La strategia commerciale di Nintendo per il lancio dello Switch 2 in Giappone rivela un approccio lungimirante e che, fin dal reveal della differenza di prezzo con il resto del mondo, lasciava presagire una strategia molto più complessa di quella che si poteva sminuire nelle "chiacchiere da bar". Il Colosso di Kyoto, oltre a realizzare una versione più economica "region locked" per il suolo Giapponese (che viene venduta con un margine minimo puntando tutto sulla vendita dei software), ha deciso di aumentare significativamente i margini di guadagno per i negozi fisici sul suo nuovo dispositivo, puntando a garantirsi una presenza capillare e visibile negli spazi commerciali del paese. Una mossa controcorrente in un settore dove tradizionalmente i rivenditori guadagnano pochissimo dalla vendita dell'hardware e dove, oramai, i colossi dell'industria hanno a più riprese dichiarato di non voler più vendere l'hardware in perdita per guadagnare clienti.
Secondo fonti interne al settore distributivo, Nintendo permetterà ai rivenditori di ottenere un margine lordo del 5% su ogni unità di Switch 2 venduta, più del doppio rispetto al tradizionale 2% che rappresenta lo standard per il settore. Questo significa che i negozi potranno finalmente realizzare un profitto diretto dalla vendita della console stessa, senza dover necessariamente puntare sui bundle o sugli accessori per raggiungere la sostenibilità economica.
La versione giapponese della console, commercializzata esclusivamente per il mercato interno a 49.980 yen (circa 350€), si distingue dal modello internazionale che costa 469€, per una semplice caratteristica: funziona solo con account giapponesi e si potranno acquistare software esclusivamente sullo shop giapponese. Una differenza di prezzo che evidenzia l'importanza strategica che Nintendo attribuisce al mercato domestico, dove intende garantirsi un lancio di successo attraverso una distribuzione capillare, anche a costo di vendere l'hardware in perdita e puntare tutto sul software che verrà venduto nel corso degli anni.
L'industria delle console ha storicamente operato con margini di guadagno estremamente ridotti per i rivenditori sull'hardware. Un modello economico che ha funzionato finché i negozi potevano compensare con le vendite di giochi fisici e accessori, prodotti dal valore aggiunto decisamente superiore. Ma l'avvento del digitale ha modificato radicalmente questo equilibrio, con sempre più giocatori che preferiscono acquistare i titoli direttamente online.
I proprietari dei negozi hanno lamentato questi guadagni sempre più ridotti, ulteriormente minacciati dall'aumento delle dimensioni delle console che richiedono più spazio sugli scaffali e nei magazzini. In questo contesto, la decisione di Nintendo rappresenta una boccata d'ossigeno per i rivenditori fisici, gravati da costi fissi considerevoli rispetto ai competitor digitali.
Yodobashi Camera, una delle principali catene di elettronica del Giappone, ha dichiarato di accogliere con favore i prodotti videoludici come strumento per attirare più acquirenti nei propri punti vendita. Altre importanti catene come Bic Camera hanno preferito non commentare, mentre Yamada Denki non ha risposto alle richieste di chiarimento. Nintendo, da parte sua, ha inizialmente affermato attraverso un portavoce di non discutere abitualmente i propri accordi di distribuzione, per poi pubblicare un messaggio su X in cui smentisce categoricamente: "Questo rapporto non è vero. Nintendo non divulga alcuna informazione riguardante le condizioni commerciali con i partner di distribuzione e vendita al dettaglio".
Questa strategia commerciale potrebbe spingere i negozi giapponesi a dedicare uno spazio maggiore a Switch 2 e a promuovere attivamente la console durante tutto l'anno. Gli addetti ai lavori riferiscono che i proprietari dei negozi hanno già chiesto a Nintendo di spedire quante più unità possibile, in previsione di una domanda di lancio che supererebbe ampiamente le attuali disponibilità di magazzino.
I negozi fisici hanno sempre avuto un ruolo centrale nella filosofia commerciale di Nintendo. Fanno parte della strategia più ampia dell'azienda di espandere i punti di contatto con i consumatori, che si tratti di parchi divertimento o di carte per il download di giochi specifici vendute nei convenience store giapponesi.
Le previsioni ufficiali di Nintendo parlano di 15 milioni di unità di Switch 2 vendute entro la fine di marzo del prossimo anno, ma secondo quanto riportato da Bloomberg News, l'azienda potrebbe superare i 20 milioni di unità nel periodo, a seconda delle condizioni in cui verterà la catena di assemblaggio.