Sony avrebbe salvato Bungie dal fallimento

A discapito di quello che l'utenza ha ipotizzato negli ultimi giorni, Sony avrebbe salvato Bungie da una situazione ancora più critica di quella attuale.

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a cura di Andrea Maiellano

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L’attuale situazione di Bungie è diventata oggetto di un'indagine da parte di Forbes e condotta da Paul Tassi. 

Secondo le sue fonti, l'acquisizione di Bungie da parte di Sony potrebbe aver salvato l'azienda dal fallimento, considerando la lunga crisi che starebbe affliggendo Destiny 2 da, oramai, parecchio tempo.

Le fonti di Tassi, che sembrano ben informate sugli affari interni di Bungie, affermano che all'interno dell'azienda non si colpevolizza Sony per la situazione attuale, ma piuttosto la colpa ricade sulla dirigenza di Bungie stessa. 

Sony, anzi, viene addirittura elogiata, in quanto l'acquisizione ha potenzialmente evitato il fallimento dell'azienda, la quale era in seria difficoltà a causa delle problematiche legate alla recente gestione di Destiny 2.

Le voci affermano, inoltre, che nessuno accusa Joe Blackburn, l'attuale direttore di Destiny 2, per la situazione critica in cui versa il gioco. Così come le spese sostenute per la nuova sede di Bungie, non avrebbero gravato in alcun modo sugli attuali tagli compiuti dall’azienda. 

Per quanto riguarda le risorse finanziarie di Bungie, sembra che la somma di 1,2 miliardi di dollari pagata da Sony per trattenere i dipendenti dopo l'acquisizione sia stata ampiamente spesa in passato, principalmente per riscattare le azioni dei dipendenti, che sono poi passate a Sony. Attualmente, quindi, non sarebbe rimasto molto da utilizzare per evitare l’ondata di licenziamenti.

Destiny 2, attualmente, sta attraversando un periodo di crisi, con una significativa diminuzione del numero di giocatori dopo il controverso lancio di Lightfall, il quale, nonostante le buone vendite, è stato aspramente criticato pochi giorni dopo il suo rilascio. 

Questa situazione ha portato a forti tensioni tra i dipendenti di Bungie e la dirigenza, con molti dipendenti insoddisfatti per le decisioni prese e nessuno che abbia voluto assumersi la responsabilità di queste ultime. 

Nel frattempo, centinaia di lavoratori sono stati licenziati, proprio a causa di queste decisioni, rendendo la situazione ancora più critica e i rapporti tra i dipendenti e il direttivo maggiormente tesi.