Quando un videogioco italiano imbarazzò il settore, Kotaku ce lo ricorda

Su Kotaku si racconta la storia di Gioventù Ribelle, il peggior videogioco italiano di sempre.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Può un singolo videogioco aver imbarazzato l'intera games industry a livello globale? La risposta è sì. O almeno, è ciò che è successo oggi, quando dalle pagine di Kotaku Damiano Gerli ricostruisce la storia di Gioventù Ribelle, un progetto che sarebbe servito come apripista per dimostrare che anche in Italia si potevano realizzare videogiochi di alto livello (e lanciato in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia) e che alla fine, invece, capitolò sulle sue stesse gambe.

Nel lungo articolo, che potete recuperare a questo indirizzo, si fanno nomi e cognomi degli imputati della vicenda, tra cui spicca Giorgia Meloni. Nel 2011, quando Gioventù Ribelle vide la luce, l'attuale Presidente del Consiglio faceva parte del governo Berlusconi con il ruolo di Ministro per la Gioventù e si spese in prima linea per elogiare il lavoro degli studenti dello IED di Roma. "Il progetto è anche la dimostrazione che passato e futuro possano convivere e noi siamo in divenire. Lo siamo come popolo, visto che celebriamo i 150 anni dell'unità d'Italia", le parole della Meloni dichiarate in un'intervista a Corriere Universitario.

Il progetto era in realtà incompleto e nell'articolo di Kotaku si ricostruisce il suo sviluppo. Secondo alcune testimonianze, raccolte da Gerli, i vari studenti incaricati del progetto non lo vennero a sapere prima di qualche settimana dalla presentazione e furono costretti a lavorare giorno e notte, preparando nel mentre gli esami. Se è vero che Gioventù Ribelle fu un videogioco fallimentare, è anche vero però che secondo altre personalità della games industry italiana ci furono anche fondi pubblici (quasi mezzo milione di euro) e di partner importanti dietro il videogioco, come RTrenitalia e AI. Il fallimento, di per sé, non è ovviamente un problema, se non fosse appunto per la partecipazione diretta dello Stato, sia a livello di aziende che di finanziamenti pubblici. A peggiorare la situazione ci furono le recensioni estere che parlarono di "peggior videogioco della storia insieme a Big Rigs" e come dargli torto, a conti fatti Gioventù Ribelle fu una MOD completamente rotta di Unreal Tournament III con inaccuratezza storica, bug e con persino la possibilità di eliminare il Papa.

Gioventù Ribelle resta ovviamente un caso più unico che raro nel panorama del mondo dei videogiochi italiani e del made in Italy. 12 anni dopo la situazione è ovviamente molto differente, con un senso di responsabilità e di professionalità crescente. Per tutti, tranne per che per le istituzioni, che continuano a non riuscire a garantire sostentamenti e fondi pubblici per coltivare questo settore. E la sensazione, purtroppo, è che sia oramai troppo tardi per farlo.

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