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a cura di Ecleto Mucciacciuoli

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Minecraft non è l’unico strumento creativo adatto ai piccoli. Di recente ho avuto un approccio molto più sensibile e interessato riguardo al binomio bambino-videogioco. Sarà che il mio cuginetto più piccolo si sta facendo cullare dal luccichio di questo settore, oppure che mi vede come una sorta di eroe, ma capisco che ci sono strumenti di qualità da poter sfruttare. Il discorso mi imbarazza, ma ho capito meglio i suoi gusti e ho compreso cosa nel suo gruppetto di amici è considerato genuinamente meraviglioso. Mi ha affascinato questo confronto, anche perché spesso commentiamo il rapporto dei bambini con il videogioco come qualcosa di lontano e vincolato alla statistica.

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Occorre comprendere cosa alimenta il loro interesse e come canalizzare la loro vivacità, anche in ottica didattica. Non sempre osserviamo da vicino come i colossi del settore plasmano le giovani menti e quali prodotti sono invece la benzina perfetta per alimentare il loro ingegno. Il confronto e il dubbio mi hanno quindi spinto a rivalutare cosa sappiamo e cosa ci sfugge. Si tratta sempre di un riscontro basato sull’esperienza del singolo, ma i racconti anche dei passatempi degli altri bambini, e la percezione che essi hanno di alcuni strumenti, mi ha fatto ragionare.

Nutrire le giovani menti del domani con Minecraft

Scrivo questo articolo dopo un sano confronto e provando a consigliare a un bambino - e genitore - del domani quali potrebbero essere le opere adatte all’apprendimento e all’ampliamento degli orizzonti creativi. Quali opere possono stimolare il nostro flusso immaginifico? L’età che sancisce l’ingresso dei più piccoli nel mondo videoludico è un dibattito complesso e delicato, su cui non desidero sentenziare. Sono tuttavia dell’avviso che conta di più “cosa” noi diamo in pasto a queste giovani menti, piuttosto che il “quando”.

Sono uno strenue difensore di chi fa approcciare alla scrittura e disegno i propri pargoli, ma non sono gli unici strumenti che liberano la magia creativa sin dalla tenera età. Molti giochi elaborano un’azione semplice già esistente, come la costruzione e la migliorano grazie alla tecnologia, offrendo un’alternativa galvanizzante e più digeribile. Pensiamo, ad esempio, al valore culturale e sociale che cela Minecraft. Il sandbox in questione è un record da tempo immemore ormai. Il titolo è il più cercato sui motori di ricerca, viene già usato da alcune istituzioni nel campo dell’apprendimento ed ha benefici creativi senza eguali.

Mondi modellabili per menti curiose in Minecraft

Si possono creare costruzioni di varia forma e grandezza, tanto stupende da contemplare, quanto semplici e gratificanti da edificare. Il costante senso di apprendimento e la semplicità nel modellare le lande cubettose che si aprono a perdita d’occhio, rendono l’opera fruibile da chiunque. La diluita, ma costante, sensazione d’apprendimento non è un ostacolo e invoglia la mente a sperimentare. L’esperienza si trasforma così in una sorta si luogo sicuro, dove coltivare la creatività e rendere più flessibile la materia grigia.

Osservavo incuriosito il mio cuginetto giocare e mi rendevo conto di come quel senso di libertà creativa gli permeasse lo spirito e si mettesse costantemente alla prova per dar vita all’impossibile. Cubo dopo cubo la sua idea prendeva forma nel digitale senza sforzi e cercava ogni pretesto per renderla più appetibile e conforme alla sue sue fantasticherie. L’assenza di vincoli e il sano panorama plasmabile che aveva davanti a sé lo avevano reso consapevole di poter “creare”, più che “simulare”. Una distinzione netta e importante sul piano didattico, perché si tende ad accademizzare e smussare il pensiero creativo in tenera età, quindi tenerlo flessibile e allenato è oro per una mente in formazione. Sarebbe come inondare una stanza di mattoncini e stare ore a progettare su come usarli.

Il lavoro di Media Molecule

I giochi sandbox, per definizione, sono strumenti creativi senza limiti nelle mani dei fruitori più curiosi. Avere un mondo virtuale interamente modellabile e tanti modi per adattarlo al proprio immaginario sono preziose qualità da far assimilare a un bambino. Sotto di un gradino rispetto a un’opera senza tempo come Minecraft, troviamo molte delle creazioni di Media Molecule. Il team di sviluppo ha dato luce e brillantezza a creazioni del calibro di LittleBigPlanet e Dreams, prodotti che, nel cuore di tanti fruitori, sono divenuti ricordi dall’eco creativo emozionante. Il valore critico della saga del pupazzo di pezza è davvero pregevole, tanto che per tanti appassionati si tratta di una delle serie ludiche più amorevoli della storia.

LittleBigPlanet aveva curato negli anni una personale modalità creativa che permetteva ai player di creare e pubblicare alcune creazioni. Grazie all’ausilio di una manciata di tutorial divertenti e stimolanti, persone di tutte le età potevano costruire da zero livelli di gioco e condividerli con altri giocatori. I risultati furono clamorosi. La community diede alla luce scenari pregni di passione, che non erano altro se non il riflesso della loro contagiosa creatività. Ogni esperimento creativo pubblico e livello costruito spingeva tanta altra gente a proporre qualcosa di personale. Tutti potevano essere parte di una community votata alla creatività e allo stimolo artistico. L’evoluzione finale della poetica di Media Molecule è stato Dreams.

Strumenti creativi illimitati in Minecraft e Dreams

Il gioco non è altro che il culmine del desiderio immaginifico forgiato dal team nelle modalità creativa di LittleBigPlanet in un unico progetto. Si tratta di una fucina virtuale, dove dare ampio respiro alla propria ambizione artistica. All’interno di Dreams è, infatti, possibile creare molti piccoli giochi anche di generi diversi. Uno strumento dal potere praticamente illimitato che, nelle mani di un piccolo giocatore di poco più di 10 anni, permette di allenare la mente e dare sfogo all’immaginazione, migliorando anche l’apprendimento. Immaginazione è sinonimo di Media Molecule.

Ci sono ovviamente tante menzioni onorevoli, come Chicory A Colorful Tale, la saga di Paper Mario, LEGO Worlds e Trove, per esempio, che sono un’estensione dei concetti già sviscerati in precedenza, ma il risultato è lo stesso. L’obiettivo dell’articolo è quello di indicare da quale genere videoludico partire per allenare e stimolare la creatività, sin dalla tenera età, non per forza vincolandolo a un nome. Il videogioco possiede un enorme valore didattico e lavora in sinergia con l’apprendimento base per valorizzare alcune qualità che richiedono allenamento. Problem solving, ragionamenti “out of the box”, flessibilità mentale e acume sono abilità che germogliano nelle menti stimolate in modo sano e senza vincoli.

Giocatori consapevoli e cittadini dalla mente aperta

Curare questo aspetto della vita è utile non solo in ottica professionale, ma vi migliora anche come esseri umani. Così rimbalzo la lista dei suggerimenti anche a chi, come me, ha ricercato opere in grado di soddisfare le propria brama immaginifica, e ora vorrebbe consigliarli a un futuro piccolo giocatore. Una community più sana è anche il ritratto di una popolazione con la mente aperta e duttile, che non si piega ai limiti imposti dalla società, ma scruta oltre l’orizzonte per proporre idee impensabili. Oggi molti consumatori non comprendono che se abituiamo sin da piccini il nostro cervello a nutrirsi di dopamina e lo viziamo con il solo impulso ludico, non stiamo modellando le menti alla libertà, ma al vincolo.

Non date in pasto al vostro cervello la qualunque, ma ricercate sempre un bilanciamento con attività che rendono l’organo giovane e allenato, non vale solo per i più piccoli. I sani giocatori di oggi, saranno i protagonisti del cambiamento del domani.