Saints Row The Third Remastered | Recensione

Saints Row The Third Remastered: si torna a Steelport, rimessa a nuovo graficamente per ospitare ancora più caos e sregolatezza.

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a cura di Martina Fargnoli

Editor

La serie di Saints Row, cancellato ogni confronto diretto con GTA, è esplosa come una violenta molotov: caotica, rozza e imbevuta del fuoco della follia. Fautori di questo cambiamento furono in primis Saints Row 2, ma l'effetto più destabilizzante lo portò il terzo capitolo che smarcò definitivamente il gioco da ogni pedissequo tentativo di emulare il tono del lavoro di Rockstar Games. Il brand ormai lanciato a velocità supersonica verso nuove vette, senza freni a contenerlo, finì per deragliare dopo Saints Row IV fino a schiantarsi all'inferno con Gat out of Hell. Come ne uscirà da questa bollente situazione sarà una risposta che solo Saints Row 5, in sviluppo, saprà dare, ma prima di svelare al mondo quali altre mirabolanti imprese attendono i Saints, Deep Silver vuole ricordarci come è fatta la forma più semplice e pura di divertimento, quella che corrisponde al nome di Saints Row The Third Remastered.

Sono passati 9 anni dalla prima volta a Steelport, un tempo che non sembra poi trascorso così velocemente se consideriamo che al centro di tutto non ci sono né sofisticati sistemi di gameplay che rischiano di invecchiare al cospetto delle nuove produzioni, né intrecci narrativi che mirano a rivaleggiare con il meglio che il settore offre oggi, ma solo il mantra: la tua città, le tue regole. Cambiando i canali alla radio, prima di iniziare a portare scompiglio per le strade, ci accorgiamo però che il tempo è davvero passato mentre risuona Perfect Weapon dei Black Veil Brides contenuta nel loro album di esordio. Il tempo passa per tutti, soprattutto per l'approccio open world di Saints Row The Third che fa della mappa un puntaspilli con icone colorate a codificare il tipo di missione o punto di interesse: attività secondarie, immobili da acquistare, gang nemiche da obliterare. Tutto come lo ricordavamo dall'ultima volta perché l'aggiornamento operato per questa Remastered è esclusivamente estetico, come quando ci siamo fermati dal chirurgo plastico all'incrocio e ne siamo usciti con un bel lifting. Abbiamo acceso il motore, siamo ripartiti e abbiamo gettato dal finestrino quel poco di buon senso e di freno che ancora ci restava tra una truffa milionaria e la partecipazione a un malato game show.

Sperasoft ha rimesso davvero a nuovo gran parte delle texture e dei modelli per dare alla città e ai suoi protagonisti un aspetto più moderno e, anche se il risultato non si avvicina del tutto a quelli che sono gli standard elevati raggiunti oggi, è difficile non fare caso a quanto può in realtà essere caratteristica Steelport come metropoli. Gran parte del merito è da attribuire al nuovo impiego dell’HDR rendering, agli effetti volumetrici e al meteo dinamico. Quando cala la sera la città si trasforma esattamente nell’esagerato tripudio di colore e stravaganza che ci si aspetterebbe da Saints Row. Le insegne al neon ipnotizzano come se si stesse facendo una puntata a Las Vegas, mentre la pioggia, che all’improvviso ticchetta sui finestrini e batte sulla strada, forma pozzanghere nelle quali si riflettono le luci. C’è più movimento nel traffico cittadino, è vero, ma l’intelligenza artificiale e le routine di comportamento sono rimaste quelle deficitarie per le quali i nemici si ammassano in facili bersagli o le auto nel tentativo di evitarci hanno reazioni esagerate che finiscono comunque per causare incidenti non voluti. Se la vostra aspettativa è di sfruttare anche questi difetti per generare cataclismi a catena allora state sicuri che potrete accendere la miccia del disordine come sempre fatto ma con più spettacolarità degli effetti visivi; se cercate invece una vivacità maggiore dell’open world e delle sue dinamiche non è nel numero di veicoli o pedoni in più che può essere trovata ma andrebbe completamente rivista la struttura di gioco libera.

I modelli dei personaggi principali e delle fazioni sono stati ricostruiti interamente con un maggior dettaglio, il che li rende più realistici rispetto allo stile un po’ spigoloso delle origini. Per molti fan può essere un duro colpo vedere un volto familiare come quello di Gat o Pierce assumere connotati diversi rispetto a quanto abituati a conoscere, tuttavia i nuovi modelli si pongono come una via di mezzo tra i materiali promozionali e il look effettivo della versione PS3. Shaundi, ad esempio, si avvicina molto per fattezze al modello rappresentato negli artwork, mentre Kinzie, finalmente, ottiene giustizia e risulta molto più curata nei piccoli dettagli come la presenza di lentiggini e anche in quelli che saltano più all’occhio come una chioma molto più naturale. Nel complesso l’aggiornamento rende i personaggi meno “plasticosi” e squadrati, anche se le animazioni facciali non riescono a trasmettere completamente emotività risultando in cutscene un po’ ingessate. Stesso trattamento di svecchiamento è stato riservato anche alle auto e alle armi per ottenere una più generale pulizia e un certo grado di coerenza con tutte le modifiche fatte a partire dagli esterni e gli interni degli edifici.

Power in your hands

Uno degli aspetti di più valore di Saints Row The Third Remastered, come fu poco più di un anno fa per Nintendo Switch con la pubblicazione di The Full Package, è la mole di contenuti a cui è possibile accedere. Oltre alla campagna principale sono presenti anche i tre DLC storia Genkibowl VII, Gangstas in Space e The Trouble with Clones, più altri contenuti aggiuntivi di personalizzazione, armi e veicoli. La presenza fin da subito di tutti i contenuti aiuta a mitigare la progressione un po’ lenta nelle fasi iniziali dovuta alla necessità di ottenere “Rispetto” e denaro per sbloccare potenziamenti. Il modello è quello in voga un decennio fa, con un open world che si apre e si popola di attività riempitive andando avanti nella storia. Soprattutto nelle battute iniziali, le missioni di Pierce non sono altro che un pretesto per mostrare il funzionamento di tutte quelle secondarie con le quali è possibile ottenere soldi e fama. Non neghiamo però che Saints Row The Third ha alcune delle missioni più memorabili del franchise, tra cui l’indimenticabile conquista della Penthouse dei Syndicate incalzati dalle note di Power di Kanye West. Non mancano lanci ad alta quota con sparatorie coreografiche, inseguimenti con grandi esplosioni e più in generale un taglio cinematografico da b-movie hollywoodiano che maturerà poi con Saints Row IV.

Dissacrante, parodistico, senza contegno né ritegno. Saints Row The Third è un arcobaleno sparato dal sedere di un unicorno, magari lì per lì ti fa ridere ma poi ti ricordi che quella scena l’hai già vista migliaia di volte. Anche nel suo essere al di sopra di ogni riga deve fare i conti con una società diversa da quella di dieci anni fa e con una sensibilità verso certi temi che è mutata. Non tutti, insomma, potrebbero trovare divertenti le sue battute, altri potrebbero addirittura rimanerne offesi, mentre ad altri ancora potrebbe non fare nessuna differenza. Nonostante le diverse percezioni personali, rimane il fatto che Saints Row ci fa apprezzare la libertà di scegliere chi essere senza pregiudizi per il modo in cui ci vestiamo, ci acconciamo o decidiamo di vivere la nostra vita.

Recensire un’operazione commerciale che ha come obiettivo apportare modifiche percepibili soprattutto all’occhio, anche significative e nel complesso ben accette, porta con sé anche altri interrogativi: quanto ancora da dire ha un gioco, dopo i cambiamenti intercorsi nell’arco di tempo di una generazione, che ne giustifichi nuovamente l’acquisto? Se pensiamo esclusivamente alla piattaforma PlayStation sulla quale abbiamo provato il gioco, a meno di non possedere PS3 e tutti i contenuti aggiuntivi, la versione Remastered è l’unico modo per poter giocare Saints Row The Third su PS4 nel migliore dei modi e con tutti gli avanzamenti, infatti il titolo originale è, nel momento in cui scriviamo, assente dal catalogo PlayStation Now.

Il lavoro svolto da Sperasoft per far brillare di nuova luce il titolo è comunque considerevole e un passo avanti rispetto alla versione originale, soprattutto nel cercare di aggiungere più realismo. SR3 non è mai stato un titolo graficamente spinto, ma con questa Remastered è possibile apprezzarne i particolari. Una maggiore cura nei dettagli, nelle texture e negli effetti visivi è sicuramente un’aggiunta che fa meglio digerire un titolo altrimenti non al pari con le aspettative moderne. Il modo in cui l’illuminazione cambia a seconda dell’orario contribuisce a far sembrare Steelport una città più dinamica anche se purtroppo rimane vuota rispetto ad altri contesti urbani a causa del design delle missioni e di una struttura open world che mostra i segni più evidenti del tempo. I fan più affezionati alla serie potrebbero essere dispiaciuti che lo stesso trattamento non sia toccato anche a Saints Row e Saints Row 2, magari con un bel pacchetto seguendo l’esempio di Mafia, ma al netto di tutto, Saints Row The Third rappresenta il capitolo più di successo e quello che ha definito i canoni di eccesso divenuti simbolo della serie, nonché l’unico a non necessitare di una totale ricostruzione. I primi due giochi della serie avrebbero richiesto un imponente lavoro di aggiornamento, non soltanto grafico, per giustificare una nuova release.