Vampyr | Recensione, i vampiri invadono Nintendo Switch!

Dopo il suo primo debutto, Vampyr debutta ufficialmente su Nintendo Switch. Scopriamo pregi e difetti nella nostra recensione completa.

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a cura di Francesco Caputo

Dontnod Entertainment, lo studio francese del celebre Life is Strange, ha nuovamente messo le mani sul codice di Vampyr, sfidando la dura legge dell'hardware, per renderlo compatibile con Nintendo Switch - la console giapponese, casa di Mario, Pokémon e Zelda.

Nintendo Switch, rispetto le altre piattaforme di riferimento, è una macchina perfetta per tutti quei titoli bisognosi di una seconda occasione oppure per i videogiochi che hanno necessità di incrementare il proprio successo, come The Elder Scrolls V: Skyrim, Dragon Ball FighterZ e il recente The Witcher 3: Wild Hunt.

Come avrete potuto capire dalle righe precedenti, non tutte le conversioni sono all'altezza delle aspettative, infatti ci sono moltissime case sviluppatrici che non sono riuscite a confezionare un prodotto ottimizzato per la piccola Switch. Possiamo già anticiparvi, che questo non è il caso di Vampyr, e vi consigliamo caldamente di leggere la nostra attenta analisi.

Un destino beffardo...

Per chi non avesse mai sentito parlare di Vampyr, si tratta di un Action-RPG che ha compiuto il suo debutto durante lo scorso anno, precisamente il 5 giugno su PC, Xbox One e PS4. La storia narra le vicende del malcapitato Dottor Jonathan Reid, divenuto, per sfortuna della sorte, un vampiro. La sua brillante carriera da ematologo lo mettono in una costante lotta con il mostro che alberga nel suo corpo, e non gli sarà affatto facile mantenere il raziocinio, uno dei valori che contraddistinguono la razza umana dalle bestie selvagge.

Le vicende legate al destino del Dottor Reid si svolgono in una bellissima (quanto pericolosa e fatiscente) Londra, subito dopo la conclusione della Prima Guerra Mondiale. Il raziocinio e la calma del protagonista, infatti, sono messi costantemente a dura prova nelle viuzze della Capitale Inglese, teatro inoltre di due eventi stranamente correlati tra loro: una serie interminabile di omicidi, per mano di uno sconosciuto uomo, e un'epidemia senza precedenti.

Il giocatore, vestendo i panni del nuovo succhia-sangue, deve necessariamente essere l'ago della bilancia tra le due facce del protagonista (il dottore, che cura i mali, e allo stesso tempo un'omicida). Tutte le scelte, naturalmente, comporteranno delle conseguenze, che si manifesteranno durante la storia messa a disposizione da Dontnod.

Per quanto concerne quest'ultimo aspetto del gioco (nonché il più importante), non possiamo non complimentarci ancora una volta con il team francese. Come da tradizione, il livello della scrittura è elevatissimo, difatti la storia comprende tutti quei fattori (come colpi di scena, flashback e finali multipli) che hanno reso Vampyr una delle promesse dello scorso anno, e (perché no? ndR) anche del 2019. A tutto questo, inoltre, si aggiungono uno spropositato numero di quest secondarie, che consentiranno al giocatore di scoprire tutte le sfaccettature della trama e un gran numero di dettagli dell'epoca da non sottovalutare.

Le missioni secondarie sono accessibili interagendo con tutti gli abitanti della città inglese. Permettono al giocatore di ottenere indizi e informazioni, vitali per il proseguimento della storia e delle quest secondarie stesse.

Londra è una città in continuo movimento, e tutti i suoi cittadini - come già accennato nei precedenti paragrafi - vivono "di vita propria". Jonathan Reid, non solo deve mantenere una certa discrezione, ma ha il dovere di salvaguardare la condizione sanitaria dei quattro distretti londinesi presenti nel gioco. All'interno del menù, infatti, è presente un diagramma che mostra tutte le informazioni dei cittadini e dei quartieri stessi. Cibarsi di queste persone, garantirà al giocatore una buona dose di esperienza - specie se la preda gode di ottima salute fisica -, ma questa scelta potrebbe rovinare alcune quest secondarie, oppure l'ottenimento di determinati indizi. Naturalmente, sta nella discrezione del giocatore decidere e assumersi le proprie responsabilità.

Sistema di combattimento e progressione

Come abbiamo già detto, Londra è una città estremamente pericolosa, specie nelle ore notturne in cui gironzolano vampiri, entità demoniache e ammazza-vampiri. Jonathan Reid non può far altro che difendersi in due modi: sfruttando le armi in proprio possesso oppure fare ricorso alle sue nuove abilità vampiresche. Innanzitutto, le armi sono suddivise in tre categorie (a una mano, a due mani e quelle di supporto), che possono infliggere un danno fisico, oppure alterare lo stato dell'avversario (in particolare, esistono alcune armi che possono succhiare sangue o rendere l'avversario incapace di muoversi per una manciata di secondi). Poi, ci sono le abilità vampiresche, che si caratterizzano anch'esse da tre categorie, vale a dire attive, passive e supreme. Inutile spiegare gli effetti di ciascuna di esse; sta di fatto che, per utilizzare una o più abilità, Jonathan consuma la sua riserva di sangue, e di conseguenza bisogna sistematicamente succhiare quanto più sangue possibile dagli avversari, dai topi per terra oppure munirsi di sacche apposite.

Da buon Action-RPG, il sistema di gioco permette a Jonathan di potenziare le proprie armi in possesso con i banchi di lavoro posizionati nei covi della città. Ovviamente, esistono vari potenziamenti, ed è possibile inoltre aggiungere una o più abilità passive all'arma. Lo stesso discorso, inoltre, vale per le abilità vampiresche del Dottor Reid, ma in questo caso bisogna spendere l'esperienza accumulata per aumentare il livello di ciascuna abilità, e quello del personaggio stesso.

Il sistema di combattimento non è frenetico, e si discosta da quello visto in altri videogiochi dello stesso genere. Come abbiamo già appurato nella nostra precedente recensione, esso si basa su attacchi basilari e schivate. Naturalmente non mancheranno le abilità vampiresche, che aumentano sensibilmente le soluzioni dei giocatori, specie in alcune situazioni in cui sono presenti più nemici ed è doveroso sfruttarle quanto più possibile per proteggersi dagli attacchi a distanza e da quelli ravvicinati.

Essendo una conversione, Vampyr per Nintendo Switch mantiene praticamente tutti i difetti dell'edizione base. Purtroppo, l'intelligenza artificiale non è particolarmente sveglia, infatti i nemici tenderanno a compiere gli stessi pattern offensivi oppure non inseguiranno Jonathan quando quest'ultimo cerca di dileguarsi nelle viuzze della città. Inoltre, come già visto in passato, questo titolo non è particolarmente bilanciato, ci sono alcuni boss che hanno un tasso di difficoltà più elevato rispetto ad altri, anche se questi hanno più esperienza (in termini di livello, in senso stretto) rispetto a Jonathan.

Qualcosa da rivedere...

Dontnod Entertainment ha sfidato le naturali leggi dell'hardware per confezionare un prodotto capace di girare dignitosamente sulla piccola Nintendo Switch. Per coprire le limitazioni della piccola console giapponese, gli sviluppatori hanno sacrificato la qualità delle texture, le ombre e tantissimi altri effetti di contorno, visibili nelle altre edizioni di gioco.

Come già visto in The Witcher 3: Wild Hunt, il miglior modo di affrontare le tematiche di Vampyr è certamente quello di impugnare la console, per una semplice motivazione: giocando su un piccolo schermo, tutte le "limitazioni" grafiche sono meno marcate. Il discorso cambia radicalmente in modalità fissa perché l'intera esperienza è meno impattante rispetto quella portatile.

Sotto il profilo tecnico, Vampyr riesce a garantire un'esperienza piuttosto concreta, al netto di qualche calo di frame-rate e dei consueti caricamenti lunghi (e improvvisi ndR), di cui ci ha abituati il titolo nelle altre edizioni disponibili.