Gli sviluppatori di Arma III rischiano 20 anni di carcere

Gli sviluppatori di Arma III arrestati più di due mesi fa in Grecia con l'accusa di spionaggio sono ancora in carcere e si fanno sentire con una lettera in cui ringraziano tutti i sostenitori. Nel frattempo anche il presidente della Repubblica Ceca chiede l'appoggio del presidente greco, ma la libertà su cauzione è stata respinta e bisognerà procedere con il processo.

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a cura di Roberto Caccia

Gli sviluppatori di Arma 3 tornano a farsi sentire a più di due mesi di distanza dalla loro incarcerazione. Ricordiamo che i due dipendenti di Bohemia Interactive sono stati arrestati con l'accusa di spionaggio per aver fotografato illegalmente alcune installazioni militari.

Martin Pezlar e Ivan Buchta

"Vogliamo ringraziare tutti per il supporto mostrato alla nostra causa. Dopo due mesi faticosi è importante per noi sentire (o meglio leggere) parole d'incoraggiamento e scoprire che non siamo stati dimenticati. Ci trattano bene, ma preferiremmo stare con le nostre famiglie piuttosto che qui", scrivono i due sviluppatori in una lettera indirizzata a tutti i sostenitori.

"I vostri sforzi ci rendono più facile gestire la situazione: gradiamo molto le cartoline, le notizie dalla community, le foto e i rompicapi regolarmente inviati dallo staff di questo magnifico sito (helpivanmartin.org). Sembra che ci vorrà ancora un po' di tempo prima di riuscire a tornare a casa e sicuramente dovremo affrontare molte altre cose", si legge nella lettera di Martin Pezlar e Ivan Buchta.

"Vogliamo ringraziare anche chi ha firmato la petizione, 14.000 firme sono tantissime e ci fanno ben sperare, a prescindere dalle difficoltà", concludono i due sviluppatori.

(Ricordatevi di attivare i sottotitoli)

Nel frattempo in Repubblica Ceca si è tenuta una protesta per le vie di Praga e anche le massime autorità nazionali si sono mosse per intervenire sulla questione. Il presidente della Repubblica Ceca, Václav Klaus, ha richiesto il coinvolgimento diretto di Karolos Papoulias, l'attuale presidente della Grecia.

"La questione è molto importante per tutti i cittadini cechi e anche per me, come Presidente della Repubblica. Ci preoccupiamo delle sorti dei nostri cittadini in qualsiasi luogo del mondo. Non ho dubbi che le autorità greche considereranno questo sfortunato caso in modo imparziale e indipendente. Nemmeno io voglio interferire in alcun modo con il loro lavoro. Quello che voglio chiedere al Presidente è di seguire la questione con un'attenzione speciale, considerando gli eccellenti rapporti fra le nostre nazioni", spiega Václav Klaus.

Nelle ultime settimane è stata tuttavia respinta la richiesta di libertà su cauzione dei due detenuti, che a quanto pare dovranno affrontare il processo. Il rischio per i due giovani sviluppatori è di trascorrere vent'anni di carcere in caso di un verdetto di colpevolezza.