Digitali compatte, 10 modelli a confronto

Le digitali compatte si evolvono verso automatismi sempre più sofisticati, senza perdere le caratteristiche che le hanno rese prodotti di grande successo. Impossibile, tra i tanti modelli disponibili, non trovare qualcosa che ci piaccia.

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a cura di Tom's Hardware

Introduzione

La maggior parte delle digitali compatte non permette di regolare manualmente tutti i parametri di ripresa, caratteristica che ricercano soltanto gli amatori più esperti. La digitale compatta è rivolta ad un pubblico molto vasto, che cerca un apparecchio facile da usare, ed è poco o per nulla interessato alle regolazioni avanzate . Esistono, in ogni caso, anche modelli destinati a clienti con esigenze più particolari e specifiche. C'è una grande varietà nei prezzi che nelle caratteristiche. La Olympus 1030SW, per esempio, è impermeabile, quindi adatta alla fotografia subacquea, e resistente agli urti, ma il suo prezzo è nettamente superiore a quello di una comune digitale compatta.

Pixels, pixels e ancora pixels. Ci sarà un limite?

Credevamo che la corsa ai pixels fosse finita, o quasi, per il sopraggiungere di limiti fisici insormontabili, ma a quanto pare le esigenze del marketing sono più forti di quelle tecnologiche, ed ecco che si ricomincia a salire. È facile vedere delle piccole digitali compatte, con minuscoli sensori di area 1/2.3", raggiungere i 10 Mpixels, mentre le 12 Mpixels si affidano a dei sensori leggermente più grandi (1/1.6"). Un sensore con tanti pixels lascia ben poca scelta nella realizzazione dell'ottica, a causa della diffrazione della luce. Senza contare il fatto che la qualità d'immagine, di solito, non è migliore di modelli da 7-9 Mpixels , quando non è addirittura peggiore, per via del maggior rumore.

Automatismi sempre più sofisticati

Già da diverso tempo le compatte utilizzano molteplici automatismi, infatti la maggior parte sono progettate per essere utilizzate quasi esclusivamente in modalità Automatica . Entrare nel menu e agire manualmente sulle poche regolazioni disponibili è, infatti, piuttosto complicato. In alcuni casi è presente un tasto "Function", che dà accesso alle principali regolazioni, ed è pratico per chi cerca un controllo parziale sui parametri di ripresa. La tendenza generale, comunque, è quella di dare rilievo esclusivamente alle funzioni automatiche: dopo che la rilevazione automatica dei volti ha contagiato praticamente tutte le digitali compatte, ecco che arriva la rilevazione automatica dei sorrisi. Si aggiunge la rilevazione del movimento , che aumenta la velocità di otturazione aumentando la sensibilità ISO, e impedendo così che la foto risulti mossa. Su alcuni modelli, si può anche aumentare la dinamica delle foto, e disporre di alcune funzioni elementari di fotoritocco, come la correzione automatica degli occhi rossi. È difficile dare un giudizio positivo o negativo su tali funzioni, spesso snobbate dall'amatore esigente.

La sensibilità sulle compatte

La sensibilità è stata a lungo uno degli aspetti, se non il principale, che le rendeva le compatte inferiori alle reflex. Oggi le compatte arrivano a valori ISO comparabili con quelli delle reflex , e in qualche caso fanno anche meglio, almeno delle reflex amatoriali. Il record assoluto di sensibilità, al momento è detenuto dalla Fuji F100, in grado di spingersi fino a 12800 ISO. Il trattamento integrato permette di limitare il rumore anche alle sensibilità più alte, ma quasi sempre a scapito dei dettagli e della qualità dei colori. In linea di massima, se si devono fare stampe di medie dimensioni, è meglio non superare gli 800, o meglio ancora i 400 ISO . Vale la pena spingersi oltre solo in rari casi, quando cioè è preferibile scattare una foto di bassa qualità che non scattare proprio nulla! Il limite massimo di sensibilità è diverso da modello a modello, e sta all'utente capire il limite oltre il quale non conviene andare. Chi pensa di scattare in condizioni critiche, e vuole farlo con alti valori ISO, deve orientarsi su macchine dotate di un buon trattamento del rumore, meglio se eccellente. C'è un'enorme differenza, per esempio, tra una Fuji F100 e quello di una banale compatta da 100 euro. Anche il comportamento in Modalità ISO Automatica, che evita di regolare manualmente la sensibilità quando c'è poca luce, o di preoccuparsi della portata del flash, varia molto da modello a modello.

Tutti verso il grandangolo

Per quel che riguarda le ottiche, si assiste ad una sempre maggiore diffusione del grandangolo 28 mm, insieme all'aumento del fattore di zoom. Il grandangolo permette di scattare anche da distanza ravvicinata, coprendo comunque un'area piuttosto ampia, che altrimenti verrebbe tagliata via con obiettivi standard. Questa caratteristica in passato era riservata a modelli esclusivi e costosi, ma oggi la vediamo anche su macchine più economiche, come dimostra la Olympus FE-350, venduta mediamente a 200 euro. Insieme al grandangolo si diffonde anche il teleobiettivo, con fattori di zoom 5x sempre più comuni. Un ingrandimento del genere dovrebbe soddisfare la maggior parte degli utenti, tranne quelli che cercano zoom particolarmente potenti, per soddisfare bisogni particolarmente originali. Tra le caratteristiche comuni oggi troviamo anche la stabilizzazione, sia a livello del sensore sia a livello dell'ottica: non elimina del tutto il rischio di avere foto mosse, ma lo riduce sensibilmente, in particolare quando si usano focali lunghe. Visti i benefici apportati ed i costi ormai accettabili di questo tipo di tecnologia, non possiamo che consigliare l'acquisto di una digitale compatta stabilizzata.