Quanto è affidabile un ecosistema eterogeneo?

Intervista esclusiva a Joanna Rutkowska, massima esperta di sicurezza informatica.

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a cura di Tom's Hardware

Quanto è affidabile un ecosistema eterogeneo?

TH: È l'approccio "a strati". Si può andare a cercare direttamente l'informazione, che è conservata da qualche parte di un sistema cloud. Oppure si può andarla a cercare nel sistema dell'utente finale, che accede a quel sistema. Se si trova, per esempio, un bug in Windows che permette di compromettere un intero sistema, un organizzazione dotata di un sistema eterogeneo potrebbe isolare velocemente tutti i sistemi Windows, e continuare a lavorare con Linux e OS X.

Joanna: Come dicevo, questo sistema può servire solo a limitare gli attacchi DoS, non a prevenire il furto d'informazioni. Una variante dell'approccio "per oscuramento" in molti SO. Per esempio c'è la tecnica ASLR, che agisce sul layout della memoria, e che fu introdotta su Linux con la patch PaX, poi portata su Windows Vista, e che arriverà anche su Mac OS X,

Un'altra tecnica è la protezione degli stack tramite i cosidetti "canaries", che sono valori inseriti in uno stack per individuarne e controllarne l'overflow. Anche in questo caso siamo in presenza di un approccio "per oscuramento". L'idea fu introdotta da Stack Guard su Linux circa dieci anni fa, ed è presente da tempo anche nel compilatore Visual Studio di Microsoft.

Quindi raccomanderei di usare approcci specifici che sfruttano anche questo il concetto di eterogeneità, piuttosto che investire molto denaro in un ecosistema con tre diversi sistemi operativi, affinché sia possibile isolarne uno in caso di bisogno. Sarebbe, tra l'altro, una scelta probabilmente inutile e potenzialmente dannosa.

TH: A meno che fossimo paranoici e preferissimo applicare tutti gli approcci di cui abbiamo parlato su diverse macchine.

Joanna: Quale sarebbe il beneficio, a parte la protezione da attacchi DoS?