È proprio vero che la pirateria sta tornando di moda, lo conferma anche Netflix

Netflix ammette che è difficile competere contro la pirateria online, che sta crescendo rapidamente, come rivelato nel recente deposito SEC della società.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Netflix ha ammesso che la pirateria è un concorrente temibile, e al momento non sembrano avere idee convincenti per risolvere il problema. Si va così a concludere un percorso iniziato molti anni fa: quando Netflix arrivò sul mercato, con tanti contenuti e prezzi bassi, molti decisero che non valeva più la pena di scaricare film pirata.

Poi negli ultimi anni le cose sono cambiate di nuovo: il numero di piattaforme non smette di crescere e i prezzi non smettono di aumentare. E così tanti consumatori hanno rispolverato le vecchie abitudini. Ed ecco che Netflix si trova ad affrontare un problema che sembrava scomparso, ma che in qualche modo ha contribuito a far “risorgere”. 

Netflix ha incluso la questione in un pacchetto di documenti consegnato di recente alle autorità che regolano il mercato finanziario, parlando indirettamente agli investitori. 

"I vari modelli economici includono modelli in abbonamento, transazionali, ad-supported e basati sulla pirateria. Tutti questi modelli hanno il potenziale per acquisire segmenti significativi del mercato dei video di intrattenimento", scrive Netflix. "La pirateria minaccia anche di danneggiare la nostra attività, poiché la sua proposta fondamentale ai consumatori è così convincente e difficile da contrastare: praticamente tutti i contenuti gratis", scrive Netflix.

Una visione abbastanza ovvia, tutto già sentito. Siccome piratando è tutto gratis, allora non possiamo competere. Esattamente ciò che dicono i produttori da sempre, ma Netflix all’inizio non seguiva questa filosofia. Netflix, all’inizio, sembrava poter battere la pirateria con prezzi competitivi. 

Sì perché piratare un film non è proprio gratis: ci vuole un pochino di impegno, a volte anche più di un pochino. Perché prendersi il disturbo, se pochi euro posso accedere a molti più contenuti di quanti ne potrò mai scaricare? Netflix all’inizio contava proprio su questo meccanismo. Per non parlare del fatto che all’inizio i film pirata erano quelli di qualcun altro, mentre oggi Netflix si occupa anche di produzione. 

In qualche modo ci troviamo a soppesare il vecchio adagio, anch’esso preso da un film): o muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo. E per Netflix è ovviamente troppo tardi per morire giovane. 

In ogni caso al momento la società sta benissimo, i conti sono in salute e ci si aspetta un’ulteriore crescita nel breve periodo. A lungo termine invece le cose potrebbero essere meno esaltanti, e presto potrebbe arrivare la stagnazione. Anche per questo Netflix partecipa agli investimenti per limitare il fenomeno della pirateria, con risultati non sempre esaltanti. 

Ma quando arriveranno i tempi di vacche magre, la colpa sarà veramente della pirateria? Sembra che Netflix si stia preparando il discorso fin da ora, così da avere il controllo della narrazione - quel famoso storytelling di cui parlano tutti prima o poi: ci diranno che è colpa dei pirati se il numero di abbonati, e non si parlerà per un secondo di prezzi troppo alti, di pubblicità invasiva, di consumatori spremuti oltre ogni decenza. Né le piattaforme tenteranno di farsi concorrenza per davvero, cioè offrendo prodotti simili a un prezzo più basso.