Installazione e prime impressioni

Recensione - Test del Colormunki Smile di X-rite, strumento di calibrazione economico da acquistare e semplicissimo da usare. Ideale per fotografi dilettanti e per chiunque desideri sfruttare meglio il proprio monitor, risulterà probabilmente limitante per l'utente prosumer.

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a cura di Tom's Hardware

Installazione e prime impressioni

Il piccolo pacchetto comprende lo strumento di misura, l'indispensabile contrappeso, un CD con il software a corredo e un piccolo manuale introduttivo, che sebbene offra solo informazioni elementari del tipo "esegui il software e segui le istruzioni a video", risulta persino sovrabbondante data la semplicità dello strumento. Non viene purtroppo fornito alcun tipo di supporto o custodia per riporre lo strumento quando non utilizzato.

L'installazione prosegue senza incertezze data l'assoluta assenza di scelte da effettuare, e si conclude con quella del driver e l'occupazione di poco meno di 125 MB su disco. L'unica avvertenza da seguire, come sottolineato dalla documentazione, è quella di collegare l'hardware solo al termine dell'installazione software, come del resto è normale che sia. Prima dell'uso, il software richiede una veloce attivazione via internet.

Svolti questi pochi passaggi, si è pronti a partire e l'interfaccia del software riflette perfettamente l'impostazione semplificata del prodotto. Basti dire che, tra le impostazioni del programma, si trovano solo due voci: attivare o meno un promemoria di calibrazione periodico, e attivare o meno il download automatico degli aggiornamenti. Una terza opzione riguarderebbe il tipo di retroilluminazione del proprio display, ma lo strumento è in effetti in grado di riconoscere correttamente il tipo di pannello che si trova davanti, quindi persino questa minima difficoltà viene gestita in modo automatico.

La schermata di impostazioni del software, limitata al setup di un eventuale promemoria di calibrazione e alla gestione degli aggiornamenti automatici.

L'hardware ricorda da vicino quello di precedenti prodotti X-rite (i1 Dispaly), con gli identici quattro fori nella parte inferiore sotto ai quali si trovano i filtri colorati usati dallo strumento. L'unica apparente modifica è la sostituzione delle piccole ventose adottate in passato con un disco di velluto nero che svolge la duplice funzione di evitare graffi allo schermo e limitare la luce diffusa. Si tratta, naturalmente, di un colorimetro, e non di un più sofisticato spettrofotometro come è il ColorMunki "standard". Del resto, in questa fascia di prezzo, è proprio il ColorMunki l'unico spettrofotometro su piazza.

Fa piacere constatare come il dispositivo gestisca correttamente la retroilluminazione LED dei display, un requisito oggi pressoché obbligatorio ma niente affatto scontato.