Eden Tomorrow Recensione, un viaggio sci-fi in VR

Eden Tomorrow è un'avventura fantascientifica, primo gioco in VR di Soul Pix, società attiva nel mondo cinematografico e negli showreel VR.

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a cura di Mario Petillo

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Quanta difficoltà che sta attraversando il VR nel proporre prodotti vincenti, funzionanti e che facciano parlare di sé. Al di là di qualche sparuto tentativo riuscito, il resto delle produzioni fa davvero tanta difficoltà a emergere e sollevarsi dal mare magnum di prodotti che risultano sempre monche o comunque realizzate con poca verve. Eden Tomorrow è una di queste, andando persino a ricalcare un po' delle orme lasciate da Robinson: The Journey, sfortunato titolo di Crytek tra i primi a essere pubblicato per PlayStation VR.

La vena sci-fi è praticamente la stessa, così come l'ambientazione, che ci proietta in un pianeta alieno, sconosciuto, circondati da panorami che effettivamente risultano essere mozzafiato, a partire da quello che ci mostrerà la caduta che faremo con la nostra capsula di salvataggio in un tuffo in verticale, rimanendo completamente in piedi, fino a quando ci guarderemo intorno per osservare le rocce che ci circondano. Così come il titolo di Crytek, tra l'altro, saremo accompagnati da un assistente robotico con il quale potremo anche switchare i comandi, prendendone possesso e approfittando di quelle che sono le sue caratteristiche e competenze.

Eden Tomorrow, nel pianeta delle creature misteriose

L'incipit di Eden Tomorrow, in ogni caso, si presenta in maniera davvero debole e sembra messo lì appositamente per dare un senso alla vicenda narrata: un aspetto che appiattisce tantissimo il senso di mistero, perché ci troveremo ben presto in un'avventura esclusivamente basata sull'esplorazione, ma scarica di inventiva.

L'atterraggio con la nostra capsula, come già detto poc'anzi, non è dei migliori e l'impatto è talmente duro da portarci a perdere la memoria: un espediente davvero di scarso acume, atto solo a giustificare il tutorial che di lì a poco ci porterà ad apprendere tutti i movimenti e le attrezzature a nostra disposizione, tra scanner e visori in AR. Il droide che ci supporterà in tutta l'avventura si chiama Newton e potremo azionarlo soltanto nel momento in cui ci ritroveremo all'interno di un'area di sicurezza, uno scudo: per quanto la sua presenza, che è davvero troppo simile a quella del robot di Robinson: The Journey, sia utile in alcuni frangenti, in altri è davvero fuori luogo. I suoi monologhi, essendo il nostro personaggio muto, sono lunghi, prolissi e ci costringono anche a restare immobili a osservarlo e a scuotere la testa per annuire o dissentire.

Quando ci ritroveremo nei panni del nostro personaggio, invece, avremo la possibilità di girovagare piuttosto liberamente in tutto l'ambiente: possiamo dire con tranquillità che non abbiamo riscontrato problemi di motion sickness, anzi quando eravamo nei panni di Newton ci è stato anche suggerito, sempre dall'intelligenza robotica, di ridurre la visuale per poterci muovere più liberamente senza soffrire di dolori di stomaco. La rotazione della telecamera avviene a scatti, senza avere un movimento fluido che andrebbe, se spinto a velocità elevato, ad aumentare vertiginosamente il senso di nausea. Eden Tomorrow, d'altronde, sotto l'aspetto tecnico è davvero molto fluido, lo scenario è gradevole da osservare e tutto è piacevole da guardare: non ci sono problematiche di sorta da quel punto di vista e con tutti i limiti di una produzione in VR, è piacevole vivere il mondo di gioco.

Camminare nelle terre isolate

Ciò che effettivamente manca a Eden Tomorrow è il gameplay. Nella zona che ci permetterà di prendere il controllo di Newton ci ritroveremo presto ad approcciare i primi puzzle da risolvere: non solo la varietà è molto scarsa, nel corso del gioco, ma anche al risoluzione è molto basilare. Oltre al dover recuperare alcuni oggetti disseminati nello scenario troveremo solo barriere da frantumare per liberare il passaggio al personaggio umano che controlliamo. Non c'è alternanza e gli unici altri momenti in cui dovremo effettivamente affrontare degli enigmi saranno esclusivamente legati all'equilibrio, sia per attraversare dei baratri sia per accostarci a una parete e costeggiarla per andare da un punto all'altro. Altri aspetti che ci hanno tenuto per il fiato sospeso per qualche secondo sono rappresentati da alcune strane siringhe pronte a pungerci e che ci hanno costretto a tentare una impacciata schivata. Per il resto Eden Tomorrow mostra sin da subito la sua natura di walking simulator, a velocità molto moderata e controllata.

Il problema è che tale velocità oltre a essere moderata è anche frastagliata: il ritmo ne risente e a colpirlo nel pieno è la necessità di dover sempre attendere un breve caricamento prima di una sessione da affrontare in maniera diversa dal semplice incedere.

Nelle già citate sessioni di equilibrio su un ponte, dovremo ad esempio attendere che la sequenza si carichi e una volta arrivati dall'altro lato che lo faccia nuovamente, per rimetterci sulla retta via. Una limitazione tecnica che infastidisce facilmente e che annulla quella che è la gioia data dall'esplorazione, che come già detto è davvero gradevole, per tutti gli scorci di scenario che offre il titolo. Sin dall'inizio vi ritroverete a volgere lo sguardo verso l'alto, non per ripetere le stesse banalità di sempre legate al VR e alla sua capacità di donare immersione, ma semplicemente perché l'ambiente nel quale vi trovate merita davvero di essere scandagliato ed esaminato a dovere.