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Pro
- Un titolo per tutti
- Ottima direzione artistica
- Un atto d'amore per la disciplina
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Contro
- IA con qualche problema di troppo
- Nessuna vera modalità multiplayer
Il verdetto di Tom's Hardware
Italiani popolo di santi, poeti e navigatori, ma anche di allenatori di calcio e appassionati di Formula 1. Complice il grande fascino del cavallino rampante e delle rosse livree che hanno entusiasmato intere generazioni, le gare in monoposto hanno infatti saputo ritagliarsi un posto nel cuore di tutti noi, regalandoci pomeriggi di passione e grandi trionfi.
Un amore, quello verso la disciplina della Formula 1, che l’italianissima 3DClouds ha voluto celebrare con Formula Legends, opera in uscita domani su PC, Xbox, Switch e PlayStation e della quale vi abbiamo già parlato più volte negli scorsi mesi. Complice il lancio del titolo siamo tornati sulle sue piste e siamo finalmente pronti a raccontarvi qualcosa di più a riguardo.
Un viaggio nel tempo
Come vi avevamo raccontato provando la demo, la cosa più evidente appena ci si immerge in Formula Legends è il grande amore verso la materia con il quale è stato creato il titolo. Nel gioco sono infatti presenti vetture e tracciati dagli anni ’60 ad oggi, tutti basati su un universo fittizio con nomi e marchi che richiamano i corrispettivi reali, in modo tale da trattare praticamente l’intera storia della disciplina.
Il bello è che, oltre che ovviamente alle auto, anche le piste si evolvono decade dopo decade, cambiando sotto numerosi aspetti e punti di vista. Una delle cose che più abbiamo amato durante le nostre ore in compagnia di Formula Legends è infatti stato osservare le differenze tra le varie versioni del medesimo tracciato, ammirandone la cura con la quale 3DClouds ha voluto raccontarci questo suo personale viaggio nel tempo a tema motori e chicane.
Pure la direzione artistica scelta, che potrebbe all’apparenza sembrare semplicistica, è perfetta per quello che vuole raccontare lo studio milanese, ossia la sua personale visione della Formula 1. I colori e lo stile minimale, come potete comodamente osservare dalle foto a corredo di questa recensione, restituiscono infatti delle ottime sensazioni e ben si sposano con la volontà di 3DClouds di creare un gioco pensato per accontentare una grossa platea di pubblico.
Grandi appassionati e piloti della domenica
Una volta scesi in pista, pad, tastiera o volante alla mano, ci si ritrova infatti dinnanzi un’opera capace di offrire guizzi sia da simulatore che da racing game arcade, il tutto senza spingere troppo sull’acceleratore né da una parte né dall’altra. Non aspettatevi insomma migliaia di possibilità né un sistema di guida all’acqua di rose, bensì un qualcosa che riesce a star bene con un piede in entrambe le scarpe.
Grazie ai giusti aiuti alla guida, che possono essere attivati o disattivati a piacimento, Formula Legends balla infatti saggiamente sul confine tra i due generi, riuscendo a soddisfare un gran numero di giocatori. Sia che siate degli sfegatati della disciplina sportiva sia che vogliate semplicemente svagarvi per una mezz’oretta, insomma, troverete pane per i vostri denti.
Gli appassionati potranno ad esempio divertirsi con svariate tipologie di ruote e alcune meccaniche con il Battery Recovery System o il Wind Reduction System, capaci di farci andare più veloci in determinati frangenti. Sfruttandoli nel modo giusto è possibile ottenere grossi vantaggi in gara, mentre un loro utilizzo poco saggio potrebbe portarci a finire contro qualche muretto. Degno di nota è anche il sistema di pit stop, che offre un semplice ma divertente minigioco a mo’ di quick time event, che se ben svolto permette di salvare secondi preziosi.
Formula Legends offre in particolare tre modalità di gioco. La prima prende il nome di Story Mode e racconta l’evoluzione delle gare in monoposto nel corso degli anni, facendoci conoscere sia le diverse vetture che i quattordici differenti tracciati presenti in gioco. Un ottimo modo per prendere confidenza con il titolo e anche ammirare da più vicino l’evoluzione di mezzi e tracciati, facendosi trascinare dalla loro evoluzione.
Tramite i risultati ottenuti durante la Story Mode è poi possibile sbloccare anche altre auto e piloti, andando ad arricchire il proprio garage virtuale. Piloti che non sono dei meri prestanomi, ma offrono anche dei bonus durante la gara. Alcuni, per esempio, sono in grado di dare il massimo con la pista bagnata, mentre altri sono particolarmente bravi nei pit-stop veloci.
Trovano poi spazio in Formula Legends anche una modalità Time Attack, dove l’obiettivo è quello di far segnare il giro veloce della pista, e una modalità in cui andare a creare il proprio campionato a piacimento, modificando tutta una serie di opzioni. Grandi assenti per ora sono invece purtroppo le modalità a più giocatori, che si sarebbero sposate benissimo con la natura e lo spirito del gioco.
L'unica cosa che conta è vincere
Alla fine dei conti il tutto funziona tutto sommato bene bene e ci siamo divertiti a correre nelle piste digitali create da 3DClouds in sella a delle monoposto davvero ben realizzate. Lo stile minimale, l’abbiamo già detto ma ci teniamo a ripeterlo, è poi davvero azzeccato e riesce a rivelarsi un quid non indifferente dell’intera esperienza. Da non sottovalutare è poi il sound design, soprattutto quello dei motori.
Rivedibile è invece sicuramente l’intelligenza artificiale degli avversari, che abbiamo visto più volte scontrarsi tra di loro, incastrarsi momentaneamente in un angolo o aggredire le nostre ruote posteriori causandoci dolorosi testacoda. Il passaggio tra bello e brutto tempo, che dona alle gare quel pizzico di imprevedibilità in più, è poi eccessivamente repentino e ci è capitato ad esempio di entrare in un pit stop con il sole cocente e uscirne cinque secondi dopo con la pista ben bagnata.
Senza aiuti alla guida, che noi abbiamo abilitato dopo una manciata di gare, l’esperienza è poi forse un po’ troppo punitiva, dato che i testacoda e le fuoriuscite di pista sono all’ordine del giorno. Considerando poi come la possibilità di ritornare in pista dopo qualche incidente richieda troppo tempo, è evidente come anche un semplice errore sia fatale, pure ai livelli di difficoltà più bassi.