Esplorazione di Europa con i robot

Giove e le sue lune saranno nei prossimi anni al centro d'importanti missioni della NASA e dell'ESA. Ecco cosa c'è da sapere.

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a cura di Tom's Hardware

Il flyby apre uno scenario simile a quello della missione New Horizons su Plutone, ossia un esame "a distanza" della luna. Se dovessimo progettare una spedizione che prevede l'atterraggio di robot?

Icefin
Icefin

Britney Schmitt, membro del team della missione Europa, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa che il suo gruppo di lavoro sta testando in Antartide le tecniche che potrebbero essere utilizzate su Europa. "Europa può sembrare un mondo estraneo, ma se si va ai poli della Terra non sembra più così inverosimile" ha spiegato.

Lo scorso anno presso la stazione di McMurdo in Antartide è stato usato un piccolo robot chiamato Icefin, che si è tuffato sotto al banco di ghiaccio per verificare quello che nascondeva. Non è stata una cosa da poco dato che il ghiaccio aveva uno spessore di decine di metri. Potete vedere il risultato nel video che pubblichiamo di seguito.

Icefin (di cui Schmidt è il ricercatore principale) è potente, ma al contempo è abbastanza piccolo da poter essere trasportato dalle persone. Il veicolo subacqueo inoltre si può anche smontare per facilitarne il trasporto. Gli strumenti a bordo servono per misurare quello che è presente nell'acqua e quello che eventualmente vive sul fondo del mare. Può immergersi ad una profondità di 1.500 metri ed è progettato per percorrere almeno 3 km sott'acqua.

Se pensate che sia incredibile sappiate che non arriva ai livelli di Artemis, il più potente veicolo subacqueo al momento attivo, che può viaggiare fino a 15 km. Il suo obiettivo non è solo quello di testare le tecnologie per Europa, ma anche di capire meglio il fragile ambiente dell'Antartide e il modo migliore per proteggerlo.

Researchers prepare Icefin for going under the ice
Icefin

Icefin e Artemis sono parte di un progetto più ampio chiamato SIMPLE, Sub Ice Marine and Planetary–analog Ecosystem, che è in parte finanziato dal NASA Astrobiology Institute.