L'esposimetro, continua

Guida fotografica - completiamo i concetti base di tempo di posa e apertura del diaframma introducendo la variabile sensibilità e parlando di esposimetro: come funziona, quando sbaglia, come correggere.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Esposimetro a lettura media (media pesata)

Questo tipo di esposimetro legge la luce su tutto il campo inquadrato, restituendo appunto una media (oggi tipicamente una media pesata che tiene in maggior conto l’area centrale, dove normalmente si trova il soggetto - la cosiddetta media pesata con prevalenza al centro).

E’ adatto nella maggior parte delle applicazioni, ma cade in errore nel caso dei controluce (presenza di una sorgente luminosa alle spalle del soggetto). In questi casi, infatti, l’esposimetro considera anche la luce proveniente dallo sfondo che al fotografo, per così dire, non interessa. L'intensità di luce totale è quella effettivamente misurata dall'esposimetro, ma la maggior parte di questa luce non proviene dal soggetto principale. Risultato: il soggetto principale risulterà sottoesposto.

Alcune condizioni tipiche di controluce sono: sole o altra sorgente di luce alle spalle del soggetto; ampia porzione di cielo inquadrato; in interno, finestra alle spalle del soggetto; sfondo molto chiaro (es. spiaggia bianca o neve).

La soluzione consiste, in questo caso, del sovraesporre il soggetto rispetto a quando indicato dallo strumento. Passare, ad esempio, da una coppia f/8 - 1/500 sec. Alla coppia f/8 - 1/250 sec (+1 stop), f/8 - 1/125 sec. (+2stop) e così via. La sorgente di luce alla spalle apparirà "bruciata", ma il soggetto sarà esposto correttamente. Vedremo tra poco come effettuare una compensazione esposimetrica.

Esposimetro a lettura valutativa, o "matrix"

Nelle fotocamere moderne, la lettura valutativa, o matrix, si affianca e nella quotidianità prende il posto della lettura media. Anche in questo caso, la luce viene misurata su tutto il campo inquadrato, ma suddividendolo in un certo numero di zone (anche decine di migliaia nelle ultimissime implementazioni) e considerando ciascuna di queste zone singolarmente. La fotocamera può così tenere conto di diversi fattori, come il punto di messa a fuoco (ottimizzerà l'esposizione sul soggetto a fuoco) e la composizione della scena.

Esposimetri di ultima generazione tengono conto anche della distanza del soggetto se utilizzati con ottiche compatibili, e del colore. Un simile esposimetro dovrebbe teoricamente rilevare eventuali situazioni di controluce (elevata differenza di luminosità tra zone adiacenti), e in sostanza non sbagliare mai. In pratica, rappresenta una significativa evoluzione della lettura media, ma si comporta qualitativamente nello stesso modo - solo commettendo errori tipicamente minori (quando ne commette), e assicurando di base un'esposizione più precisa grazie ai numerosi fattori di cui tiene conto.

Un problema legato a questa modalità di lettura, è che non è possibile tenere traccia delle complesse valutazioni effettuate dall'esposimetro, così in fase di scatto ci si deve necessariamente fidare della fotocamera. Vedremo comunque tra poco come effettuare un controllo a posteriori.

Esposimetro a lettura parziale / spot

A differenza dei precedenti, in questo caso la lettura viene effettuata solo in una ristretta zona del campo inquadrato, tipicamente al centro (ma la lettura può anche essere collegata al punto di messa a fuoco). A seconda dei modelli, l’area valutata può andare dal 10% (lettura parziale) a meno dell'1% (spot, spot fine, superspot).

Generalmente scomodo da utilizzare in condizioni normali (su quale punto effettuare la misura?), questo tipo di lettura diventa preziosa nel caso di controluce. Leggendo solo dal soggetto principale, infatti, l'esposimetro non viene in questo caso ingannato dalla luce alle sue spalle.

In pratica, un approccio ragionevole all'utilizzo dell'esposimetro potrebbe essere il seguente: utilizzare di base la lettura valutativa/matrix, e passare alla lettura spot nel caso di controluce (o, più in generale, in caso di forte differenza di illuminazione tra soggetto e sfondo), oppure quando si vuole ottimizzare l'esposizione di un particolare in una scena ad alto contrasto.