Il publisher sudcoreano Krafton, casa madre di franchise come PUBG: Battlegrounds, inZOI e Subnautica, ha annunciato l'avvio di un programma di dimissioni volontarie dopo aver dichiarato la propria trasformazione in un'azienda "AI first" lo scorso mese. La decisione arriva in un momento paradossale: l'ultimo trimestre fiscale ha registrato performance record per la compagnia, con investimenti annunciati superiori ai 100 miliardi di won sia nel mercato indiano che nel settore dell'intelligenza artificiale. Un segnale chiaro di come l'industria videoludica stia ridefinendo le priorità aziendali, spostando risorse umane verso l'automazione tecnologica anche in presenza di risultati economici positivi.
Nonostante l'azienda si affretti a precisare che non si tratta di un piano di licenziamenti tradizionale, la sostanza rimane controversa. Un portavoce di Krafton ha dichiarato che "l'obiettivo principale è supportare i membri nel progettare proattivamente la propria direzione di crescita e intraprendere nuove sfide sia all'interno che all'esterno dell'azienda nell'era della trasformazione AI". La compagnia sottolinea di voler permettere ai dipendenti di decidere autonomamente se continuare internamente o espandersi esternamente, ma la tempistica solleva interrogativi sulla reale natura volontaria di queste dimissioni.
La strategia "AI First" era stata ufficializzata a ottobre dal CEO Kim Chang-han, che aveva annunciato l'intenzione di automatizzare i processi lavorativi attraverso l'intelligenza artificiale agente. "Da oggi Krafton automatizzerà il lavoro centrato sugli agenti AI", aveva dichiarato, spiegando che l'obiettivo è implementare un sistema gestionale dove i dipendenti si concentrano su attività creative e risoluzione di problemi complessi. Una visione che sulla carta sembra progressista, ma che nella pratica si traduce in una riorganizzazione che riduce gli spazi per l'occupazione tradizionale.
Durante una recente earnings call, il CFO Bae Dong-geun ha confermato il congelamento delle assunzioni, con l'eccezione delle organizzazioni che sviluppano proprietà intellettuali originali e del personale legato all'intelligenza artificiale. Una dichiarazione che chiarisce le nuove priorità: sviluppatori di IP originali e specialisti AI rappresentano il futuro dell'azienda, mentre altre figure professionali sembrano destinate a ridimensionamento. Bae ha inoltre precisato che l'obiettivo non è ridurre i costi attraverso l'AI, ma aumentare la produttività individuale a livello aziendale, una distinzione semantica che cambia poco per chi perde il posto.
Krafton non è un caso isolato nel panorama gaming asiatico. Nexon, altro gigante sudcoreano publisher di titoli come Arc Raiders di Embark Studios, vede il suo CEO Junghun Lee affermare che "è importante assumere che ogni compagnia di videogiochi stia ora usando l'AI". Lo sparatutto extraction Arc Raiders utilizza già l'intelligenza artificiale per il lavoro vocale, un'applicazione che solleva questioni etiche sul futuro dei doppiatori professionisti nel settore.