Nascono i videogiochi biotici: il futuro è segnato

Un ricercatore di Stanford ha realizzato una serie di videogiochi usando organismi unicellulari viventi. Grazie a un controller si modificano alcuni parametri dell'ambiente dove vivono i microrganismi, cambiandone i movimenti e permettendo di fare una partita a giochi come PAC-Mecium, Biotic Pinball e altri.

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a cura di Roberto Caccia

Un ricercatore dell'università di Stanford ha combinato la biologia e i videogiochi per creare una nuova esperienza di gioco, usando cellule viventi per imitare i classici del passato come PacMan e Pong.

Ingmar Riedel-Kruse, fisico e assistente di bio-ingegneria presso l'università californiana, ha infatti incorporato organismi unicellulari, come i parameci, con i videogiochi, permettendo agli utenti di controllare le azioni dei microrganismi in tempo reale.

Per esempio, in PAC-mecium, lo scopo del gioco è nutrire il paramecio con piccole palline virtuali. I movimenti dell'organismo sono controllati dall'utente, modificando la polarità di un campo elettrico con un controller. Il punteggio e i movimenti sono registrati da un microprocessore e da una videocamera. Le immagini sono successivamente proiettate su un PC, dove vengono sovrapposte a un campo da gioco virtuale, in modo da visualizzare l'organismo come se fosse in un livello di Pac-Man.

"Adesso vengo a insegnarvi la fagocitosi!", il grido di battaglia del protagonista di PAC-mecium

Altri giochi, come Biotic Pinball, funzionano iniettando una sostanza chimica nell'ambiente fluido dove risiede il paramecio, in modo da farlo nuotare in diverse direzioni. PolymerRace invece funziona come un gioco di corse di cavalli. In questo caso, l'utente è collegato all'output di una macchina PCR (acronimo che significa Reazione a Catena della Polimerasi, una tecnica che consente la moltiplicazione di sequenze di DNA in breve tempo) che svolge diverse reazioni contemporaneamente.

Lo scopo di questo gioco è scegliere quale reazione impiegherà meno tempo per completare il proprio ciclo, scommettendo sul "cavallo vincente". Altri giochi includono per esempio Ciliaball e Pond Pong.

"Parliamo di microbiologia con questi videogiochi, ma usiamo soltanto forme di vita primitive", ha dichiarato Riedel-Kruse. "Non usiamo nessun organismo di livello superiore. Diversi giocatori si sono posti la domanda su dove andrebbe tracciata una linea di confine, questi giochi potrebbero essere un buon mezzo per stimolare il dialogo e le discussioni sui problemi bioetici".

Dove bisogna tracciare la linea di confine per non sollevare problemi bio-etici?

Il prossimo passo sarà usare la ricerca da diversi campi scientifici per creare nuovi videogiochi educativi. "Speriamo che giocando con questi videogame le persone realizzeranno quanto sono affascinanti questi processi, stimolando la curiosità e la voglia di scoprire e di sapere di più", sostiene Riedel-Kruse.

"L'uso che possiamo prevedere di questi giochi è principalmente educativo, per introdurre le persone alla biologia, ma stiamo anche pensando di usarli per esperimenti veri", sostiene il ricercatore.