Street Fighter 6 Closed Beta, un primo assaggio di mazzate | Provato

Abbiamo provato Street Fighter 6 nella sua prima closed beta e sembra che Capcom voglia stupire tutti i fan della saga.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Parlare di Street Fighter vuol dire toccare le autentiche fondamenta del genere dei picchiaduro. Un franchise nato ormai 35 anni fa, a cui molti altri devono il loro sviluppo e successo, basato su un modello che sembrava vincente e a tratti inimitabile. Ma il pubblico dell’intrattenimento è capriccioso ed è importante innovare, rivoluzionare, cambiare tutto e poi ancora tutto, cercando di non snaturare la vera essenza e lo spirito che ha reso celebre la saga di Ryu e soci. Un compito assai difficile e, probabilmente, proprio con Street Fighter V, Capcom si è approcciata con modalità che ancora oggi hanno lasciato un po' di amaro in bocca. Ribadisco: non è per niente facile cambiare, ma con Street Fighter 6, sembra che Capcom - contrariamente a quanto fatto col quinto capitolo – voglia mettere al centro di questa sesta generazione proprio il giocatore. E l’arrivo di questa Closed Beta mette già in chiaro questo aspetto.

Street Fighter 6, Here comes a new challenger: You!

Proprio con questa prima beta Capcom vuol mettere subito in chiaro il cambiamento radicale che porterà questo nuovo capitolo della serie.  Avviando per la prima volta la beta, non sono stato catapultato negli scontri, magari con 3-4 personaggi messi a disposizione facendomi sognare il resto del roster. Nossignore. Stavolta si va dritti a un editor di creazione di un avatar.

L’editor del proprio avatar ricalca quanto di meglio visto in un MMORPG o in un FPS, ma sicuramente mai apparso in un picchiaduro. Oltre ai preset selezionabili, è possibile creare da zero il proprio personaggio, definendone il genere, il colore della pelle, occhi, capelli, massa muscolare e la dimensione di ogni parte del corpo, con possibilità infinite e fuori da ogni immaginazione.

Nonostante io abbia scelto i miei personali canoni “tradizionali” del picchiatore da strada (uomo nerboruto, tatuato e con alcune cicatrici in viso), altri giocatori hanno dato libero sfogo alla fantasia cerando delle vere e proprie mostruosità. Anche se tutti gli avatar creati in questa beta non saranno mantenuti, nella versione finale del gioco saranno i protagonisti assoluti della modalità World Tour (non disponibile in questa versione) e del Battle Hub, vero protagonista di questa Closed Beta.

Infatti, una volta creato l’avatar sono stato accolto da Eternity, una sorta di personaggio guida, che mi ha introdotto alla Battle Hub, un’enorme lobby virtuale in grado di contenere al momento fino a 100 giocatori in contemporanea con i loro avatar, con la possibilità di comunicare tra loro e, soprattutto, sfidarsi davanti ai cabinati disponibili in un matchmaking assolutamente libero e crossplatform.

In basso a sinistra dello schermo c’è una mappa con radar che ci permette di capire a colpo d’occhio quali postazioni sono libere e in attesa di un avversario. In ogni caso, se non si vuole andare alla ricerca di un cabinato in cui sfidarsi (alla vecchia maniera degli anni ’80), resta possibile aderire ai match classificati e amichevoli allineati dalla CPU impostandone la disponibilità a partecipare.

Nel Battle Hub è già possibile fare moltissime attività non strettamente legate ai match di Street Fighter 6, che oltre a una completissima modalità di allenamento e la partecipazione ai tornei, è possibile personalizzare il nostro avatar nel Negozio Merci spendendo i crediti maturati nelle sfide, giocare ai grandi classici nei cabinati di Street Fighter II Turbo, Final Fight e Magic Sword (questi cambiavano ogni giorno della beta e, sicuramente, vedremo altri titoli storici della scuderia Capcom), improvvisarsi DJ, assistere ai match solo come spettatori davanti ai cabinati o ai momenti salienti dei tornei proiettati sullo schermo.

Insomma, attualmente il Battle Hub è tutt’altro che completo, e molte aree sono ancora inaccessibili, ma lo spirito è quello giusto ed è già in grado di offrire molte ore di divertimento.

Sì, sì, va bene direte voi, ma il gioco vero e proprio? Aspettate un attimo che trovo un cabinato con un “amico” disponibile a menarsi…

Il Combat System migliore di sempre?

Vedete, se avessi iniziato questo articolo parlando del gioco, del picchiaduro, del suo combat system e del suo nuovo impatto grafico, avrei già finito da un pezzo. Non perché ci sia poco da dire, ma perché avrei potuto riassumere il tutto con una semplice parola: perfetto.

Con l’unica pecca di dover attendere il 2023.

Solo che non posso farlo. Semplicemente perché SF6 si preannuncia gigantesco, e ancora abbiamo visto solo una piccola parte del progetto Capcom.

Infatti, Street Fighter 6 sarà composto da diverse componenti che restano ancora tutte da scoprire: una modalità World Tour con una matrice spiccatamente open world, una modalità Fighting Ground che dovrebbe racchiudere tutte le modalità classiche viste fino a SFV (arcade, allenamento, match online, e molto altro) e il Battle Hub che abbiamo saggiato in parte in questa demo. E solo grazie all’hub e ai match con gli altri giocatori che abbiamo avuto modo di testare il nuovo combat system e apprezzare l’engine grafico.

Street Fighter 6 offre un nuovo sistema di controllo, vicino a chi si approccia a Street Fighter per la prima volta e ai picchiaduro in generale, con la possibilità di racchiudere memorabili combinazioni di pulsanti associate a mosse speciali nella pressione di un solo pulsante. Ma i puristi della serie e veterani del genere potranno anche continuare a usare le “vecchie” mosse. Insomma, sta a voi decidere se eseguire un’hadoken nel modo classico (con la sequenza giù, giù-avanti + pugno) oppure premendo semplicemente il pulsante “triangolo”. Ma le novità non finiscono qui.

L’intero match è plasmato sull’uso della Drive Gauge, una barra che permette di eseguire attacchi speciali chiamati Drive Impact che porta un colpo potente in grado di assorbire l'attacco in arrivo e di provocare un Wall Splat, anche se l’avversario blocca l'attacco, il Drive Parry che respinge automaticamente un attacco avversario e ricarica il Drive quando viene eseguito con successo, Drive Reversal che porta un contrattacco mentre si blocca un attacco avversario, e infine il Drive Rush, una rapida corsa in avanti da una Parry o da un attacco normale annullabile.

Ma fate attenzione all’utilizzo della Drive Gauge, poiché nonostante questa si ricarichi è anche facile abusarne ed entrare in uno stato di estrema vulnerabilità e di impossibilitati all’utilizzo delle mosse Drive. Si tratta di un sistema non particolarmente originale, ma che senza dubbio bilancia bene gli scontri permettendone l’accesso a tutti e, se padroneggiate anche le vecchie arti da decenni, combinandole con il nuovo sistema Drive Gouge il divertimento è garantito oltre alla vostra netta superiorità. Quindi sono sicuro di non sbilanciarmi troppo quando a questo punto ribadisco che il combat system di SF6 è pressoché perfetto.

Le premesse del capitolo definitivo

Nella scelta dei personaggi, in questa demo ho potuto riprendere il controllo di Ryu e Ken, gli storici personaggi che più di tutti hanno subito un forte restyling, non solo per quanto riguarda la barba di Ryu, ma per la nuova caratterizzazione di Ken che si stacca definitivamente dal ruolo di “character gemello” di Ryu diversificando il suo repertorio basandosi sui calci. Tornano Luke, Juri, Chun-li, Guile e completano la scelta le new entry Jamie e Kimberly. Il tutto è mosso da un RE Engine che grazie alla tecnica della fotogrammetria gli sviluppatori hanno creato modelli e scenari di grande dettaglio (vi basterà vedere banalmente i dettagli della peluria di alcuni personaggi), un framerate molto più elevato e quindi una maggiore fluidità dei personaggi.

Le uniche pecche riscontrate riguardano alcuni piccoli bug probabilmente dovuti alla fase beta, che hanno fatto crashare il gioco mentre ero nella lobby del Battle Hub (mai durante un match), oppure quando un po’ di volte mi sono ritrovato ad utilizzare Luke (sempre e solo lui) nonostante avessi selezionato Ryu o un altro personaggio. Le aree geografiche disponibili per la Battle Hub sono indicizzate per qualità di connessione, e nonostante alcune di essere venissero contrassegnate come “segnale scarso”, non ci sono mai stati rallentamenti. Volendo precisare che il gioco offre anche il crossplay tra piattaforme, posso concludere affermando senza alcun dubbio che siamo davanti a un netcode davvero eccezionale. Speriamo non combinino disastri da qui all’uscita del gioco…

La mia esperienza con la Closed Beta di Street Fighter 6 finisce con un grande sorriso sulle labbra, una prova che mi ha esaltato non poco vedendo che Capcom si è posta l’obiettivo di mettere il giocatore al centro di questa nuova esperienza di gioco.

È abbastanza evidente dalla presentazione della Battle Hub e della nostra controparte virtuale che dovrà poi incamminarsi per le vie di Metro City e di tutte le altre location previste dal World Tour… questa sterzata di Capcom un po’ mi intimorisce, ma al tempo stesso mi permette di avvertire quella ventata di aria nuova che da troppo tempo bramavo nella serie di Street Fighter.

Abbiamo le prove che il resto degli ingranaggi di questa macchina hanno tutte le potenzialità per fare un ottimo lavoro, dal combat system rinnovato, passando dalla resa visiva del RE Engine, fino a un netcode granitico. Adesso non ci resta che incrociare le dita ed aspettare la data ufficiale della versione definitiva che vedrà la luce in un ancora imprecisato 2023.