The Last of Us Parte 1 – Un remake alquanto strano

The Last of Us Parte 1, il remake, è realtà. All'interno di questo articolo, proviamo a fare il punto della situazione, insieme.

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a cura di Antonio Rodo

Non lo nego: durante la visione del trailer reveal di The Last of Us Parte 1, ho avvertito delle sensazioni stranissime. Mi piace moltissimo quello che ho visto ma, allo stesso tempo, mi riempie la testa di dubbi e perplessità. E succede perché The Last of Us è un gioco troppo recente, troppo moderno; il picco più alto in termini di narrazione e resa tecnica raggiunto dalla PlayStation 3, successivamente riproposto su PlayStation 4 sotto forma di remastered.
 

Intendiamoci, perplessità a parte, comprendo benissimo il progetto in sé: The Last of Us è diventato, nel giro di un paio d’anni, il franchise di punta di casa PlayStation, quello che incarna al 100% lo stile e il modus operandi dei PlayStation Studios. Non sorprende, dunque, vederlo riapparire con un remake che punta ad accorciare il divario tecnologico con la Parte 2 (qui la nostra recensione), ancora oggi incredibilmente insuperata in almeno una decina di aspetti. 

Detto ciò, proviamoci. Ragioniamo insieme su quanto visto la scorsa sera e proviamo a capire cosa potrebbero aver migliorato in questo remake e cosa, invece, crediamo sia rimasto abbastanza invariato.

Il trailer

Ok, cominciamo dal principio. Credo che il trailer proposto, per quanto straordinario e ben ritmato, sia abbastanza sbagliato. O meglio, lo è l’idea di puntare su una sequenza di immagini tratte dalle scene d’intermezzo, riducendo all’osso quelle giocate. È un problema perché, quelle sequenze lì, persino nella versione PlayStation 3, restano ancora oggi impressionanti solo a vederle, e trovo quindi poco furbo il pensiero di utilizzarle per mostrare alla propria utenza e cerchia di appassionati il remake di un classico come The Last of Us, nonostante si notino eccome i cambiamenti. A mio avviso, infatti, è proprio a causa di questa scelta che, in queste ore, ne stiamo leggendo di cotte e di crude: tra chi sostiene si tratti della remastered della remastered e chi critica Sony per non averlo rilasciato a 10 euro, le inesattezze si sprecano. Avessero puntato su delle sequenze di gioco studiate per far comprendere al pubblico la natura dell’operazione, sarebbero comunque apparsi dei brontoloni, ma nessuno avrebbe potuto esclamare “sembra la remastered della remastered”. 

Rimanendo un attimo in argomento, continuando dunque a chiacchierare delle cut-scenes, è interessante apprendere che queste scene non siano più dei “semplici filmati”, bensì delle sequenze completamente in real-time. Ciò significa che non avremo più un brevissimo stacco a nero che anticipa l’inizio di una sequenza filmata, e che il gameplay e le scene d’intermezzo saranno collegati, esattamente come visto nella Parte 2 e in Uncharted 4 (qui la nostra recensione della versione PS5). Una scelta molto intelligente, soprattutto considerando che i filmati, e da sempre, in operazioni di questo tipo rappresentano un vero e proprio incubo, a causa dell’impossibilità di restaurare ad altissima qualità il file video.

Tutto ciò, però, fa sorgere un dubbio alla mia testolina: hanno rifatto da zero le sessioni di performance capture? Onestamente, non credo. In Naughty Dog penso siano sufficientemente smart da ritenere incredibili le performance attoriali di The Last of Us, compreso il doppiaggio in lingua in italiano, e provare a rifare quelle sequenze, nonostante la presenza degli stessi attori utilizzati in origine, non credo sia un’idea vincente. E a convincermi maggiormente ci pensano proprio i miei ricordi: una volta lessi che la sequenza introduttiva di The Last of Us, il primo colpo di scena, ha richiesto decine di prove, e dubito siano pronti a mandare alle ortiche tutto quel lavoro realizzato. Credo, piuttosto, nell’aggiunta di alcune porzioni narrative inedite, anche se non ci metterei affatto la mano sul fuoco. Volendo essere quanto più realisti possibili, infatti, non posso fare a meno di pensare che la storia verrà riproposta 1:1, e che sarà quindi il gameplay e il comparto tecnico a tenere in piedi l’operazione. Abbastanza plausibili, invece, sono alcuni retcon, come il volto del medico in una delle sequenze finali, che sono più che certo verrà modificato per adattarlo al modello apparso nella Parte 2. 

In sostanza, dunque, credo che il grosso del lavoro l’abbiano fatto gli animatori e i programmatori, che, servendosi del performance capture del lavoro originale, hanno cucito addosso a dei modelli del tutto inediti e ereditati dalla Parte 2, le animazioni che abbiamo già apprezzato nel 2013. Questo, per quanto riguarda le sequenze d’intermezzo; riguardo al gameplay, vedremo.

E il gameplay?

Già, e il gameplay? Me lo sono chiesto per tutta quanta la durata del trailer, considerata l'impossibilità di capirci qualcosa, almeno concretamente. Esatto, perché il buon Neil Druckmann ci ha fortunatamente schiarito le idee affermando che di ritocchi al sistema di gioco ne vedremo eccome. Stando alle sue parole, ma anche al blog e alla pagina ufficiale apparsa sul PlayStation Store, possiamo aspettarci un’intelligenza artificiale completamente rivista (probabilmente per alleati e compagni) e un sistema di combattimento ed esplorazione completamente arricchito e migliorato. Dunque, anche in questo caso, esattamente come per il comparto tecnico, l'obiettivo sembrerebbe quello di accorciare il divario con la Parte 2, immensamente superiore nel gameplay e nel level design. Quindi, almeno per il momento, non ci resta che immaginare quelle che saranno le novità ludiche del pacchetto, partendo dai nei che ci hanno infastiditi nell’esperienza originale, tutt'altro che perfetta nonostante i meritatissimi elogi. 

Tanto per cominciare, spero che tutte le sequenze esplorative – soprattutto quelle con all’interno anche un puzzle da rivolvere – siano state ampliate guardando all’ottimo lavoro svolto nella Parte 2, che propone degli enigmi ambientali plausibili nel contesto raccontato, diminuendo la frequenza di fasi in cui spostare il cassonetto di turno. Una maggiore varietà, insomma, rimanendo fedeli alle possibilità che un contesto del genere può offrire, sarebbe più che gradita. Maggiori dubbi, invece, li nutro nei confronti delle fasi più action e stealth. L’idea che mi sono fatto è che, se vi aspettate 1:1 le novità apparse nella Parte 2, rimarrete abbastanza scottati. Bisogna comprendere che, molte delle introduzioni ludiche viste nell’avventura di Ellie, sono cucite addosso alla sua fisicità esile. In parole brevi e semplici, trovo piuttosto lontana l’idea di vedere Joel strisciare sotto le auto o passare velocemente in mezzo a dei passaggi strettissimi. Non trovo per nulla assurda, invece, l’idea di ereditare la possibilità di nascondersi nell’erba alta, considerando che nel trailer appare già più che nota la maggiore densità di fogliame e fili d’erba.

Detto ciò, non dimentichiamoci che nel mondo dei videogiochi ogni scelta, introduzione, e via discorrendo, comporta delle modifiche sostanziali al design del gioco. Un esempio? Dovessero aggiungere la possibilità di saltare liberamente e non solamente quando suggerito dal gioco, il level design dovrebbe essere rivisto per accogliere tale introduzione. In soldoni, a fronte delle modifiche che il gameplay e l’intelligenza artificiale subiranno, aspettiamoci eccome un level design più astuto e, in generale, rivisto. 

Insomma, pare che il prossimo 2 settembre torneremo nuovamente ad interessarci alle tragiche vite di Joel ed Ellie, questa volta senza che quest’ultima giri liberamente tra i nemici senza essere vista, si spera, e anche su PC. Io sono più che pronto e non vedo l’ora di saperne di più, e voi? Per quanto spinto fortemente da Sony e dalla volontà di far cassa, siete interessati a The Last of Us Parte 1?