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a cura di Alessandra Borgonovo

Se siete appassionati di strategia militare e, accidentalmente, di navi, allora state leggendo l'articolo giusto. La scorsa settimana siamo stati invitati in esclusiva a San Pietroburgo, dove la sezione russa di Wargaming si sta impegnando nel porting su console di uno dei loro giochi più famosi: parliamo com'è ovvio di World of Warships, che per l'occasione si guadagna il suffisso Legends.

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, World of Warships è un MMO free-to-play del genere sparatutto tattico, pubblicato nel 2015, che a oggi conta ventotto milioni di giocatori e più di trecento addetti ai lavori (la base di partenza era quaranta, per darvi un'idea); il titolo segue le orme del successo di World of Tanks, che da sette anni continua a coinvolgere e appassionare giocatori da tutto il mondo, sia su PC che su console.

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Non è insolito dunque che anche World of Warships sia prossimo a ricevere lo stesso trattamento e prendere il largo anche su console: considerata la continua richiesta da parte della community e tenendo anche conto che Nord America, Gran Bretagna, Giappone e Germania sono sia le aree di maggior diffusione di World of Warships sia i maggiori leader nel mercato console, era soltanto questione di tempo prima che questo passaggio avesse luogo.

I titani del mare prendono il largo su console

L'esperienza su console è, non servirebbe nemmeno specificarlo, ben diversa che su PC: per questo il game design è stato modificato, venendo incontro alle esigenze dei giocatori e presentando un gameplay dal ritmo più sostenuto, orientato all'azione e meno (ma non troppo, parliamo sempre di un tattico) alla strategia.

Inoltre il numero di partecipanti per squadra calerà da dodici a nove, la durata delle battaglie sarà più breve e la distanza necessaria per ingaggiare il nemico ridotta; se questo non dovesse bastare, gli sviluppatori hanno pensato anche a un approccio da "eroe" per quanto riguarda i comandanti. Immaginate i diversi Total War di SEGA, in particolare il prossimo in uscita Three Kingdoms: i generali sono dei veri e propri pilastri del gameplay, fondamentali per le loro truppe grazie a un set di abilità unico in grado di distinguerli gli uni dagli altri. Questo stesso concetto viene applicato a World of Warships: Legends e siamo davvero curiosi di scoprire fino a che punto impatterà sul gioco. Infine, la UI è stata progettata specificatamente per console, considerata la dimensione ben diversa dello schermo ma anche il tipo di utenza che ne fruisce, più casual, come ci hanno spiegato gli sviluppatori.

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Non ce ne vogliano i giocatori console ma, per quanto interessanti, questi contenuti rimangono per il momento su carta. Il piatto principale dell'evento è stato infatti poter sperimentare su PC le novità in arrivo nel 2019: tra l'annuncio dei British Detroyers come nuova categoria di navi da ottenere e usare, nuovi comandanti e l'evento tematico a lungo termine con il quale i giocatori hanno ormai familiarità, in superficie c'è davvero tanto in cui affondare i denti... ma anche sotto il pelo dell'acqua si nasconde un'importante novità. Ve la terremo in sospeso ancora un po', il tempo di spiegarvi una scelta rilevante compiuta dal team riguardo a una delle loro maggiori spine nel fianco: le portaerei.

Il modo in cui hanno funzionato fin dalla loro introduzione è sempre stato difficoltoso. Laddove le altre classi sono controllate direttamente dal giocatore grazie all'uso di navi più piccole come scout per individuare incrociatori e cacciatorpedinieri celati dalle isole dietro le linee nemiche, cercando nel contempo di posizionarsi per ottenere un vantaggio tattico, le portaerei non richiedono tanta preoccupazione. Di fatto si limitano a restare in una posizione arretrata e inviare ondate di velivoli a scovare e bombardare le imbarcazioni avversarie; il loro unico punto debole sono le altre portaerei al punto che avere un bravo giocatore in squadra non inficerà sulle possibilità di vittoria e sconfitta, mentre essere affiancati da un pessimo alleato potrebbe far precipitare la situazione.

Wargaming avrebbe potuto sventolare lo stendardo nerf e depotenziare l'intera classe di navi, invece ha scelto di concentrarsi esclusivamente sulle portaerei e dare al giocatore un maggiore controllo: adesso, anziché mettere in gioco un mix di squadroni da un punto di vista simil RTS, si può prendere controllo diretto e avere un solo squadrone di aerei alla volta a sfrecciare nei cieli. Concettualmente potrebbe non essere molto coerente ma l'obiettivo è quello di allontanare i giocatori che scelgono le portaerei dal meta-game in cui erano costretti e coinvolgerli nelle battaglie allo stesso modo di tutti gli altri.

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Controllare gli aerei è complicato, perché ogni squadrone si comporta in maniera diversa e dunque occorre spendere un po' di tempo nella pratica per capire non solo il momento in cui attaccare per evitare di sprecare l'azione, ma anche su quale unità sia meglio puntare in base all'andamento della battaglia. Ci sono tre squadroni in totale: uno che utilizza missili leggeri ad ampio raggio e dal danno basso; un altro dotato di siluri che richiedono di allinearsi con il bersaglio e dunque una maggiore precisione; i bombardieri infine necessitano da parte del giocatore un'ottima capacità di predizione per andare a colpo sicuro e infliggere il massimo danno possibile, rivelandosi i più rischiosi da usare. In tutto questo tempo ovviamente l'artiglieria antiaerea non smetterà di prendervi di mira e falciare la vostra squadra, permettendovi di mettere a segno ben pochi attacchi prima di dover mandare un nuovo squadrone in prima linea; scegliete con cura i vostri obiettivi per evitare di essere abbattuti troppo in fretta. Mentre controllate i velivoli, la portaerei rimarrà potenzialmente vulnerabile nel caso in cui una nave nemica dovesse superare le vostre difese, ma fortunatamente potete gestirne le rotte dalla mappa e mandarla verso una zona più sicura in caso di pericolo - allo stesso modo si può progettare un'incursione aggressiva per ridurre il tempo di volo degli aerei ma, al solito, si tratta di misurare bene il rischio. La decisione presa da Wargaming riguardo alle portaerei dimostra la sua sensibilità verso le opinioni della community e la volontà a offrire la migliore esperienza possibile: il passaggio dal precedente approccio RTS a uno in terza persona è un ottimo passo avanti per questa classe di navi, inoltre lo studio si è preso in carico di rimborsare tutti i giocatori che hanno investito tempo ma soprattutto denaro nell'acquisto di navi premium come la statunitense U.S.S. Enterprise, prima portaerei a propulsione nucleare della storia, o la giapponese Kaga, entrambe molto famose.

Un cambio di rotta

Tutte queste implementazioni vedranno la luce nel 2019, mentre un primo assaggio dell'ultimo asso nella manica degli sviluppatori potrà essere provato il 31 ottobre in occasione dell'evento tematico di Halloween: le minacce dal cielo sono questione nota ai giocatori ma cosa ne pensate di vedere le cose da un punto di vista, ad esempio sottomarino? Proprio così, nuove forze andranno a modificare l'equilibrio di World of Warships e lo faranno accompagnate da un design eccezionale e ispirato di cui Jules Verne sarebbe fiero - quella vena steampunk che se ben misurata non sfigura mai. Al di là dei tratti estetici sarà tuttavia il gameplay a determinare gli equilibri di potere in futuro quando la loro diventerà la quinta classe ufficiale in gioco affiancando le navi della Seconda Guerra Mondiale, gli incrociatori, i cacciatorpedinieri e le portaerei, scolpendo così il loro nome assieme a giganti sempre ottimamente modellati quali HMS Hood, Bismarck e U.S.S. Missouri. Perché si tratta di un passaggio importante l'abbiamo già sottolineato - il profondo cambiamento nel concept - però vale anche la pena evidenziare che Wargaming aveva più volte detto di non voler inserire i sottomarini nel pacchetto: questo cambio di rotta è inteso come l'intenzione di andare oltre gli appassionati di navi e dare ai giocatori un nuovo quanto necessario impulso. Tenendo a mente la natura di questi giganti del mare, è semplice pensare allo svolgimento come un costante gioco del gatto con il topo.

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I sottomarini daranno una scossa alle partite con le loro sortite dagli abissi, costringendo i giocatori a tenere viva l'attenzione soprattutto in virtù del fatto che la loro presenza, quando saranno sotto la superficie, non verrà rilevata dai radar e potranno lanciare i loro siluri dal pelo dell'acqua - senza emergere completamente e dunque essere oggetto di impietose raffiche da parte delle altre navi. Questo può comprensibilmente essere un vantaggio considerevole ma non va visto come assoluto, poiché a contrastare questa nuova classe ci sono gli incrociatori grazie alle loro bombe di profondità. Insomma, pericolosi sì ma non invincibili. Come abbiam detto si tratta del gatto che gioca con il topo. Nonostante i suoi tre anni, World of Warships dimostra di saper ancora tenere viva l'attenzione ed essere in grado di crescere ed evolversi, specialmente con l'approdo del gioco su console nel 2019.


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