3,1 mld di fondi UE per la trasformazione digitale italiana, parzialmente in fumo

Confindustria Digitale presenterà a luglio un progetto per sbloccare la trasformazione digitale dell'Italia. Il parziale uso dei fondi UE è emblematico.

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a cura di Dario D'Elia

2014: l'Unione Europea stanzia 3,1 miliardi di Fondi Comunitari per l'attuazione dell'Agenda Digitale italiana per il periodo 2014-2020. 2019: l'Italia ne ha utilizzati solo 686 milioni e rischia di perderne una parte oltre a tutti gli altri. Cosa è successo? Cesare Avenia, presidente di Confindustria Digitale, ha spiegato ad Affari & Finanza che la ricostruzione dei fatti ha consentito di far emergere il corto circuito.

Prima di tutto sono stati presentati 16.586 progetti per un valore di 2,1 miliardi di euro. Di questi il 66% è ancora in corso - e se non rispetteranno la scadenza di tre anni dall'avvio rischieranno di perdere il finanziamento, cosa assai probabile per quel 18% neanche partiti. L'unica consolazione è nel 14% restante che è stato concluso positivamente. Un esempio di bizzarria? L'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente non riusciva a compiere passi in avanti sul fronte digitale perché i Comuni non avevano il budget per adeguarsi e dialogare con la piattaforma informatica nazionale. Confindustria Digitale a quel punto ha scovato 14 milioni di euro di finanziamenti UE compatibili per far fronte al problema.

La sintesi è che grazie alla collaborazione con il Dipartimento Funzione Pubblica, Agenzia per la Coesione e il Team Digitale il team di Avenia ha scoperto che manca una realtà capace di far dialogare tutte le parti interessate dai progetti di innovazione. Forse, non solo "dialogare" ma anche attuare pressione, viene da pensare.

Il 16 luglio verrà presentato un piano strategico che suggerisce la creazione di un Dipartimento permanente della presidenza del Consiglio, più che un vero e proprio Ministero – che sarebbe condizionato dall'alternanza politica. Insomma, un'istituzione che faccia da hub per ministeri, enti locali, PA, etc. Qualcosa già visto ad esempio nel Regno Unito ed Estonia.

Secondo Avenia il buon esempio fornito dal ruolo del Commissario straordinario per il Digitale, incarnato prima da Diego Piacentini e oggi da Luca Attias (il cui mandato scade a dicembre), ha consentito di dare un'accelerazione a molti progetti. Dall'Anagrafe digitale, alla fatturazione elettronica, Pago Pa, etc. Insomma, ha funzionato incastonare la struttura di supporto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.