Le piattaforme di sconto online, come ad esempio Groupon, alla fine potrebbero rivelarsi negative per l'immagine degli esercenti o dei ristoranti coinvolti. Un gruppo di ricercatori della Boston University e Harvard University ha deciso di analizzare a fondo gli effetti di queste partnership monitorando 16mila proposte Groupon legate a 20 città statunitensi tra gennaio e luglio.
Mettendo insieme le variazioni delle vendite, le adesioni, i "mi piace" su Facebook e le recensioni apparse sulla piattaforma Yelp (circa 56mila riguardanti 2332 esercenti che hanno attivato 2496 offerte) hanno fatto un'interessante scoperta.
Tabella del rating
Mediamente il numero di commenti legati a un'attività , a seguito dell'offerta Groupon, aumenta notevolmente ma le votazioni hanno un punteggio il 10% inferiore rispetto ai clienti comuni. "Le recensioni che menzionano una o l'altra parola (Groupon o coupon, NdR) sono associate a votazioni con stelline che sono il 10% più basse della media rispetto alle altre, mentre una piccola frazione che le cita entrambe scende al 20%", sostengono gli esperti.
"Questo potrebbe indicare che è stata raggiunta una clientela più critica, o che il rapporto tra l'esercente e questi nuovi clienti è più debole che con quelli esistenti".
Ovviamente sarà il tempo a rispondere adeguatamente a questo enigma, ma resta il fatto che il fenomeno degli sconti online tende a privare i consumatori di uno strumento fondamentale: la scelta.
Può essere solo il prezzo l'unico parametro di valutazione di un'attività commerciale? Certamente no, e si potrebbe pensare a Groupon come a un semplice strumento di marketing per farsi conoscere.
Però che brutto biglietto da visita: "Ciao, oggi puoi comprare due pizze al prezzo di una".