Come cambieranno le sonde marziane

Alla luce dell'annuncio della presenza di acqua che affiora sulla superficie di Marte come cambiano le prospettive di esplorazione? Ce lo spiega il professore Enrico Flamini dell'Agenzia Spaziale Italiana.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Per quanto riguarda le sonde, si può fare qualcosa per vederci meglio? Lo strumento CRISM che è stato usato per queste valutazioni non riesce a vedere l'acqua liquida perché lavora solo quando le temperature sono molto basse.

Non solo per quello. CRISM come tutti gli strumenti ottici – in questo caso è uno spettrometro – ha quella che si chiama risoluzione spaziale, ovvero la capacità di distinguere oggetti che sono più vicini di una certa distanza. Nel caso di CRISM la risoluzione - ovvero quello che ogni singolo pixel riesce a distinguere - è dell'ordine di qualche metro, mentre questi affioramenti sono di dimensioni inferiori. Hanno dovuto fare un grande lavoro di analisi e interpolazione dei dati per riuscire a capire da un'immagine che dava lo spettro di una zona di decine di metri quadrati quello che era in effetti la riga degli affioramenti.

recurring slope lineae coprates chasma

Si potrebbe fare di più se si potesse avere o uno spettrometro con una risoluzione spaziale molto più fina, oppure delle sonde che si muovono a un'orbita così bassa da poter andare a vedere con una risoluzione spaziale più sottile.

L'altra cosa è continuare a fare le osservazioni nell'ottico per cercare di determinare le differenze stagionali nella stessa zona e quindi vedere se effettivamente si vede il momento in cui qualcosa si sta muovendo.

Sonde del genere al momento non sono in programmazione, vero?

Maven, che è appena arrivata su Marte, è l'ultimo degli elementi orbitali statunitensi ma è dedicato soprattutto allo studio dell'atmosfera marziana. Vedremo probabilmente altre cose interessanti perché quest'acqua a un certo punto sublima, quindi si trovano anche tracce nell'atmosfera della variabilità locale. Però è a bassa definizione spaziale.

Exomars 2016 ha a bordo una camera molto buona, ma arriva intorno al metro di risoluzione e ha solo alcuni filtri per cui non è propriamente uno spettrometro.

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MRO

Ricordiamo che il resto della ricerca sarà dedicato ai gas, perché permane il problema del metano che abbiamo già trovato con il Planetary Fourier Spectrometer (PFS) di produzione italiana che è installato su Mars Express. Il metano varia durante l'anno, aumenta e diminuisce in certe regioni e quindi bisogna rispondere alle domande su come nasce.

Alla luce dell'annuncio di ieri le missioni che adesso sono in fase di progettazione iniziale possono essere modificate. Una prima candidata è la missione che partirà attorno al 2022, riguardo alla quale l'ASI ha già iniziato a dialogare con la NASA. Potrebbe installare della strumentazione focalizzata per questo tipo di aspetti.