Sviluppo contenuti e neutralità della Rete

Anche il maggiore partito di opposizione ha reso nota una proposta di Agenda Digitale per l'Italia. Quattro i punti chiave: diritto all'accesso, investimenti nelle reti, sviluppo contenuti digitali e neutralità della Rete.

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a cura di Dario D'Elia

3) Sviluppare i contenuti digitali e contribuire a ridurre il divario della nostra domanda rispetto agli altri paesi europei. Questo è forse il capitolo più importante per un'Agenda digitale italiana. Al fine di promuovere la domanda vanno concentrate le risorse pubbliche disponibili. Nel campo della Pubblica amministrazione i propositi  e gli annunci anche condivisibili del Ministro Brunetta non hanno dato luogo a risultati apprezzabili. Serve una svolta.

Si tratta in particolare di sviluppare la domanda di servizi digitali, così da stimolare l'adozione della tecnologia da parte dei cittadini. Lo sviluppo della domanda può avvenire attraverso azioni come: l'adozione negli oltre seimila comuni non in digital divide di un termine di 24 mesi  per lo switch off dei servizi dal supporto fisico (carta) a quello digitale (online) che renda quindi obbligatorio l'accesso ai servizi tramite Internet; lo switch off dovrebbe cominciare dall'erogazione di contributi a persone fisiche ed aziende, allestendo punti di accesso in uffici comunali per le persone non informatizzate.

- l'obbligatorietà dell'utilizzo della firma digitale

- la definizione di standard e livelli di autentificazione: da quelli basati su smartcard (Cns) a quelli che usano tecnologie cellulari

- l'adozione di programmi di alfabetizzazione informatica per i cittadini più disagiati (disabili, anziani e a basso reddito, minoranze etniche e sociali) e di new media education in tutto il sistema formativo

- l'insegnamento di fondamenti e principi di programmazione nelle scuole primarie e secondarie

- l'obbligo per il settore pubblico di rendere disponibili  - su basi trasparenti e senza vincoli al riutilizzo  - informazioni e contenuti in proprio possesso e/o ottenuti tramite fondi pubblici che agevolino il coordinamento e l'efficacia dei servizi

- l'utilizzo da parte del settore pubblico (e della Rai) di software open source e di piattaforme non proprietarie,

- l'obbligo di acquisto nella Pubblica amministrazione di una quota - anche minima - di forniture Ict da parte di start up

- Garantire la progressiva riduzione delle tariffe di accesso alla rete in rame da parte dei concorrenti (servizi Bitstream) per consentire una maggiore diffusione dei servizi a banda larga e una riduzione dei prezzi al dettaglio.

- Ridurre l'Iva per le transazioni commerciali online. Oltre che ad incentivare l'e-commerce l'Iva agevolata potrebbe costituire un robusto contributo antievasione tale da non incidere in modo significativo sui saldi fiscali.

- Assegnare un bonus banda larga a tutte le famiglie prive di connessione. Il bonus potrebbe consistere in un anno di collegamento base free e verrebbe assegnato al nucleo famigliare al compimento del quindicesimo anno di età da parte di un figlio.

- Introdurre regole fiscali favorevoli agli investimenti di medio-lungo termine per le infrastrutture in banda larga, sul modello in vigore per le energie rinnovabili

- Introdurre gradualmente l'obbligo di adottare Pos wireless e contactless per esercenti, professionisti e artigiani. Tale introduzione potrebbe essere accompagnata da un periodo di deduzione fiscale per chi la adotta.

- Varare un piano di sostegno alle start up digitali con misure di defiscalizzazione, leve finanziarie pubbliche e embarghi normativi per semplificare lo sviluppo di nuove imprese.

Decisivo infine, e forse più di ogni altra cosa, è lo sviluppo di nuovi contenuti digitali per incrementare la domanda. In questo campo più che l'intervento pubblico sarà fondamentale l'evoluzione del mercato. Un'Agenda digitale italiana deve comunque spingere in questa direzione, con scelte normative (nel quadro Ue) come quelle relative a un "nuovo" diritto d'autore, alla riduzione dell'Iva per il mercato emergente dell'e-book, alle facilitazioni per gli investimenti paperless del comparto editoriale. 

Cruciale al fine dello sviluppo dei contenuti digitali, deve essere il contributo del servizio pubblico radiotelevisivo con le sue originali caratteristiche di universalità e gratuità. La Rai è tenuta a svolgere un ruolo trainante, oltre che  nell'alfabetizzazione digitale del Paese, nella diffusione di contenuti digitali e nella divulgazione di best practices.  Si tratta di assegnare alla Rai, nella transizione  dal broadcasting generalista al "personal market", il compito di presidiare quei segmenti del mercato che il privato non è in grado o non è interessato ad affrontare. I contenuti digitali del servizio pubblico devono essere offerti su piattaforme non proprietarie, aperte alla fruizione di qualsiasi device e in licenza Creative Commons. Sul piano delle norme si tratta in primo luogo di salvaguardare la libertà e la neutralità della Rete. I tentativi di risolvere i problemi con misure restrittive non sono accettabili. Il confronto italiano va inserito nella discussione europea e globale, senza iniziative provinciali come il recente decreto Romani.

Agenda Digitale per l'Italia

4) Aggiornare il quadro normativo e regolatorio per salvaguardare la neutralità della Rete, semplificare il sistema e accrescere la competitività delle imprese.

Sul tema della neutralità tecnologica, occorre accelerare il recepimento dei principi contenuti nel quadro europeo delle TLC e cominciare a porre il problema di una cornice regolatoria che salvaguardi la libera navigazione nella Rete dalla minaccia costituita dal peso preponderante dei circuiti chiusi costituiti attorno ai grandi motori di ricerca o al binomio tra device e applicazioni in piattaforme proprietarie. Sul diritto d'autore,  riteniamo conciliabile la libertà della Rete con la valorizzazione delle opere dell'ingegno. A due condizioni: che ben si comprenda che l'essenziale è promuovere il consumo legale dei prodotti culturali in rete; e che non ci si illuda su scorciatoie repressive  o di tassazione. Il nuovo Regolamento Agcom sul diritto d'autore sembra andare in una direzione positiva.

Per promuovere lo sviluppo di un mercato legale e favorire la circolazione di contenuti digitali, è necessario introdurre l'obbligo di interoperabilità di reti distributive, di codifiche e formati di dati, e di sistemi di pagamento, disponendo un sistema reputazionale condiviso.

Infine, sarà fondamentale definire da parte di  Agcom le regole di accesso e condivisione delle nuove infrastrutture per rendere possibili investimenti nella Rete. Occorre in particolare definire le condizioni regolamentari affinché, all'uscita dei soggetti pubblici, vengano mantenute condizioni di concorrenzialità ed economicità necessarie allo sviluppo ed all'utilizzo della rete NGN.

La nuova infrastruttura dovrebbe essere realizzata in prima applicazione evitando le duplicazioni, così da privilegiare l'espansione della copertura rispetto alla competizione su limitate aree geografiche. In un secondo momento, all'uscita degli investitori pubblici, il mercato potrebbe scegliere di duplicare l'infrastruttura laddove sussistano le condizioni di convenienza economica.

Un ultimo tema di particolare rilevanza per l'infrastruttura di rete è la gestione della migrazione dal rame alla fibra. L'esperienza fatta in settori analoghi come quello televisivo insegna che molti sforzi vanno concentrati da parte del regolatore nella gestione della transizione dal vecchio al nuovo sistema e che questa spesso avviene solo se forzata dall'esterno (ad esempio con atto normativo). È possibile pensare anche per le reti NGN sistemi di switch off che, garantendo l'accessibilità dei prezzi dei nuovi servizi di accesso, forzino l'utenza al passaggio alle nuove tecnologie.