Il deal tra Activision e Microsoft sta mandando in tilt le community

L'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft sta facendo emergere dei problemi all'interno delle community.

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a cura di Alessandro Adinolfi

La possibile acquisizione di Activision da parte di Microsoft e la possibilità che Call of Duty finisca nelle mani del colosso di Redmond sta mandando in tilt le community e dimostra, ancora una volta, che il pubblico dei videogiochi non è ancora pronto per affrontare discussioni del genere. A darci la prova di come i giocatori (ma anche alcuni giornalisti) non siano in grado di discutere apertamente di questo deal, dividendosi in vere e proprie tifoserie ci ha pensato un tweet di Ricardo Cardoso, che lavora a Bruxeless e per l'Unione Europea.

Nella giornata di ieri, Cardoso ha pubblicato un cinguettio inerente all'acquisizione di Activision e Microsoft. "La Commissione sta lavorando per assicurarsi che possiate giocare Call of Duty su altre console (inclusa la mia PlayStation)". Provocazione? No, semplice ironia, perché il post prosegue, prendendo in giro la Commissione Europea stessa per la scelta dell'immagine di testa del comunicato stampa che ha annunciato investigazioni più approfondite in merito a questo deal. "Altre cose che dobbiamo fare: aggiornare le nostre immagini stock. Questi due hanno un controller cablato, ma è dal 2006 che Xbox e PlayStation utilizzando pad wireless".

Su Cardoso si è abbattuta una tempesta di dimensioni poco ipotizzabili, scatenata dall'idea che nell'Europa ci sia qualche strano bias. Carodoso è infatti intervenuto successivamente, spiegando che lui non ha nulla a che fare con l'acquisizione e che tutti i suoi tweet sono in realtà punti di vista personali. E poi deve, incredibilmente, ribadire l'ovvio, ovvero che "tutte le decisioni della commissione saranno prese basandosi sulla legge e sui fatti".

L'Unione Europea, così come la CMA, sono obbligate a indagare in maniera approfondita su questo deal. E tutti i dubbi sono ovviamente più che leciti, ma questo non deve dare diritto ai giocatori, alle community e ovviamente a chi ne approfitta per fare console war di schernire, attaccare e anche insultare chi prova a fare una singola battuta sui social. E questo ennesimo fatto ci dimostra come ci sia ancora tantissima strada da fare per l'educazione del pubblico di questo settore.