Le chimera
Una decina di stage molto ben curati e caratterizzati dall'ampio respiro dato dagli spazi e dalle lunghe visuali, nei quali un silenziosissimo Hale (non una parola in tutto il gioco) dovrà letteralmente distruggere ogni Chimera e relativi scagnozzi che incontrerà, senza dar molto peso ai compagni che purtroppo lasciano (volutamente) il campo dopo poche sparatorie. I combattimenti, sebbene intercalati da piacevoli e talvolta necessarie scene di intermezzo, sono piuttosto monotoni e poco vari, donando non poche volte un senso di deja-vu alquanto fastidioso: le Chimera sono nemici che si muovono in gruppo, sparano senza badare molto a tattica e strategie e, per questo, semplici (almeno nella maggior parte dei casi) da uccidere.
Particolare attenzione è richiesta quando arrivano smisurate raffiche di proiettili (esporsi troppo equivale comunque a morire in un attimo), ma in linea di massima l'intelligenza artificiale dei nemici (ma soprattutto dei compagni) non raggiunge i livelli di eccellenza visti da poche settimane in altri titoli. Tra l'altro le missioni si sviluppano lungo un percorso ben delimitato, senza lasciare la ben che minima possibilità di intraprendere strade alternative. Il sistema di checkpoint, che permette di continuare l'avventura da un determinato punto della missione in corso, è totalmente automatico e soffre di una disposizione ben poco sensata dei punti di salvataggio, soprattutto sul finale dell'avventura (preparatevi a ripetitivi game over).