Panasonic Lumix DMC-TZ18 - Sul campo

Test - Recensione delle compatte con sensori CCD Canon PowerShot SX150 IS, Panasonic Lumix TZ18 e Pentax Optio RZ18.

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a cura di Tom's Hardware

Panasonic Lumix DMC-TZ18 - Sul campo

Il bello delle Lumix è che sono versatili: chi vuole scattare senza pensieri usa le modalità automatiche, chi preferisce costruire lo scatto può adottare le altre. Questo vale anche per la TZ18 e la ghiera principale è affollata: la modalità automatica "totale" iA (Intelligent Auto); la selezione di un preset Scene dei 29 a disposizione; una impostazione Custom, che rimanda a tre preset di impostazioni; MS1 e MS2 per richiamare due modalità Scene usate più di frequente; la modalità Video; le classiche Program, a priorità di diaframmi o tempi, Manuale.

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Le impostazioni più importanti per lo scatto (uso del flash, compensazione EV, macro, autoscatto) si raggiungono dai pulsanti della ghiera posteriore; un secondo gruppo di impostazioni si richiama con il pulsante Quick Menu; tutte le impostazioni possibili si ritrovano nel menu principale di configurazione, che si richiama dal pulsante al centro della ghiera. Tutto o quasi è a portata di dito in un paio di passi, l'unica "vittima" di rilievo in questa logica è la regolazione degli ISO, possibile solo dal menu principale di configurazione.

La TZ18 dà il meglio di sé sino a 400 ISO: a questa sensibilità si nota il rumore cromatico nelle zone meno illuminate delle foto, mentre a sensibilità inferiori non ci sono artefatti rilevanti. La TZ18 è comunque una compatta da ambienti illuminati, meglio ancora da esterni. Pollice su per il sistema AF, che in condizioni di illuminazione anche discreta è veloce e affidabile, specie nella modalità che usa automaticamente tutte le 23 zone di messa a fuoco previste.

Il bilanciamento automatico del bianco rende le tonalità un po' più più fredde della media. Ci sono altri quattro preset per il bilanciamento: non molti, ma ciascuno può essere spostato manualmente verso il rosso o verso il blu. Si può impostare un bilanciamento del bianco personalizzato, però regolando un cursore e non scattando una foto-campione di un oggetto bianco.

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Lo zoom della TZ18 ha una marcata escursione focale ed è di costruzione solida, di conseguenza è un po' pesante e quindi lento: poco meno di 3 secondi per passare dalla focale minima a quella massima. Per ovviare al problema si usa il pulsante E.Zoom: con una prima pressione lo zoom viene portato a 384mm velocemente (1,6 secondi circa per fare tutta l'escursione focale), con la seconda si attiva lo zoom digitale sul centro dell'inquadratura (è come usare un super-teleobbiettivo da 811mm, ma la foto prodotta è a soli 3 MP), con la terza l'obiettivo torna a 24mm. Non si può dire che la funzione sia inutile, ma valeva la pena ideare un pulsantino specifico per le rare occasioni in cui la TZ18 fa caccia fotografica?

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Lo E.Zoom simbolizza bene il limite ergonomico della TZ18: lo spazio a disposizione, che sul corpo di una compatta non è mai abbondante, si poteva sfruttare meglio con comandi più funzionali. Dei cursori di accensione/spegnimento e scatto/riproduzione abbiamo già detto, oltre all'E.Zoom si segnala il pulsantino Exposure: quando lavoriamo in modalità di scatto a priorità o manuale bisogna premerlo per evidenziare i tempi e/o i diaframmi, solo dopo li si può variare con la ghiera posteriore.