Nulla di nuovo al fronte

Il duo Pandemic / Electronic Arts torna alla ribalta con il seguito di un buon titolo della generazione scorsa. Le premesse della vigilia erano ottime, ma i fatti dicono il contrario.

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a cura di Tom's Hardware

Nulla di nuovo al fronte

Descritto come il Messia del suo genere da Electronic Arts, Mercenaries 2 riprende in effetti la struttura base degli action game moderni: furiose sparatorie all'ultimo proiettile, esplosioni su larga scala e inseguimenti ben oltre i limiti del codice stradale. Un bene, per carità, ma nel corso dell'avventura questa condotta selvaggia ha la tendenza a perdere totalmente interesse, per via di una serie di missioni praticamente identiche l'una con l'altra. In realtà, qualche variante è sempre presente, ma solo nella prima metà di gioco il 90% degli obiettivi riguardano la solita conquista di un avamposto. Uno, due, tre, quattro, cinque volte e così via; sembrano non esaurirsi mai, al punto che passa persino la voglia di continuare. In aggiunta, perire in missione equivale a dover ricominciare tutto da zero, creando una certa frustrazione quando il tragitto da ripercorre è lungo svariati kilometri.

Come chi l'ha preceduto, il gioco ha una trama di fondo, ma per sorreggere questa baracca tremolante c'è stato bisogno di introdurre una moltitudine di sottomissioni - chiaramente ripetitive - che spaziano dalla cattura (o l'uccisione) del canonico nemico di turno alla demolizione di un edificio, passando per la raccolta di alcuni pezzi di ricambio e per alcune sfide ad obiettivo dei propri alleati (poligono di tiro, corse contro il tempo, ecc?). Considerato che la mappa di gioco si estende per kilometri, completarli tutti non è un'impresa da poco, non per altro il gioco può durare oltre una ventina ore, ma tutto dipende dalla voglia (e dal coraggio) di spingersi fino in fondo.

Un tuffo nell'antichità

Per chi non avesse mai provato il primo episodio, ecco un'infarinata sul gameplay. Il personaggio scelto all'inizio dell'avventura in singolo si evolve in un mondo completamente aperto, ma a differenza di un GTA, i civili sono pochissimi e gli scontri sono una costante. Diverse fazioni sono in lotta per il controllo delle risorse venezuelane e nel corso della trama è possibile stabilire dei contatti con ognuna di esse, giusto per avere dei validi alleati sul campo e assicurarsi dei rifornimenti d'armi. Il proprio atteggiamento può comunque mutare da amichevole a neutrale, arrivando a toccare l'ostilità. A ognuno il piacere di crearsi la propria flotta di amici e di nemici. Oltre a questi aspetti bene o male già riscontrati un po' ovunque, il titolo di Pandemic offre un paesaggio totalmente distruttibile, e questo grazie al vastissimo arsenale e ai diversi mezzi militari pilotabili. Si spazia un po' ovunque, dalle pistole ai lanciarazzi, dalle auto dei civili ai carro armati, dagli elicotteri ai cacciabombardieri. Non manca nulla, inclusa la novità assente nel primo episodio: i mezzi navali.

Cotanta beltà non potrebbe che illuminare gli occhi di chiunque, ma è qui - ahimè - che casca l'asino. Seppur la pomposità dei contenuti non manchi, è il modo in cui possono essere gestiti ad essere terrificante. Laddove Grand Theft Auto era riuscito ad assaporare la nuova generazione, Mercenaries 2 ha miserabilmente fallito: la conduzione dei veicoli sembra uscita da un videogame anni '90, in quanto la fisica spazia da momenti credibili a situazioni totalmente irreali; le sparatorie non permettono nemmeno la possibilità di appoggiarsi a un muro per nascondersi, lasciando per le mani del giocatore una "mina vagante" pronta a farsi saltare in aria da un momento all'altro. E vogliamo parlare dell'I.A. dei nemici? Tonti come pochi, gli avversari tendono a piantarsi in un punto (non strategico) e a sparare come dei forsennati, neanche stessero facendo a gara su chi termina per primo le munizioni (ah, a loro non terminano mai, giusto per precisare). In aggiunta, prendere possesso di un avamposto nemico, magari costellato da centinaia di soldati (per ucciderne uno ci vogliono comunque più proiettili del normale, a patto di centrarli in testa), decine di mitragliatrici e, perché no, un paio di tank piuttosto furiosi, è di una semplicità disarmante (tranquilli, di munizioni è pieno). E' garantito, nemmeno il miglior Rambo riuscirebbe in una tale impresa. Il motivo? Il personaggio controllato, oltre a rigenerarsi l'energia piuttosto velocemente, prima di subire il colpo di grazia mantiene uno status di semi-invulnerabilità, permettendo anche al più somaro dei videogiocatori di trovare il tempo di darsela a gambe.