Microsoft prende 2 miliardi da Android e li brucia su Xbox

Secondo un analista Microsoft guadagna 2 miliardi grazie ad Android, ma li perde per colpa di Xbox.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft incassa due miliardi di dollari l'anno grazie alle licenze Android, pagate dalle aziende che producono smartphone e tablet; è quanto afferma l'analista Rick Sherlund della società Numura. Un bel salto in avanti rispetto ai 444 milioni di dollari stimati da Goldman Sachs nel 2011, e con un margine del 95%, aggiunge, si tratta praticamente di puro profitto.

Una cifra più che sostanziosa, che Microsoft ottiene grazie ad accordi specifici stretti con i vari LG, Sony, HTC, e così via. Allo stesso tempo però Sherlund afferma che tale ricchezza serve a nascondere il denaro perso dalle divisioni Xbox e mobile (vale a dire Windows Phone). Tutte e tre le voci (Android, Xbox e Mobile) sono infatti rappresentate, finanziariamente, dall'unico capitolo "Entertainmend and Devices", quindi se Android genera tanto profitto le altre due devono essere in perdita.

Secondo Sherlund Microsoft sta perdendo 2,5 miliardi per gli altri prodotti, che includono anche Skype, e due miliardi di questi sono attribuibili alla sola Xbox. E pensare che la console Microsoft (Xbox 360) ha celebrato da poco gli 80 milioni di unità vendute. Almeno negli ultimi tempi però questa divisione avrà assorbito denaro per lo sviluppo e la promozione della nuova Xbox One, un investimento che deve ancora cominciare a dare i propri frutti. Qualcuno tra l'altro pensa che Xbox One venderà il triplo di PlayStation 4, ma si tratta forse di previsioni troppo azzardate.

In ogni caso secondo Sherlund Microsoft dovrebbe creare una divisione separata per l'Xbox, perché in questo modo l'azienda mette una cortina di fumo davanti agli occhi degli investitori, le cui scelte finirebbero per essere distorte dalla ricchezza generata grazie ad Android.

Le ipotesi di questo analista finanziario sono credibili? Forse sì, ma è bene ricordare a chi parlano questi professionisti: le loro stime sono fatte per indirizzare, consigliare ed eventualmente manipolare gli investimenti dei clienti. Non sono, in altre parole, analisi fatte per informare il pubblico in modo oggettivo, ma piuttosto ricerche asservite a uno specifico interesse: questo non le rende automaticamente spazzatura, ovviamente, ma impone una certa cautela nel valutarne la pregnanza.