Ergonomia ed efficacia

Recensione - Test della Leica D-Lux 6, compatta premium che si apprezza, soprattutto, per l'ottica luminosa. Ottimo feeling e impostazione piacevolmente retrò, come ci si aspetta da Leica.

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a cura di Tom's Hardware

Ergonomia ed efficacia

La D-Lux 6 mette a disposizione le classiche modalità di scatto PASM oltre a due modalità personalizzabili, una modalità automatica (che con scelta poco felice dei simboli è anch'essa indicata con una "A" su fondo bianco), una modalità video creativa, una modalità scene e la modalità controllo creativo.

Quest'ultima, evoluzione dei filtri artistici, consente di ottenere effetti speciali senza particolari nozioni di fotografia. Partendo da una quindicina di setup di base (Espressivo, Nostalgico, Hi-key, Sottoesposizione, Sepia, Mono alta dinamica, Opera d'arte, Alta dinamica, Cross-processing, Effetto giocattolo, Miniatura, Messa a fuoco soft, Filtro a stella, Punto colore, Sfocatura morbida, Sfocatura radiale), il fotografo ha la possibilità di personalizzare l'effetto agendo su tre controlli variabili in base al contesto; si hanno quasi sempre a disposizione i controlli su luminosità e profondità di campo, poi a seconda dell'effetto selezionato si potrà intervenire di volta in volta sulla saturazione dei colori (Espressivo) piuttosto che sul tono o sul contrasto.

La modalità Scena offre 17 scene predefinite per coprire le più disparate esigenze di ripresa, dal classico ritratto alla fotografia "dietro il vetro", passando per le riprese 3D.  Interessante la modalità video creativo, che consente di utilizzare la fotocamera in manuale anche durante la ripresa di filmati e di accedere alla modalità di registrazione ad alta velocità (100/120 fps) per slow-motion di effetto, così come interessante è la modalità Auto che in effetti è doppia (Auto/Auto+) e, come già osservato sugli analoghi modelli Panasonic, svolge egregiamente il suo lavoro.

Naturalmente, però, chi acquisterà questa fotocamera la utilizzerà soprattutto in PASM, e su questo fronte siamo stati veramente lieti di constatare i progressi fatti rispetto alle versioni precedenti. Se la D-Lux 5 si utilizzava al meglio in P, dato che l'assenza di controlli specifici rendeva troppo lenta l'esecuzione in altre modalità di scatto, la D-Lux 6 si utilizza con grande piacere ed efficacia in tutte le modalità PASM, a cominciare dalla priorità di diaframmi. Il merito va ovviamente, soprattutto, alla nuova ghiera frontale. A proposito della ghiera, qualcuno potrebbe criticare il fatto che il valore di diaframma selezionato possa non corrispondere al diaframma in macchina: impostando f/1.4 e tirando lo zoom a 90mm, ad esempio, si scenderà a f/2.3; per quanto ci riguarda, non abbiamo trovato fastidioso questo comportamento - f/1.4 assume un po' il significato di "apertura massima possibile".

Scattare in priorità di diaframmi, quindi con la mano sinistra intorno alla ghiera, offre il vantaggio secondario di migliorare la presa della macchina, mitigando un po' quello che è un difetto ergonomico della D-Lux 6 - la pulizia delle linee ha la sua importanza, certo, ma un'impugnatura andava prevista.

La fotocamera è estremamente reattiva in tutti i sensi, e risulta per questo molto efficace e piacevole da utilizzare sul campo. Il tempo di scatto, dall'avvio della messa a fuoco alla cattura, è costantemente inferiore al quarto di secondo, sia che si utilizzi la modalità AF a singolo punto o la selezione automatica su 23 punti, che per una compatta è un ottimo risultato. Buono anche il ritardo tra due scatti successivi - circa 3/4 di secondo, sia che si scatti in RAW o in JPEG, così come è buona la cadenza di scatto: a 5 fps la raffica viene mantenuta per 100 scatti, ma è possibile arrivare a 11 fps per 12 scatti consecutivi, e a cadenze di 40 o 60 fps a risoluzioni inferiori (sempre per l'equivalente del classico secondo di registrazione).

Abbiamo apprezzato, ma con riserva, la disponibilità del blocco AE/AF e la nuova ghiera di messa a fuoco manuale. Il primo è una rarità per una compatta che ci ha fatto piacere trovare, ma il relativo pulsante è davvero troppo piccolo. La funzione di messa a fuoco manuale, dal canto suo, è una buona idea e si utilizza comodamente con l'ingrandimento del soggetto previsto, ma sarebbe stata più efficace in presenza di una funzione focus peak.