La seconda attività scientifica: la spettroscopia

Strumenti, tecnologia e attività dell'Osservatorio Schiaparelli di Campo dei Fiori. Un reportage alla scoperta dell'attività astronomica in un Osservatorio amatoriale italiano di primordine.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

La seconda attività scientifica: la spettroscopia

Lo specchio secondario del telescopio può essere cambiato per fare in modo che la luce entri all'interno di uno spettroscopio. È la seconda attività di ricerca dell'Osservatorio Schiaparelli di Campo dei Fiori e viene svolta da Paolo Valisa e Alberto Milani. "L'astrofisica si fa con la spettroscopia – spiega Luca Buzzi - che serve per analizzare intimamente le stelle: di che cosa sono composte, come ruotano, se una stella è binaria, in che fase di vita è, qual è la sua temperatura e via dicendo".

Il funzionamento tecnicamente non è complesso: la macchina fotografica che abbiamo visto prima in cima al telescopio viene spostata alla base, dove è presente lo spettroscopio, di modo che possa scattare foto allo spettro della stella. "Puntiamo per esempio una stella con il computer, la luce della stella entra nel telescopio, viene direzionata nello spettrometro, dove ci sono specchi, reticoli, prismi eccetera e quello che ne risulta è l'arcobaleno, che è lo spettro.

O meglio: lo spettroscopio è fatto in maniera tale da farci vedere ben più dell'arcobaleno. Se prendete la luce del Sole e un prisma, questa entra ed esce. In realtà dentro lo spettroscopio c'è anche una fenditura molto stretta in cui viene fatta passare la luce, quindi in realtà lo spettro è formato sia dall'arcobaleno sia da tantissime righe nere, tipo un codice a barre per intenderci. Che è diverso per ogni stella. L'analisi di quel codice a barre ci dice tutto quello che è possibile sapere sulla stella o sulla galassia o su quello che vogliamo".

Quale tipo di spettroscopia si fa all'Osservatorio?

"Si può fare spettroscopia nella luce visibile, nell'infrarosso, nell'ultravioletto. Qui facciamo luce visibile. Per esempio la sonda che seguirà Rosetta farà spettroscopia a infrarossi e ultravioletti. L'infrarosso va fatto in altissima quota o nello Spazio, perché il vapore acqueo è deleterio per l'analisi a infrarossi. Dalla Terra si può fare un po' di infrarosso ma a 4000-5000 metri dove c'è umidità nulla o bassissima (5% massimo). Non si può fare lontano infrarosso, bisogna andare nello spazio.

Qui noi ci occupiamo di spettroscopia nella luce visibile in collaborazione con l'Osservatorio Astrofisico di Asiago. È il più grande che c'è in Italia e ha un telescopio da 1,82 metri di diametro".

###old2706###old

Come mai un Osservatorio tanto avanzato ha bisogno del contributo di un Osservatorio amatoriale?

"Il problema è che ad Asiago ci sono tanti team che lavorano al telescopio, e ciascuno ha poche notti al mese a disposizione: se in quelle notti c'è brutto tempo il team passa al mese successivo. Per questo se il nostro referente ad Asiago resta bloccato chiede un aiuto agli osservatori amatoriali che sa avere telescopi di una certa qualità e personale preparato. Ecco perché noi facciamo molti spettri.