A novembre tutti su Marte con National Geographic e Sky!

Non vedete l'ora di andare su Marte? Non perdetevi la mini serie "Mars", la più grande produzione mai realizzata da National Geographic e in onda su Sky a novembre.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Gli appassionati di esplorazione spaziale, e i tanti che ieri sera hanno seguito il keynote di Elon Musk con la mascella abbassata, non vedranno l'ora che arrivi novembre, quando andrà in onda su Sky la mini serie "Mars", la più grande produzione mai realizzata da National Geographic.

nat geo mars front shot

A vedere i due trailer che sono stati pubblicati finora (sotto) è lampante la promessa di uno spettacolo mozzafiato. Sapendo poi che parliamo di una produzione progettata dal National Geographic e che la regia è affidata a Ron Howard (Apollo 13) la curiosità sale alle stelle.

La trama è semplice e ambiziosa allo stesso tempo: narra la storia della prima missione con equipaggio che andrà su Marte, e a poche ore da quando Musk ha svelato i suoi piani per Marte sembra tremendamente realistica e credibile. Un tuffo in un futuro che è talmente vicino da poterlo quasi toccare.

Del resto si intravedono consulenti d'elite, quali lo stesso Musk e l'astrofisico Neil deGrasse Tyson giusto per fare nomi più che noti al pubblico televisivo e di appassionati (l'elenco completo dei contributor è a fine pagina). 

La sensazione di realismo arriva prima di tutto dalla tempistica: il calendario segna la data del 2033. Ieri sera Musk ha prospettato lo sbarco dell'uomo su Marte per il 2024, ma ha precisato che rispetterà questa data "se le cose andranno super bene", e che nonostante farà del suo meglio, non è sicuro di farcela. Forse per scaramanzia, forse perché nella fiction si alzerà la tensione mettendo in conto problemi e ostacoli verso la prima missione, sta di fatto che si calcola un posticipo di 9 anni, che è verosimile, e che tra l'altro quadra con i tempi della NASA. Un caso?

Altro elemento di realismo è la qualità delle immagini: in molti spezzoni del secondo trailer sembra quasi di essere sul sito della NASA, di vedere i panorami che ci mandano le sonde come il Mars Recoinassance Orbiter della NASA e il rover Curiosity.

E anche il discorso della specie multiplanetaria, che ieri sera con Musk da solo sul palco sembrava una visione futuristica un po' fredda,  con i video assume toni caldi, credibili e coinvolgenti.

A questo si aggiunga un'astronave chiaramente ispirata a quella di Battlestar Galactica (che Musk ha nominato giusto ieri sera), che si vede nel primo trailer. Anche il nome dell'astronave, Daedalus , ha qualche significato: non abbiamo alcuna conferma sulla provenienza, ma è il nome di una delle astronavi di Stargate, di un episodio della quarta stagione di Star Trek: Enterprise, nonché quello di un progetto condotto fra il 1973 e il 1978 dalla British Interplanetary Society per progettare una sonda spaziale per un viaggio interstellare senza equipaggio. Sarà un caso?

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Ciliegina sulla torta, il progetto di National Geographic non si ferma con la mini serie. Prima di tutto c'è un prequel, "Before Mars", che ha il merito di essere la prima serie web di National Geographic.  E se intendete guardare le 6 puntate di Mars non potete perdere il prequel, che gioca un ruolo fondamentale per il coinvolgimento dello spettatore: copre l'arco temporale che ci separa da oggi al 2033, calandoci in Mars non come in un ambiente e un tempo storico sconosciuti, ma come un naturale proseguimento di una storia che parte oggi.

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Inoltre c'è il sito MakeMarsHome.com con il conto alla rovescia per l'atterraggio su Marte, il percorso che sta seguendo la Daedalus per arrivare a destinazione, il sito di atterraggio su Marte e - fra le altre cose - un documentario "reale" della International Mars Science Foundation con il riepilogo della missione, la spiegazione degli obiettivi e dettagli sull'equipaggio.

Insomma, se pensavate che Mark Watney ci avesse già insegnato tutto su Marte vi sbagliate.

Chiudiamo con l'elenco dei consulenti che intervengono in Mars:

  • Charles Bolden, amministratore NASA ed ex astronauta
  • Peter Diamandis, fondatore e direttore esecutivo di X Prize; cofondatore e co amministratore di Planetary Resources
  • Neil deGrasse Tyson, direttore dello Hayden Planetarium presso il The Rose Center for Earth and Space
  • David Dinges, professore al dipartimento di psichiatria alla University of Pennsylvania
  • Casey Dreier di The Planetary Society
  • Ann Druyan, produttore esecutivo e autore di "Cosmos"
  • Charles Elachi del NASA Jet Propulsion Laborary (JPL) e professore emerito alla Caltech
  • Jim Green, scienziato planetario NASA e direttore della Science Division
  • John Grunsfeld, amministratore associato NASA ed ex astronauta
  • Jennifer Heldmann, scienziato planetario NASA
  • Jedidah Isler del National Geographic
  • Thomas Kalil, direttore incaricato del White House Office of Science and Technology Policy
  • Roger Launius, direttore associato del National Air and Space Museum dello Smithsonian Institution
  • John Logsdon, professore emerito alla George Washington University
  • James Lovell, ex astronauta NASA e comandante della missione Apollo 13
  • Elon Musk, CEO di SpaceX, Tesla Motors e SolarCity
  • Stephen Petranek, autore di "How We'll Live on Mars"
  • Mary Roach, autore di "Packing for Mars"
  • Jennifer Trosper, manager della missione Mars 2020 al JPL
  • Andy Weir, autore di "The Martian"
  • Robert Zubrin, presidente della The Mars Society e di Pioneer Astronautics