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Gungrave G.O.R.E. | Recensione

Siete pronti a un'avventura frenetica e colma di proiettili con il ritorno di una storica saga con Gungrave G.O.R.E.?

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Non molti probabilmente si ricorderanno di Gungrave, saga action TPS nata a inizio anni 2000 su PS2 la cui ultima apparizione è uno sfortunato episodio per realtà virtuale uscito oramai quasi un lustro fa. Un franchise capace di produrre qualche titolo tutto sommato discreto e, soprattutto, in grado di offrire un immaginario particolarmente accattivante, tanto da ricevere anche un adattamento anime più che convincente. Un qualcosa, insomma, dotato di più di una freccia al proprio arco e che Iggiymob e Prime Matter hanno deciso di riprendere in mano con Gungrave G.O.R.E., titolo in uscita oggi su PC, PlayStation e Xbox. Sarà riuscito questo revival di Gungrave a riportare in auge un brand colmo di potenziale o le avventure dell’implacabile Grave si sono rivelate oramai demodé? Dopo diverse ore di gioco posso finalmente portarvi una risposta a questa domanda.

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Gungrave G.O.R.E.: nuovi nemici, vecchia minaccia

Gungrave G.O.R.E. riprende in mano la narrativa da dove era stata lasciata con Gungrave Overdose del 2004, ponendosi come un sequel diretto dei primi due episodi della saga usciti nei primi anni del nuovo millennio. Nonostante sia quindi un seguito, l’ultima fatica di Iggiymob e Prime Matter riesce comunque a essere tutto sommato fruibile a livello di trama anche per i neofiti, dato che presenta una nuova organizzazione criminale da sgominare, anche se dietro a tutto vi è comunque ancora il seed, potente droga in grado di trasformare le persone in orrendi e potenti abomini. A facilitare il tutto, e a permettere anche una rinfrescata narrativa a tutti coloro che ne hanno bisogno, sono fortunatamente dei brevi filmati nel menu principale, che raccontano tutto quanto successo dei primi due episodi della serie.

Come potrete immaginare, però, seppur dotata di qualche momento tutto sommato discreto, la trama di Gungrave G.O.R.E. fa soprattutto da sfondo a quello che è il gameplay di gioco, che si sviluppa su una sparatoria dietro l’altra. Una spirale di proiettili sempre maggiore di livello in livello, in cui saremo chiamati a combattere criminali, mutanti, grosse macchine da guerra e altro ancora. Il tutto in compagnia di un paio di pistole, diverse abilità speciali e una grossa bara da utilizzare per i combattimenti ravvicinati.

Un action TPS direttamente dal passato

Il primo pensiero che ho avuto, una volta cominciata la mia avventura con Gungrave G.O.R.E., è stata quella di aver fatto un tuffo nel passato, in un’epoca in cui a regnare supremo nel medium videoludico erano altri driver. L’opera di Iggymob mi ha infatti catapultato letteralmente a una decina di abbondante di anni fa, quando produzioni più spensierate e meno impegnate a livello narrativo ed emozionale erano decisamente più copiose che ora.

Un salto nei tempi che furono tutto sommato agrodolce, in cui certe cose mi hanno regalato ottimi ricordi e altri decisamente meno buoni. Diversamente da un titolo come King’s Bounty 2, che seppur appartenendo a un genere completamente diverso era riuscito in modo magistrale a catturare sistemi di gioco del passato in ottica moderna, qui la commistione non funziona sempre a dovere.

L’impianto di gioco di Gungrave G.O.R.E. è alla fine dei conti semplice e lineare, ma comunque tutto sommato appagante. I vari livelli di gioco si svolgono infatti tra corridoi e stanze più o meno ampie, in cui dovremmo procedere incessantemente come dei biechi mietitori eliminando le decine di nemici che il gioco ci sparerà contro. Certo, di tanto in tanto fanno capolino delle piccole variazioni del tema, come scenari da completare in un determinato periodo di tempo o obiettivi da difendere, ma per il resto il leitmotiv di gioco rimane il medesimo per la decina di ore circa necessarie per portarlo a compimento.

La maggior parte del nostro tempo in compagnia di Grave si svolgerà con il dito su R2 o su qualsiasi altro comando utilizziate per sparare, con le nostre bocche di fuoco che difficilmente avranno qualche istante di sollievo. A rendere il tutto un po’ più vario sono la grande bara sulle spalle del nostro alter-ego digitale, che può essere utilizzata per i combattimenti melee e per rimandare al mittente qualche proiettile troppo cresciuto, e, soprattutto, gli attacchi speciali. Riempiendo un dato indicatore in un HUD presa a piene mani dai primi episodi della serie è infatti possibile scatenare potenti attacchi dal forte impatto cinematografico, capaci di radere al suolo quasi ogni minaccia. A completare il tutto sono poi una serie di altre piccole meccaniche, come i colpi caricati o la possibilità di lanciarsi a lato per schivare qualche assalto nemico.

Un sistema di combattimento quindi alla fine dei conti abbastanza completo e in grado di portarsi sulle spalle l’intero potenziale bellico di Grave. Il problema è che, combinato all’incessante ritmo di gioco che ci spara continuamente contro nemici su nemici, a lungo andare il tutto diventa ripetitivo e non così appagante come nelle prime ore di gioco. Prenderlo a piccoli spezzoni, così come è inteso del resto visto l’elevato numero di livelli da una durata di qualche decina di minuti, è quindi il modo migliore per godersi Gungrave G.O.R.E..

Uno dei grandi problemi di Gungrave G.O.R.E. è il suo essere costellato, anche nei primi livelli di gioco, da alcune sezioni altamente frustranti e mal bilanciate. Il tutto anche ai livelli di difficoltà più bassi. Capita, infatti, soprattutto nei punti in cui, oltre a combattere con le orde avversarie, bisogna evitare di cadere da qualcosa, come un treno in corsa o una piattaforma in movimento, di trovarsi ripetutamente a terra e di fronte alla schermata di Game Over. A rendere il tutto ancor più complesso e incline alla frustrazione è poi il fatto che alcune di queste situazioni sono anche a tempo, con il livello di difficoltà che sale di conseguenza ancor più artificiosamente. Non scherzo quando dico che, anche nelle primissime ore di gioco, ho dovuto tentare decine e decine di volte certi passaggi e sono quasi arrivato al punto di lasciare lì il tutto. La speranza, questa volta assolutamente doverosa, è che tali sezioni vengano pesantemente rimaneggiate con qualche fix futura per renderle meno punitive, togliendo ad esempio qualche mina o avversario dotato di lanciarazzi.

A completare il tutto vi è infine qualche piccola meccanica da gioco di ruolo, annidata fortemente con quella che è l’anima arcade del titolo. Completando i livelli di Gungrave G.O.R.E. con un elevato punteggio, mettendoci quindi poco, eliminando ogni minaccia e così via, si ottiene infatti una valutazione e un determinato numero di punti. Tali punti possono essere utilizzati in un menu apposito in diversi modi, come potenziando le statistiche passive di Grave o sbloccando nuove combo o abilità speciali. Nulla di trascendentale, quindi, bensì un piccolo e piacevole escamotage per incentivare i giocatori a ottenere un punteggio maggiore e sbloccare sempre più contenuti procedendo con il gioco.

L'appeal del proiettile

Tecnicamente parlando l’ultima fatica di Iggymob e Prime Matter non è di certo una fuoriserie, ma riesce comunque a destreggiarsi tutto sommato bene anche secondo quelli che sono i parametri odierni. Non aspettatevi quindi virtuosismi tecnici all’ultimo grido, texture avveniristiche o chissà che altro, bensì un titolo onesto, che non eccelle ma non delude neanche. Le animazioni di Grave sono infatti riuscite, soprattutto quando il granitico antieroe si cimenta in qualche particolare danza della morte, e quelle che sono le esplosioni ricreate tutto sommato bene. Anche le schiere nemiche non deludono in quanto a varietà, sebbene, data la grande mole di avversarie che ci troveremo dinnanzi, la sensazione di combattere contro dei cloni non è troppo inusuale.

Se sul lato tecnico Gungrave G.O.R.E. è insomma un’opera senza infamia né lode, su quello artistico il titolo di Iggymob ha qualche carta in più, a partire dallo stilisticamente carismatico protagonista. Grave, grazie anche al suo caratteristico arsenale e al suo aplomb impeccabile nel seminare morte, riesce infatti a innalzare il tutto di una tacca, anche nei livelli meno ispirati. Il quid in più del titolo, inutile nasconderlo, risiede infatti proprio nel taciturno mietitore, un personaggio curato nientepopodimeno che da Ikumi Nakamura e che, come abbiamo avuto modo di vedere anche nell’anime dedicato, è in grado di non sfigurare neanche in altri media.

Voto Recensione di Gungrave G.O.R.E.


6

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • l ritorno di uno stiloso antieroe

  • Frenetico

  • Ha i suoi buoni spunti

Contro

  • Gravi problemi di bilanciamento in alcune sezioni

  • Alla lunga ripetitivo

Commento

Gungrave G.O.R.E. è un tuffo nel passato non completamente indolore, che riporta in vita una storica saga in un modo tutto sommato riuscito per quanto non certo perfetto. Al netto di problemi di bilanciamento e un gameplay alla lunga ripetitivo, Grave e le sue due pistole hanno infatti anche al giorno d’oggi qualcosa da dire. Il tutto, ovviamente, in un modo estremamente stiloso

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Gungrave G.O.R.E. - PC

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