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Milioni di poligoni al secondo, videogiochi che sfiorano la realtà, effetti speciali inimmaginabili sono il pane dei giorni moderni. Ma come è iniziato il tutto? Rivisitiamo gli albori dell'era della VGA.

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a cura di Tom's Hardware

L'era della VGA, l'analogico migliore del digitale, continua

Vediamo ora un altro esempio di schermate EGA e VGA, da un gioco altrettanto leggendario, ossia Indiana Jones and the last Crusade.

Anche qui abbiamo prima lo screenshot in EGA con il fenomeno del dithering particolarmente visibile, poi la versione VGA che non necessita di questo artifizio grazie alla maggiore disponibilità di colori.

Per fare un vero salto nel passato vi descriverò brevemente il PC sul quale ho giocato Monkey Island ai tempi : clone di IBM AT con processore Intel (c'erano anche gli AMD) 80286 a 12 megahertz, 1 MB di RAM, nessuna scheda audio - qualche suono osceno usciva dal cicalino del PC... una vera pena! - disco rigido Conner da 40Mb (si ?quaranta?? e? sì Megabyte, non giga), floppy, no CD (non esistevano i CDROM) e lo spettacolare DOS 5. Oltre a un meraviglioso monitor 14 pollici, naturalmente VGA. La scheda grafica era una "compatibile" con chip OAK, con 256k non espandibili.

Il primo upgrade che affrontai fu la sostituzione degli otto moduli ram (circa delle dimensioni di una graffetta) da 100ms con dei performanti moduli da 80ms? Una cosa che ricordo con piacere di quel PC era il case, desktop naturalmente come quasi tutti allora, con il frontale completamente nero, tipo stereo, e un ottimistico display che segnava ?16Mhz?. Ai tempi erano in molti a credere che il display fosse una garanzia, poi scoprii che il numero indicato si settava internamente con dei jumper e che, in sostanza, io ero stato fregato, avendo comprato un 12mhz convinto che fosse un 16. La serigrafia sulla CPU non lasciava dubbi, ma per molto tempo "aprire il pc e guardare dentro" era fuori da ogni pensiero, piuttosto un incubo notturno che terminava sempre con il pc fritto ed inutilizzabile e 0 lire per sistemarlo.