Ecco le R4 pugliesi per craccare il Nintendo DS

Un quarantennte di Barletta è stato indagato dalla Guardia di Finanza per aver importato e prodotto circa 60.000 R4, i chip-memoria che consentono la riproduzione di giochi scaricati illegalmente, o delle copie di backup, sul Nintendo DS. L'azienda responsabile della produzione, con sede a Hong Kong, era intestata a suo nome.

Avatar di Roberto Caccia

a cura di Roberto Caccia

La Guardia di Finanza di Pordenone ha scoperto che un quarantenne di Barletta ha prodotto e importato dalla Cina circa 60mila R4, le famose schede che modificano il Nintendo DS permettendo la riproduzione di giochi scaricati illegalmente, o di copie di backup.

Tutto è partito dalla fiera del radioamatore di Pordenone, dove un venditore commercializzava le schede R4, nascoste all'interno di quelli che sembravano comunissimi adattatori MicroSD-USB. Le indagini hanno permesso di accertare che il venditore aveva acquistato questi dispositivi dal grossista pugliese finito al centro delle indagini.

Le schede R4, famose per consentire la riproduzione di immagini dei giochi sul Nintendo DS

Sulla confezione di questi prodotti era riportato chiaramente il sito web del produttore, riconducibile ad una società di Hong Kong. Durante la perquisizione effettuata presso il grossista si è scoperto che l'azienda produttrice era in realtà intestata a suo nome.

I dispositivi sono giunti in Italia tramite corriere, la maggior parte attraverso spedizioni aeree, ma anche tramite container, via mare. Numerosi i clienti in tutto il territorio nazionale, dato che i prodotti sono stati distribuiti attraverso gli stessi canali di vendita dei prodotti legittimi. In totale sono state identificate 38 attività commerciali che hanno acquistato questi dispositivi illegali per rivenderli a prezzo maggiorato.

I dispositivi erano occultati all'interno di adattatori MicroSD-USB - Clicca per ingrandire

I numeri dichiarati dalla Guardia di Finanza evidenziano 59.875 dispositivi importati nell'arco di un anno, di cui almeno 22.000 sono stati venduti a commercianti al dettaglio. 159.034 euro il ricavo accertato da parte del grossista, anche se a causa del prezzo variabile e della vendita sottobanco di questo prodotto si ipotizza che il commerciante sia riuscito a guadagnare quasi 2 milioni di euro.