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Poliziotti su Twitch per proteggere i giovani dai rischi online

Alcuni dipartimenti di polizia europei stanno adottando approcci innovativi che avrebbero fatto strabuzzare gli occhi ai loro predecessori.

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Avatar di Andrea Maiellano

a cura di Andrea Maiellano

Author @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 12/04/2025 alle 15:00
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Nel cuore delle moderne strategie di sicurezza digitale, alcuni dipartimenti di polizia europei stanno adottando approcci innovativi che avrebbero fatto strabuzzare gli occhi ai loro predecessori. La Polizia danese ha inaugurato una squadra che offrirà presenza costante su Twitch e nella quale degli agenti specializzati trascorrono ore intere immersi in mondi virtuali come Fortnite, Minecraft e Counter-Strike, non per svago personale, ma come strumento di protezione delle giovani generazioni.

Questi poliziotti digitali non si limitano a osservare: interagiscono attivamente con la comunità, costruendo un ponte di fiducia con adolescenti che altrimenti difficilmente si rivolgerebbero alle forze dell'ordine per problemi incontrati online.

L'iniziativa danese rappresenta un cambio di paradigma nella tutela dei minori online. Anziché limitarsi a campagne informative occasionali o interventi successivi agli incidenti, questa unità speciale si posiziona esattamente dove avvengono le interazioni potenzialmente rischiose. Attraverso livestream che durano anche 3-4 ore consecutive, gli agenti monitorano le dinamiche di gioco, intercettano comportamenti problematici e si rendono costantemente disponibili per accogliere segnalazioni da parte dei giovani utenti.

La strategia adottata è capillare e multipiattaforma. Non si limita infatti a Twitch, ma si estende a tutti gli ambienti digitali frequentati dai giovani: Facebook, X (ex Twitter), Instagram, Discord e Steam, oltre a una vasta gamma di videogiochi particolarmente popolari come Fall Guys, Brawl Stars, APEX Legends e EA Sports FC. Questa presenza costante costituisce un importante presidio in spazi virtuali spesso privi di adeguata supervisione.

Il focus dell'attività non è repressivo ma preventivo. Gli agenti puntano a identificare precocemente situazioni di cyberbullismo, tentativi di truffa o adescamento, comportamenti tossici e altre dinamiche potenzialmente dannose che potrebbero compromettere il benessere psicologico dei ragazzi o esporli a rischi concreti anche nella vita reale.

L'esperimento danese non è rimasto isolato. A fine 2024, anche la polizia di Hannover in Germania ha seguito l'esempio aprendo un proprio canale Twitch. Gli agenti tedeschi hanno subito iniziato a raccogliere testimonianze significative da parte di giovani giocatori che si sono trovati in situazioni problematiche, confermando l'efficacia di questo approccio innovativo. Il metodo sembra funzionare proprio perché abbatte le barriere tradizionali tra autorità e adolescenti, creando un contesto in cui questi ultimi si sentono a proprio agio nel condividere esperienze negative.

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Il valore di queste iniziative risiede nella loro capacità di adattarsi al linguaggio e alle abitudini delle nuove generazioni. Gli agenti non si limitano a giocare passivamente, ma dimostrano autenticità e competenza negli ambienti videoludici, guadagnandosi così il rispetto della comunità. Questo approccio permette loro di essere percepiti non come figure autoritarie distanti, ma come alleati che comprendono genuinamente il contesto digitale in cui i ragazzi si muovono quotidianamente.

La questione che sorge spontanea, specialmente per gli osservatori italiani, è se e quando un'iniziativa analoga potrebbe essere implementata nel nostro paese. Mentre le forze dell'ordine italiane hanno sviluppato unità specializzate per la cybersicurezza, un approccio così immersivo e proattivo rappresenterebbe un significativo passo avanti nella protezione dei minori negli spazi digitali. La sfida richiederebbe non solo risorse tecniche e personale adeguatamente formato, ma anche un cambio di mentalità nell'approccio alla sicurezza online, passando da un modello principalmente reattivo a uno preventivo e partecipativo.

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