"Non ci sono sufficienti prove" che l'utilizzo di schermi sia dannoso per i giovani, secondo uno studio inglese

La Royal College of Paediatrics and Child Health esprime il proprio giudizio.

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a cura di Nicola Armondi

La Royal College of Paediatrics and Child Health (RCPCH) ha condiviso un primo resoconto tramite il quale si afferma che "non ci sono sufficienti prove per confermare che il tempo speso di fronte a uno schermo sia dannoso per la salute dei bambini." Ciò rende "impossibile raccomandare dei limiti di utilizzo appropriati alle varie età."

La RCPCH suggerisce invece ai genitori di approcciarsi alla questione a seconda dello sviluppo del bambino, delle sue necessità e di quanto questo interferisca con l'attività fisica, la socializzazione e il sonno. Ad esempio, l'88% degli individui che hanno partecipato allo studio ha affermato che l'utilizzo di device con uno schermo ha un'impatto negativo sul proprio sonno.

Il Dr. Max Davie afferma che "la tecnologia è una parte integrale della vita dei bambini e dei giovani. La utilizzano per comunicare, per l'intrattenimento e, sempre di più, per l'educazione."

Per quanto riguarda i videogame, lo studio ricorda che esistono dei sistemi di certificazione, pensati per proteggere i bambini dal contenuto inappropriato. "È importante che i genitori siano a conoscenza di questi sistemi, specialmente nel caso nel quale siano presenti fratelli o sorelle più grandi che giocano a videogame violenti o con contenuti espliciti." Viene inoltre riportato che il tempo passato di fronte a uno schermo può "distrarre i bambini dal sentirsi pieni" ed è quindi importante monitorare cosa mangiano durante queste attività.

Lo studio si è basato su 109 individui di età compresa tra gli 11 e 24 anni che hanno affermato di spendere in media 2.5 ore di fronte a un computer/laptop/tablet, due ore con lo smartphone e due ore guardando la TV, ogni giorno.

Il Dr. Davie afferma anche che "per aiutarci a sviluppare una migliore comprensione dell'argomento, è necessario realizzare più ricerche, di maggiore qualità, particolarmente per quanto riguarda i più recenti utilizzi dei media digitali, come ad esempio i social media." Pare quindi che questi studi non possono assicurare che vi sia un legame causale tra queste attività e problemi legati alla salute mentale, al sonno e alla condizione fisica.