La nuova Playstation 3 sconfiggerà la pirateria

Sony potrebbe presentare nei prossimi mesi una PS3 dotata di un hardware rivisitato capace di impedire l'hacking e la pirateria. Nel frattempo proseguono le cause contro la stessa Sony per la rimozione della funzionalità Altri sistemi operativi e il procedimento contro l'hacker Geohot.

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a cura di Manolo De Agostini

Sony starebbe ultimando una PS3 Slim con hardware anti-hack. Secondo una fonte anonima che si è confidata con il sito Everything HQ l'azienda nipponica ha già "piani ben avviati" per una nuova versione della console, che dovrebbe porre un freno agli hack e alla pirateria che si stanno diffondendo da inizio anno.

Gli attuali sistemi, lo ricordiamo, hanno un problema di sicurezza che ha permesso agli hacker di entrare in possesso delle chiavi root e realizzare software homebrew, custom firmware e far girare software pirata. Sony ha risposto con firmware correttivi che non hanno risolto il problema. La presa di posizione più dura è stata quella di di bannare le console dei pirati, ma quest'ultimi avrebbero già trovato un modo per aggirare questo paletto (Nuovi guai per Sony, hacker annullano i ban su PS3).

Si vocifera che il nuovo modello di PS3 Slim dovrebbe avere un hard disk da 300 GB e un prezzo di 186,99 sterline, al cambio 222 euro circa. Secondo alcuni siti, gli sconti che si stanno diffondendo, come quello disponibile su Amazon UK (196 sterline, 233 euro, per una PS3 Slim 160GB) farebbero pensare che Sony stia cercando di liberarsi rapidamente delle console "piratabili" in circolazione per poi mettere in commercio il nuovo modello. Una strategia anti-hack insolita, non sarebbe meglio eseguire un richiamo? E poi che ne sarà della compatibilità della nuova e per ora presunta console con il vecchio software? Domande a cui per ora non ci sono risposte.

Nel frattempo le class-action contro Sony riguardante la rimozione della funzionalità "Altri sistemi operativi" va avanti. Sono cadute tutte le accuse tranne una, la violazione del Computer Fraud and Abuse Act. Un insolito destino quello di Sony, perché la legge è la stessa che sta sfruttando contro George Hotz (Geohot), uno degli hacker che ha aggirato la sicurezza di PS3.

La tesi difensiva di Sony è, almeno in qualche punto, discutibile. L'azienda ha dichiarato che non poteva sapere i videogiocatori che hanno acquistato la console volevano usare questa funzione per l'intera vita del prodotto. Secondo Sony le garanzie e i termini di servizio le danno il diritto di rimuovere funzionalità dal prodotto. In poche parole l'azienda sostiene che il sistema deve avere tutte le funzionalità con cui è stato venduto per la durata della garanzia, dopodiché Sony può fare ciò che le è consentito dai termini di servizio - che si scrive lei, ricordiamolo.

Nel frattempo George Hotz ha fatto sapere che se Sony gli offrirà il patteggiamento per chiudere il procedimento legale, lui ha già in mente cosa chiedere: il ritorno dell'opzione Altri sistemi operativi e le scuse pubbliche da parte dell'azienda. È anche disposto a barattare lo sviluppo di "un processo legittimo per gli homebrew con informazioni che consentano a Sony di realizzare nuovi firmware che non possono essere decodificati".

Chissà cosa ne pensa Sony, che al momento sembra incline a fare di tutto fuorché patteggiare. Hotz ha recentemente chiesto un aiuto economico per portare avanti il proprio percorso legale. I fondi sono arrivati, anche grazie a donazioni da parte di propri amici abbastanza ricchi da consentirgli di ampliare il team legale. Nel frattempo, Geohot porta avanti il proprio messaggio d'innocenza anche con un improvvisato e divertente rap su Youtube: