spiacevole evento richiede ancora una volta l’intervento del Creatore – il giocatore – che dovrà mettere insieme un Eroe affidandosi a un vero e proprio attacco d’arte. Lo strumento di creazione è una versione estesa e migliorata dell’originale strumento di disegno della serie. La tavolozza a nostra disposizione si completa di un ampio selettore di colori, come quello in dotazione agli editor grafici, per poter accedere a tante sfumature e dare profondità al nostro capolavoro in pixel art.

Non vi sentite molto sicuri delle vostre capacità artistiche ma avete comunque voglia di giocare Drawn to Life: Two Realms? Nessun problema. Il gioco offre tanti modelli già preimpostati che potete scegliere di personalizzare colorando a vostro piacimento o semplicemente montando le diverse parti del corpo con lo stile che più vi piace. Testa, braccia, corpo e gambe. Voi scegliete il pezzo e lo stile e il manichino prende forma. C’è una sezione del tutto nuova che permette inoltre di posizionare, ruotare e ridimensionare gli adesivi in dotazione. Sul corpo del nostro eroe sono presenti alcuni slot dove poter scegliere di posizionare un adesivo così da rendere la vostra creazione ancora più originale. Ogni volta che ci si trova in esplorazione libera è possibile accedere all’editor e modificare il personaggio, accedendo a tutti i nuovi adesivi e gli stili che avrete sbloccato dalle sfide o acquistato dal negozio in-game.

Combattere con astuzia

In Drawn to Life: Two Realms il nostro eroe non è atipico solo nella forma ma anche nel modo in cui risolve i problemi. Non sguaina spade o usa strettamente la forza, ma insegna a gestire i conflitti e i sentimenti entrando nella testa degli obiettivi sfruttando il libro dell’immaginazione. La mente dei vari personaggi è fatta di aree platform, ognuna con delle regole da rispettare per il superamento del livello. Le strutture di base tendono a ripetersi: attraversa l’area e raggiungi l’uscita, elimina tutti i nemici e prosegui, o raccogli tutti i personaggi di un certo tipo e passa all’area successiva. Il modo in cui raggiungere l’obiettivo però cambia di volta in volta perché progressivamente vengono introdotte nuove meccaniche e creaturine che rispondono alle nostre azioni, o a quelle delle creature vicine, in modi diversi. Inizialmente il livello di sfida può sembrare molto basso, tuttavia si tratta di un modo per introdurre le nuove meccaniche e proseguendo cresce anche la complessità nonché il trial and error richiesto per superare i livelli. Oltre all’aver compreso i comportamenti delle creature e le meccaniche di piattaforme e bottoni, bisognerà infatti anche eseguire le giuste azioni con un ottimo tempismo per superare determinati livelli avanzati, peccato per qualche bug che ci ha costretti in 2-3 occasioni a ricominciare una intera serie di livelli perché il nostro eroe o un personaggio chiave da raccogliere non si erano materializzati nella scena.

Le fasi platform sono accompagnate da alcune abilità come l’attacco roteante, utile non solo a stordire i nemici ma anche a spostarli nella direzione indicata; la schiacciata sul terreno, anche in questo caso con una doppia utilità, sia offensiva che necessaria per distruggere blocchi e aprirsi la via o ancora, la possibilità di raccogliere oggetti o trasportare le creature stordite. Non sempre infatti è una buona idea saltargli sulla testa come Super Mario, a volte potrebbero essere la chiave per superare un livello e “cooperare” si pone come un’alternativa. Lo stile colorato e l’uso limitato della violenza rendono i giocatori più piccoli il target ideale. Il ragionamento e il pensiero laterale sono vivamente incoraggiati, rendendo Drawn to Life: Two Realms un passatempo stimolante.

Dove la comprensione delle meccaniche entra davvero in gioco è nei livelli in cui è lasciata al giocatore la possibilità di sperimentare. Non è più richiesto come in passato di disegnare le piattaforme, ma in alcuni livelli e nelle sfide è possibile disporre i “giocattoli” – creature e piattaforme – su una griglia che ricorda Mario Maker se avete praticità con queste tipologie di giochi. L’area su cui disporre gli oggetti si trasforma in un grande puzzle da risolvere dove la risposta corretta è il posizionamento più funzionale degli elementi affinché possiamo raggiungere l’uscita. Questo tipo di livello è la migliore delle interazioni che il gioco ha da offrire e si ripropone soprattutto nei livelli sfida aggiuntivi che potremmo considerare come missioni secondarie che se completate forniscono stelle o adesivi.

Le stelle serviranno per avanzare nella storia principale, perché purtroppo gli sviluppatori hanno pensato di bloccare alcune missioni dietro l’ottenimento di un certo quantitativo di stelle. Abbiamo apprezzato poco questa scelta, non perché sia difficile ottenerle o perché ne servano così tante da rimanere bloccati per ore, anzi il gioco procede senza grandi impedimenti, ma la troviamo una scelta un po’ in contrasto con il concetto di libertà e spirito creativo che il gioco vorrebbe incoraggiare. Dovremmo sentirci liberi di aiutare gli altri perché teniamo a loro e non costretti solo perché altrimenti non possiamo proseguire nella storia principale. Creare dei livelli più articolati e personaggi con problemi più reali, con cui si può entrare maggiormente in relazione, sarebbe stato un incentivo migliore.

Rispetto a 13 anni fa, quando la serie Drawn to Life ha fatto la sua prima apparizione, i videogiochi hanno abbracciato sempre più la creatività diventando vere e proprie piattaforme per la creazione a loro volta di videogiochi, ma non solo, come dimostra la grande partecipazione dietro titoli come Minecraft e Dreams. Ciò che ha sempre reso interessante la serie di Drawn to Life era la sua capacità di dare una spinta al proprio lato artistico, rendendo le creazioni di pixel parte integrante del gameplay e stimolando la risoluzione di enigmi senza fare affidamento su blocchi già precostituiti. È chiaro che gli sviluppatori si sono trovati davanti a una bella sfida quando non hanno potuto contare sul loro miglior alleato: il Nintendo DS. È molto più naturale disegnare con un pennino rispetto al farlo col mouse; non si tratta di una questione di precisione quanto di feeling e immersione. Nel tentativo di far evolvere la serie, la presenza delle fasi di disegno è stata in parte ridimensionata nonostante possa contare su un editor nuovo di zecca.

Come suggerisce il titolo, ci aspettavamo di poter disegnare con un grado di libertà maggiore ma questa sensazione l'abbiamo ritrovata solo in poche, mirate sezioni, come la creazione del nostro eroe o la creazione di oggetti per gli abitanti. La maggior parte del tempo in cui si gioca l'abbiamo passata in livelli platform già confezionati, pronti solo per essere studiati e attraversati. Le sfide dove dover scegliere il posizionamento degli elementi ci hanno stimolato a sufficienza e ci hanno convinto, ricordandoci i pregi della serie Drawn to Life quando si tratta di presentare al giocatore enigmi da risolvere. Ci sarebbe piaciuto anche poter personalizzare maggiormente gli elementi in queste fasi, in modo da sfuggire alla monotonia di compiti che tendono a ripetersi. Tutto sommato, considerato il prezzo budget, potrebbe essere un piccolo, nuovo inizio per la serie.