Il futuro di Assassin’s Creed è roseo

Invitati ad un evento a porte chiuse, abbiamo appreso informazioni su Assassin's Creed Mirage e sul futuro della serie.

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a cura di Antonio Rodo

Nel mondo dei videogiochi quindici anni sono tantissimi, quasi come la vita intera di un essere umano. In quindici anni il mercato evolve, cambia radicalmente, accoglie nuove tecnologie e permette ai team di sviluppo di realizzare pensieri e idee prima impossibili da digitalizzare.
 

Quindici sono anche gli anni che ha compiuto Assassin’s Creed, lasso di tempo che copre – solitamente - due generazioni, in questo caso dalla settima alla nona, con quest’ultima che ha visto i natali appena due anni fa con le console Series di Xbox e PlayStation 5. Ed è proprio ricordandoci questo enorme tempo trascorso che Ubisoft ha deciso di aprire l’evento, con uno spettacolare trailer-collage che attraversa periodi, ambientazioni, personaggi e musiche che tanto ci hanno fatto sognare in questi anni, ma anche arrabbiare. La saga di Assassin’s Creed, infatti, non è nuova a rimproveri, e proprio in questi ultimi anni sono in crescita gli utenti che non aspettano più con ansia il prossimo capitolo della serie. Dall’altra parte, però, sono arrivati anche tanti nuovi giocatori che apprezzano il nuovo corso che Ubisoft ha intrapreso; utenti che conoscono – e forse apprezzano - le vicende dei capitoli più tradizionali, ma non ne sentono necessariamente la mancanza. Ecco quindi che Ubisoft si ritrova con un fandom letteralmente spaccato in più parti, e deve fare il possibile per tentare di mantenere vivo l’interesse di tutti. Una situazione di certo non invidiabile, ma che siamo contenti di come la casa francese sta affrontando, come vedrete nei successivi paragrafi di questo articolo. 

Esatto, perché contrariamente a quelle che erano le nostre aspettative, durante l’evento a cui abbiamo preso parte non abbiamo solamente appreso informazioni sul già noto Assassin’s Creed Mirage, siamo anche stati informati su tanti altri progetti dedicati alla serie, giungendo infine al famigerato Infinity. Per cui, cari lettori di Tom’s Hardware, è proprio il caso di mettersi comodi, perché le informazioni che stiamo per condividere con voi sono veramente tantissime.

Assassin’s Creed Mirage: il ritorno ai fasti di un tempo

Mirage, sin dal primissimo concept art trafugato in rete, odorava di passato: di quelle ambientazioni che tanto ci avevano stregato quindici anni fa, di sensazioni che, messe insieme, creano quella che potremmo definire come “l’identità di Assassin’s Creed”. Ed è proprio questo il riscontro che abbiamo avuto una volta visionato l’intero materiale mostratoci, quello di un ritorno alle origini pressocché totale, di un sequel spirituale delle lontane, ma vicine nella memoria, vicende di Altaïr. 

Onde evitare fraintendimenti, ebbene specificarlo subito: non abbiamo in alcun modo avuto occasione di vedere il gioco in movimento. Ubisoft si è limitata a raccontarcelo a voce, dalla narrativa al gameplay, concedendoci solamente un trailer in CGI abbastanza esplicativo. Assassin’s Creed, infatti, ci ha sempre abituati in questo modo, con trailer ben montati e capaci di far emergere tutti gli elementi di rilievo, in particolare quelli legati al setting.

Come si vocifera da ormai un paio di mesi, Mirage segue le vicende di Basim Ibn Ishaq, un assassino che avrete sicuramente già conosciuto in Valhalla, questa volta alle prese con l’addestramento nella confraternita, molto più giovane e desideroso di diventare un maestro assassino. A grandi linee, sembrerebbe questa la trama di Mirage, un sostanzioso cammino lungo il credo, dall’iniziazione sino ad arrivare al Basim che abbiamo conosciuto nelle recenti storie scandinave. A fare da sfondo c’è la città di Baghdad, Iraq, ambientazione che Ubisoft ha finalmente costruito e legato alla core experience di Assassin’s Creed, contrariamente a quanto fatto con la recente trilogia degli antichi, buona nella ricostruzione storica, ma non in grado di supportare il DNA della serie. DNA che, come ben saprete, negli anni d’oro della saga ospitava elementi quali il parkour (nella sua forma più classica) e il social stealth. Tutte caratteristiche che sono state sbandierate a gran voce durante l’evento, quasi a voler ribadire continuamente che Mirage, poco ha a che vedere con il nuovo corso della serie, nonostante sia palesemente nato da una costola di AC Valhalla. E qui non possono che cominciare i nostri dubbi, perché nonostante il team di sviluppo stia cercando di creare un’esperienza non più semi-ruolistica, bensì Action Adventure e Story-Driven, il fatto che la base di partenza appartenga ad un titolo che ha più che altro calpestato il DNA del franchise, ci preoccupa non poco.

È anche vero però che Valhalla, nonostante il focus sul combattimento, introduceva tanti elementi stranamente riconducibili al passato, introduzioni che potrebbero aver contribuito alla creazione di Mirage. La speranza è che Ubisoft se ne sia poi allontanata del tutto, dal momento che molte caratteristiche di Valhalla, compreso il combat system, andrebbero non solo prima ripulite a dovere, ma in alcuni casi non si legherebbero per nulla alla nuova, vecchia visione che la casa francese vuole resuscitare.

Ci rassicurano un po’ le parole del team di sviluppo, che ci ha raccontato di un parkour più legato ai capitoli tradizionali, con la possibilità di eseguire dei salti laterali mentre si è appesi, o di correre velocemente lungo le travi sparse per la città di Baghdad; una visione che sembrerebbe richiamare da vicino il sistema sperimentato per AC Unity e Syndicate (non ci metteremmo la mano sul fuoco ma, mai dire mai).

Riguardo al combat system e alle fasi furtive, invece, le informazioni sono più centellinate, soprattutto nel primo caso. Come intuibile dal trailer, ma anche dalle parole di Ubisoft, Mirage integra elementi quali panche e nascondigli, bombe fumogene e altre trappole, con lo scopo di inscenare un gameplay focalizzato sulle azioni da compiere nell’ombra. Le missioni saranno quindi vicine a quelle sperimentate nei capitoli più tradizionali e ci chiederanno di compiere vari omicidi. Per l’occasione dovrebbero tornare le missioni sandbox che Ubisoft definisce “black box”, degli scenari ampi – e, si spera, ben congegnati nel level design - all’interno dei quali scovare varie possibilità di infiltrazione e assassinio. Il combat system è invece completamente avvolto nel mistero; l’idea che ci siamo fatti, tuttavia, è che non si discosterà molto dalle ultimissime iterazioni, nonostante la rimozione di parametri, level-up e tutti quegli elementi che tanto hanno generato polemiche nel corso degli ultimi anni. 

Quindi, da un punto di vista ludico e, in generale, di struttura di gioco, siamo più che contenti di poter finalmente giocare un titolo che si discosta dal nuovo corso per avvicinarsi al vecchio, ma il fatto che sia stato Valhalla a partorire questo progetto, il titolo che forse più si discosta dalla visione che il team sta tentando di riportare in vita, non può che destare qualche dubbio. 

Perplessità a parte, la direzione intrapresa è quella giusta, sia da un punto di vista narrativo che ludico, nonostante permanga l’enorme alone di mistero sull’effettiva resa di questi elementi. Mirage, in ogni caso, è atteso per un non meglio specificato mese del 2023, per cui ci sarà sicuramente modo di vederlo in altre occasioni.

Il futuro di Assassin’s Creed

Come detto in apertura, Mirage non è l’unico progetto Assassin’s Creed in sviluppo presso gli studi di Ubisoft. Ve li racconteremo tutti, a partire dai meno corposi fino ad arrivare a quelli principali, concludendo infine con il tanto rumoreggiato Infinity. 

Innanzitutto, la saga è pronta a tornare anche sui dispositivi mobile con ben due giochi: il primo, molto corposo, permetterà ai giocatori di girovagare all’interno di una mappa immensa e di creare da zero il proprio avo; l’altro, ridimensionato nella scala e sviluppato in collaborazione con la piattaforma Netflix, dovrebbe essere un titolo minore in tutto e per tutto. 

Strano che sembri, le nostre informazioni riguardo questi due progetti mobile sono praticamente già finite, ma prima di procedere oltre crediamo sia il caso di soffermarsi su una scelta che abbiamo trovato parecchio audace. Esatto, stiamo parlando della volontà da parte di Ubisoft di inserire la possibilità di creare da zero il proprio personaggio. Perché ci ha stupiti? Crediamo che Assassin’s Creed debba parte del suo carisma ai personaggi principali; in tal senso, vedere il team di sviluppo accogliere una simile introduzione, seppur in un capitolo secondario e distribuito su smartphone, ci spaventa non poco. Del resto, l’andazzo preso dagli ultimi giochi rilasciati suggeriva proprio un approccio simile, speriamo solamente che questa scelta resti lontana dai capitoli canonici; cambiare barba, capelli o il sesso del personaggio, è più che sufficiente. 

E a proposito di Netflix, visto che lo abbiamo citato, vi confermiamo che la serie tv che era stata annunciata qualche tempo fa è ancora viva e vegeta. Non è ancora chiaro quando debutterà ufficialmente, ma sappiamo che dovrebbe seguire alcuni eventi già raccontati nei capitoli principali; quali, come e perché, attendiamo di scoprirlo.

Arriviamo adesso all’annuncio di ben due progetti principali la cui esistenza ci ha stupiti non poco. Stiamo parlando di due titoli che dovrebbero portare avanti l’idea inseguita nella recente trilogia, quindi mondi molto grandi e impianto Action/RPG. I loro nomi ufficiali sono ancora avvolti nel mistero, ci sono infatti stati mostrati con i loghi "Codename Hexe" e "Codename Red". Il primo, ambientato nell'Europa del sedicesimo secolo, si presenta come l'Assassin's Creed più oscuro che sia mai stato creato; il secondo, invece, farà felici tanti appassionati che, ormai da tempo, chiedono a gran voce un capitolo nipponico. Esatto, perché Red ci metterà nei panni di una shinobi e immergerà i giocatori in un non meglio specificato periodo del Giappone. 

Lo sappiamo, lo sappiamo, vi sentiamo già... Questi titoli ve li stiamo appena accennando. Purtroppo, però, le informazioni in nostro possesso sono veramente ridotte all’osso, dal momento che la presentazione a cui abbiamo assistito si è solamente soffermata su Mirage, limitandosi a poche chiacchiere e a del footage davvero risicato dedicato a questi progetti. 

Prima di passare al curioso Infinity, c’è un’ultima cosa che vogliamo raccontarvi, anche se siamo certi non vi farà impazzire. Stiamo parlando dell’ennesima, questa volta ultima, espansione di Assassin’s Creed Valhalla che, distribuita gratuitamente, porrà fine alla storia di Eivor e Odino riportando nel cast tanti personaggi apparsi nella vicenda principale. Sicuramente interessante ma, in tutta onestà, crediamo di averne ricevuto a sufficienza di contenuti dedicati a Valhalla, e siamo stanchi di vedere Ubisoft utilizzare questo titolo come una sorta di soft game as a service utile per tappare i buchi fino al 2023, anno in cui vedrà la luce Assassin’s Creed Mirage.

Che cos'è Infinity?

Sin dall'inizio, dall'istante in cui la presentazione è cominciata, speravamo di arrivare a questo punto, di scoprire cos'è Infinity. Dopo una manciata di chiacchiere e annunci siamo stati accontentati, anche se le dichiarazioni in proposito non sono state sufficienti a smarcare ogni dubbio: "Infinity non è un gioco", così ci è stato detto; è la piattaforma che, tra un po' di tempo, conterrà tante esperienze differenti, titoli definiti "flagship" dalla stessa compagnia, non espansioni o giochi a basso budget (Red e Hexe dovrebbero essere le prime esperienze all'interno di Infinity).

Insomma, non sarà un game as service a là Destiny, o almeno così pare. Da non sottovalutare, però, è il fatto che non disponiamo delle informazioni necessarie per sapere se nel tempo si avvicinerà o meno a dinamiche simili, dal momento che la stessa azienda ha annunciato di essere intenzionata a riabbracciare meccaniche multiplayer. Ciò detto, più sentiamo parlare di questo Infinity, e questa volta persino in via ufficiale, più pensiamo possa trattarsi di una sorta di gigantesco Abstergo all'interno del quale gli utenti s'incontrano e si raccontano le varie esperienze a tema Assassin's Creed. Rimangono però nostre fantasie, che speravamo di sostituire con informazioni più esplicite.

In conclusione, il futuro di Assassin's Creed è sicuramente ricco e promette di interessare sia i giocatori affezionati al vecchio corso, sia i nuovi arrivati. Proprio per questo, vi invitiamo a dire la vostra nei commenti, a raccontarci cosa ne pensate di tutti questi progetti, nonostante la carenza d'informazioni in alcuni casi.