World of Warcraft sospeso in Cina, che barba

L'ente che governa la stampa cinese ha bloccato le attività della licenziataria di Blizzard Entertainment

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a cura di Dario D'Elia

World of Warcraft viola le leggi cinesi: da qualche giorno il servizio multiplayer è stato sospeso a tempo indeterminato. L'ente cinese che si occupa della stampa (GAPP - General Administration of Press and Publication) ha revocato il permesso per il gioco online alla NetEase, licenziataria locale della Blizzard Entertainment. 

 

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Secondo indiscrezioni sarebbero state rilevate "gravi violazioni" della normativa cinese. Per questo motivo è stata vietata ogni attività, compresi addebiti e nuovi abbonamenti. NetEase e Blizzard Entertainment, di fatto, sono nei guai poiché sono finite al centro di una battaglia per la "morale" alimentata dal GAPP e il severissimo Ministro della Cultura cinese. In pratica è come se in questo momento vi fosse una competizione reazionaria tra le due istituzioni. "Questi ragazzi essenzialmente sono finiti in mezzo a una battaglia tra poteri in competizione", ha dichiarato Adam Krejcik, analista di Roth Capital Partners.

 

Intanto, mentre NetEase perde terreno al NASDAQ, Activision Blizzard è in allarme poiché l'eventuale messa al bando di World of Warcraft produrrebbe un consistente ammanco finanziario.