Dilaga la rivolta Hi-Tech contro Trump: l'ha fatta grossa

Trump ha silurato il ministro della giustizia Yates per essersi schierato contro il decreto sull'immigrazione, ma il numero di aziende hi-tech sul piede di guerra cresce.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri 2.000 impiegati Google di vari uffici sparsi per il mondo si sono uniti in un coro di protesta contro il decreto Trump sull'immigrazione.Jeff Bezos di Amazon ha dichiarato che sosterrà ogni azione di denuncia e di lobbying per lottare contro l'ordine della Casa Bianca. Centinaia di alti dirigenti e investitori di New York, fra cui personaggi di spicco di AirBnb, IndieGogo, KickStarter, BuzzFeed e Uber, hanno recapitato una lettera a decine di senatori per esprimere preoccupazione nei confronti di ciò che sta succedendo.

Dati formazione

Dati sulla formazione (Fonte: NYTimes)

"Noi dovremmo fare ogni cosa in nostro potere per attrarre questi imprenditori negli Stati Uniti. Inoltre quando chiudiamo le porte agli immigrati di alcuni paesi, non menzionando i rifugiati, stiamo dicendo a tutti gli immigrati che non sono i benvenuti", si legge nella lettera.

Mai si era assistito negli Stati Uniti a una presa di posizione così dura e coesa. Microsoft, Amazon ed Expedia si sono spinte a sostenere la scelta del ministro della Giustizia (Washington State Attorney General) Sally Yates di denunciare il decreto nelle sedi appropriate e di ordinare al Dipartimento di Giustizia di non difenderlo in tribunale. A stretto giro Trump ha licenziato in tronco Yates - senza attendere l'imminente fine mandato - e nominato Dana Boente.

Yates ''ha tradito il Dipartimento di Giustizia rifiutando di attuare un ordine messo a punto per difendere i cittadini americani", ha tuonato la Casa Bianca.

Il mondo delle telecomunicazioni ha deciso invece di non esporsi: Comcast, Verizon, Time Warner e AT&T non hanno commentato. Motion Picture Association of America ha dichiarato che il paese è in grado di proteggere la sicurezza nazionale e accogliere nel rispetto dei valori nazioni.

livello economico

Redditi (Fonte: NyTImes)

Bloomberg News, The New York Times, 21st Century Fox e Buzzfeed si sono impegnate a supportare i lavoratori che hanno nel mondo. Starbucks ha promesso che assumerà 10mila rifugiati nel mondo. Nike ha ammesso di non supportare la politica di Trump, così come Coca-Cola e Procter and Gamble.

Durissima anche Ford, che ha proprio il suo quartier generale in uno dei sobborghi (Dearborn) di Detroit a maggior percentuale di musulmani. Fiat Chrysler Automobiles (FCA) non ha rilasciato commenti.

Infine più di 5.000 tra ricercatori e scienziati - fra cui molti Nobel - hanno firmato una petizione contro l'azione discriminatoria della Casa Bianca. Non solo è considerata una scelta in contrasto con i valori democratici ed etici del paese, ma un danno per gli interessi nazionali.

Cittadinanza

Cittadinanza (Fonte: NyTimes)

Il colpo di grazia arriva direttamente dall'Alto commissario del Consiglio per i diritti umani dell'Onu Zeid Ra'ad al Hussein. A suo parere il bando verso i cittadini di sette paesi islamici è "illegale e meschino".

"Ci sono parecchi cattivi ragazzi là fuori", ha twittato Trump. Verrebbe da pensare che l'indirizzo di almeno uno sia conosciuto da tutti: 1600 Pennsylvania Ave NW, Washington, DC 20500.